Inviare un messaggio

In risposta a:
Sfida educativa: emergenza e nuova alleanza. Evangelo e Costituzione. L’amore ("charitas") non è lo zimbello del tempo e dei mercanti ("caritas") atei e devoti ...

IL DIO DEI MAFIOSI NON E’ CRISTIANO, MA CATTOLICO-ROMANO - ’MEDITERRANEO’. Il sociologo Augusto Cavadi ne parla con Alessandra Turrisi. E don Mario Torcivia parla del "martire" don Puglisi - a cura di Federico La Sala

L’antropologia come la teologia della "sacra famiglia" della gerarchia vaticana è zoppa e cieca: è quella del ’Figlio’ che prende - accanto alla Madre - il posto del padre "Giuseppe" e dello stesso "Padre Nostro"... e fa il "Padrino"!!!
lunedì 21 settembre 2009 di Federico La Sala
[...] «Il cristianesimo è stato declinato, nella storia, in maniere differenti. I mafiosi di Cosa nostra, ’ndrangheta, camorra, Sacra corona unita e stidda conoscono solo la versione che io chiamo ’mediterranea’. A questo universo simbolico attingono per autolegittimarsi: vi cercano un’anima, un’identità culturale, che li giustifichi agli occhi della propria coscienza e dell’opinione pubblica. Non è un caso che tra i riti di iniziazione per un ’uomo d’onore’ vi sia la cosiddetta punciuta, (...)

In risposta a:

> IL DIO DEI MAFIOSI NON E’ CRISTIANO, MA CATTOLICO-ROMANO - ’MEDITERRANEO’. ---- Karol Wojtyla a Palermo, 21 novembre 1982. L’autista del papa era il “ministro delle finanze” di cosa nostra

giovedì 8 settembre 2011

Per capire come sia difficile separare la mafia dalla politica ecco la storia di quando Giovanni Paolo II (novembre ’82) è sceso in Sicilia per condannare con un discorso durissimo il fenomeno mafioso che "distrugge la società". Non si sa grazie a quali mani a condurre il Papa Mobile è stato incaricato Angelo Siino, detto Bronson, importantissimo uomo d’onore. Se la mafia si infila nella sicurezza del Vaticano figuriamoci come le riesca facile condizionare la politica della Libertà.

L’autista del papa era il “ministro delle finanze” di cosa nostra

di Elio Camilleri *

Il 21 novembre 1982, in una Palermo tristissima dove “la speranza dei siciliani onesti” era stata uccisa con il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, arrivò Karol Wojtyla. Era la prima vota che arrivava in Sicilia e i cristiani buoni e onesti lo accolsero con gioia e si sentirono meno soli e meno disgraziati. Lui ebbe parole giuste, ferme e piene di coraggio per i malati dell’ospedale civico e per gli operai del Cantiere navale; era andato pure all’università per incontrare il corpo accademico e pure per i prof. trovò le parole giuste. Le cronache raccontano della visita alla comunità greco - ortodossa di Piana degli Albanesi e ai “terremotati” della valle del Belice.

Ma la cronaca è morta, diceva Benedetto Croce, e spira ogni giorno con le pagine del quotidiano che la riporta ed invece la Storia è viva ed essa ci pone alcune domande, ancora oggi, a distanza di tanti anni dal giorno di quella visita. Ma quanto era forte la mafia a Palermo nel !982? E chi comandava a Palermo? I Carabinieri o la Questura. E la Chiesa? E il Cardinale Pappalardo che appena un mese prima aveva pronunciato l’indimenticabile omelia di “Sagunto che brucia” quanto “contava” nell’organizzazione del viaggio del Papa? Chi ha gestito i trasferimenti del Papa, chi ha ritenuto di garantire la sicurezza di Wojtyla, che già il 13 maggio dell’anno precedente era stato raggiunto da due colpi di pistola sparati da Mehmet Ali Ağca? Chi ha scelto, in definitiva, l’autista della “papa mobile”? Chi ha permesso che la persona del Capo della Chiesa Cattolica fosse affidata, per tutto il tempo della visita a uno dei personaggi più importanti di Cosa nostra?. Sembra proprio incredibile, ma è così: l’autista di Karol Wojtyla fu Angelo Siino, detto Bronson, pilota di rally e ministro delle finanze e dei lavori pubblici di Cosa nostra, braccio destro di Bernardo Provenzano e dispensatore, per conto della Cupola, di appalti e tangenti, i primi per gli imprenditori “amici”, le seconde per gli “amici” politici. Naturalmente, Karol Wojtyla di tutte queste storie non ne sapeva niente.

(“Marca elefante non paga pizzo” è il libro di Tommaso Maria Patti che sarà presentato il 9 settembre alle 19,30 presso la libreria Tertulia di Catania. Interverranno Simone Luca, presidente di Addiopizzo, Marisa Acagnino, presidente di sezione al tribunale di Catania e l’autore del libro il quale ha già deciso di devolvere ad Addiopizzo Catania i diritti d’autore del volume. Giorgia Coco leggerà alcuni brani ).

* DOMANI - ARCOIRIS, 01-09-2011


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: