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STORIA D’ITALIA (1994-2009). "FORZA ITALIA": LA MENZOGNA ISTITUZIONALE DI UN PARTITO E IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE .... UNA VERGOGNA PLANETARIA!!!

L’ATTACCO DEI "FARABUTTI" VERI, IL PARTITO TRASVERSALE DEL "CAVALLO DI TROIA" CONTRO L’ITALIA, E IL PRIMO ATTORE LASCIATO SOLO A GRIDARE "FORZA ITALIA"!!! BERLUSCONI INFURIATO. Lo ’spettacolo’ continua. Una nota di R.R. - a cura di Federico La Sala

Se - ad oggi, 16 settembre 2009, il PresIdente della Repubblica, la Corte Costituzionale, e il Parlamento NON parlano ....Che altro possiamo aspettarci?!
venerdì 18 settembre 2009 di Federico La Sala
[...] Di rado Berlusconi aveva raggiunto in passato la vis polemica sfoderata ieri sera da Vespa nei confronti degli oppositori. Ha ripreso a chiamarli «vecchi gufi veterocomunisti», quasi battibeccando col conduttore che lo invitava a moderare i termini: «So ben io cosa voglio dire...». E ha liquidato la possibile alleanza con l’Udc, dipingendo i centristi come un partito che «pensa agli assessori e alle clientele». Casini s’è collegato in diretta per sfidarlo: «Allora vuol dire che (...)

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> L’ATTACCO DEI "FARABUTTI" VERI , IL PARTITO TRASVERSALE DEL "CAVALLO DI TROIA" ---- LA MANIFESTAZIONE DEL 19, CONTRO UN PRESIDENTE (DEL CONSIGLIO CAMUFFATO DA PRESIDENTE) DELLA REPUBBLICA. Un’intervista a Davide Sassoli (di Andrea CArugati) e Marco Pannella (di Sonia Oranges)

giovedì 17 settembre 2009

-  Intervista a Davide Sassoli

-  «In Rai situazione gravissima.
-  Il 19 in piazza possiamo fermare l’assalto finale»

-  di Andrea Carugati (l’Unità, 17.09.2009)

«Mi aspettavo che la maggioranza avrebbe cercato di fare dei rimescolamenti in Rai, ma non una blindatura di questo genere, che non ha precedenti neppure sotto i passati governi Berlusconi». David Sassoli, impegnato a Strasburgo nel voto su Barroso, guarda alla situazione in Rai: «È gravissima, la potenza mediatica del premier si sta accanendo contro tutte le voci libere».

All’europarlamento che commenti ha raccolto?

«Ci chiedono cosa sta succedendo in Italia, sono stupiti. Negli altri paesi le presenze dei politici in tv sono gestite con rigore, c’è il senso di una indipendenza delle emittenti, a partire dalla Bbc. Mentre da noi il potere del governo non trova alcun freno...».

Come valuta il comportamento del presidente Rai Garimberti, indicato dal Pd?

«Il suo è un ruolo delicato, in una situazione difficilissima. Mi sembra prematuro dare un giudizio sulla sua esperienza».

Adesso però si prepara l’assalto finale a Rai3? Il Pd cosa dovrebbe fare?

«Faremo di tutto per impedire l’occupazione dei pochi spazi di autonomia e di libertà rimasti in Rai. La manifestazione di sabato può essere molto utile per mettere Rai3 e Tg3 al riparo dagli assalti. Del resto il potere ce l’hanno loro, noi abbiamo solo l’iniziativa politica, la possibilità di mobilitare l’opinione pubblica. Con la manifestazione ma anche con il nostro congresso e con le primarie: solo con la partecipazione possiamo risvegliare un paese narcotizzato da 15 anni».

Domani (oggi, ndr) lei presenta a Roma la lista «Semplicemente democratici» a sostegno di Franceschini. Ci sono nomi di prestigio, dalla Serracchiani alla Borsellino. Qual è la vostra cifra? Il “nuovismo”?

«La discussione su nuovo e vecchio non ci interessa, l’obiettivo è scommettere su un’identità nuova e comune del Pd, che si costruisce proveniendo da storie diverse e andando oltre le forze che hanno fatto nascere il Pd. Ci saranno anche Cofferati, Stefania Pezzopane, Michele Emiliano (che precisa: «Ci sarò per David e Debora, ma rimango neutrale nel congresso nazionale»). Abbiamo scelto Franceschini per guardare avanti e non indietro, perché vuole scommettere su una nuova classe dirigente, per avere un partito forte ma anche aperto, che non rinunci alle primarie».

Nei primi congressi però è avanti Bersani...

««Il segretario verrà scelto con le primarie, i congressi servono solo per individuare i tre candidati. Che del resto ci sono già, dunque tutta questa prima fase mi pare solo un esercizio di stile: arrivare alle primarie col 40% o col 30% non fa differenza...». Che fa, critica anche lei lo statuto come fanno i bersaniani? «Critico questo meccanismo sbagliato che serve solo ad aumentare le tensioni nel partito».❖


-  Marco Pannella.

-  «I paladini della stampa sono gli stessi che hanno creato questo sistema»

-  Perché non vado in piazza con Rep.

-  di Sonia Oranges (il Riformista, 17.09.2009)

Lo storico leader radicale spiega il suo no alla manifestazione di piazza del Popolo: «Quelli che oggi urlano allo scandalo sono gli stessi che hanno creato questa situazione».

Questi o quelli, destra, sinistra o centro, poco cambia: per Marco Pannella, i paladini della libertà d’informazione che sabato hanno convocato in piazza del Popolo la voce del dissenso, sono in realtà assolutamente funzionali a un sistema antidemocratico. Che, a suo avviso, non nasce oggi, né con il premier Silvio Berlusconi. Così, i Radicali, da sempre in prima linea in qualsiasi battaglia di libertà, in piazza brilleranno per la propria assenza.


Perché?
Sono felice che la gente perbene finalmente venga convocata per esprimersi su questo tema finora vero tabù con quello della giustizia. Sono 30 anni che sollecitiamo una reazione in questo senso. Il problema è che la "manifestazione di massa" è organizzata proprio da chi ha causato quel che si pretende di denunciare: ciò contro cui per quasi mezzo secolo i Radicali hanno combattuto mentre in nome dell’Antifascismo sono tornati a opprimere l’Italia, abolendo democrazia e Stato di diritto.

A che cosa si riferisce?
Esattamente 35 anni fa, nel settembre del ’74, riuscimmo a ottenere, con l’appoggio dei nostri pochi iscritti e di qualche voce dissenziente, come quella di Francesco De Gregori, le dimissioni dalla Rai dell’onnipotente Bernabei, perché il servizio pubblico in realtà attentava ai diritti civili degli italiani. Da allora nulla è cambiato. Da allora la giustizia ha ritenuto di imputare di analogo attentato solamente Adriano Celentano, che disse una sciocchezza a proposito del referendum sulla caccia, e un terrorista che voleva uccidere qualcuno ma non aveva alcun progetto politico. Mentre noi continuavamo a chiedere la difesa della democrazia, in Italia morta da tempo sotto la pressione degli apparati dello Stato degni di un regime totalitario. Le condizioni in cui versano le carceri lo dimostrano bene.


Sì, ma chi sono questi "attentatori" della libertà d’informazione? Il Regime! Il Ventennio partitocratico, ora il Sessantennio. Ora la chiamano "bipolare" ma è la nuova forma del monopartitismo fascista. C’è poi il transpartito Eiar-Rai, antropologicamente ormai di mero potere anticostituzionale ed eversivo.

Eppure tre illustri giuristi hanno lanciato con successo un appello in questo senso. A loro ho scritto una lettera aperta, invitandoli a rileggere la storia che hanno vissuto, senza comprenderla. Intanto il Paese perbene è minchionato: da una parte i "buoni", gli amici, dall’altra i berlusconiani - i nemici. Peccato che siano stati proprio quei buoni a ridurre il Paese a un desolato deserto di democrazia che ha prodotto Berlusconi. Vede, a me appare del tutto chiaro i servigi che si imputavano a Bettino Craxi erano copertura di quel baratto tra Pci e Fininvest, erano un baratto strutturale tra l’area comunista, il partito della Rai, la sinistra perbene e la virtualità berlusconiana. Quelli che ora chiamano la gente in piazza contro Berlusca, col quale rubano insieme di notte e di giorno ostentano di litigare magari per la spartizione del bottino. Sono molto lieto che dopo la "diserzione" di noi Radicali, anche personalità così diverse e significative come Cesare Salvi e Raffaele Bonanni non abbiano aderito a questa parata di regime.

Insomma, ma secondo lei la libertà di stampa è in pericolo o no? Non è in pericolo, è vietata se non è di regime, partitocratica. Il sistema presceglie i propri oppositori. Per dieci anni, ad esempio, le notti "televisive" degli italiani sono state date in gestione a Rifondazione Porta a porta Comunista. In sette anni Vespa aveva invitato Emma Bonino sei volte e me cinque, di cui tre su sollecitazione del Garante. La Rai è stata sanzionata per ben 47 volte dall’autorità garante, che certo non avevamo nominato noi. E non c’è stato un solo democratico, tra quelli che sabato manifesteranno, che abbia detto una parola. Il Pdl è quello che è, ma il Partito cosiddetto democratico di Veltroni ha imposto la solitaria alleanza con Di Pietro e ha eliminato la presenza evidente di noi Radicali, che avremmo tentato quello che ci era già riuscito con la Rosa Nel Pugno, quando abbiamo fatto vincere Prodi. Il risultato è che noi siamo stati fatti fuori anche dall’Europa, mentre Tonino urla in tv senza togliere un solo voto a Berlusconi.

Però oramai siamo allo spostamento dei programmi perché tutti siano costretti a guardare il premier in tv. Il popolo italiano, dopo un sessantennio antidemocratico con tutte le caratteristiche di un regime fascista, dimostra che sui temi etici, come su quello del finanziamento ai partiti, è in sintonia con noi. Anche se non viene nemmeno più messo in condizioni di sapere se esistiamo. La gente, d’altra parte, non ha gradito affatto. Ha preferito calcio e fiction: solo tre milioni e mezzo per Berlusconi. Magra consolazione per Franceschini, lui quanti ne avrebbe avuti? Trent’anni fa inviai a Fede, che era in via del Babbuino, una livrea. Ne devo trovare un’altra, con più mostrine, da regalare a Bruno Vespa.

Ma non le sembra che ci sia un’intolleranza senza precedenti verso un pensiero un po’ diversificato? Un’intolleranza , semmai, che è invece regola assoluta con mezzo secolo ormai di precedenti. Ora è ufficiale. Fa parte del gioco trasformare delle vecchie bagasce in vergini scandalizzate. Ma non sono credibili, sembrano delle vecchie maitresse incartapecorite che pretendono di lavorare in bordelli di lusso.

Se stiamo messi così male, che cosa dobbiamo sperare? L’obiettivo dei Radicali è chiaro, preciso, dite pure folle e ridicolo. Farla finita con questo Sessantennio, prima che Berlusconi, che ha a che fare con cose ormai più grandi di lui, incapace di governarle, se ne vada e porti il Paese al macello. È il momento di preparare un Governo alternativo al regime. Un Governo di liberazione.

Sì, ma qui siamo a corto di uomini. Dissento. A ben vedere c’è solamente l’imbarazzo della scelta. Noi Radicali abbiamo un solo obiettivo: fare la Riforma "americana" e un governo alternativo, come noi già siamo per storia e capacità dimostrate.


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