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CRISI COSTITUZIONALE (1994-2009). DUE PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA GRIDANO: FORZA ITALIA!!! .... E IL LUNGO SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE DELLE ISTITUZIONI E DEGLI INTELLETTUALI CONTINUA.

ZAGREBELSKY E IL GRANDE SILENZIO SULLA NASCITA DEL PARTITO GOLPISTA DEL FALSO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ("FORZA ITALIA"). La democrazia delegittimata - a cura di Federico La Sala

L’ITALIA E IL "QUIZ" CONTINUO!!! DUE PRESIDENTI (1994-2009) GRIDANO "FORZA ITALIA" ... CHI E’ IL VERO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA?!
martedì 20 ottobre 2009 di Federico La Sala
[...] Si annuncia, anzi è in corso, una crisi istituzionale di vasta portata. A che cosa sia e a che cosa essa chiami coloro che occupano posti di responsabilità nel nostro Paese, sono dedicate le considerazioni seguenti, esposte in quattro punti concatenati tra loro, dall’astratto al concreto [...]
L’ITALIA (1994-2012), TRE PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA, E I FURBASTRI CHE SANNO (COSA SIGNIFICA) GRIDARE "FORZA ITALIA".
LA DEMOCRAZIA A RISCHIO. L’ANM IN STATO DI AGITAZIONE, MA NON ANCORA (...)

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> ZAGREBELSKY E IL GRANDE SILENZIO SULLA NASCITA DEL PARTITO GOLPISTA ---- Stretta di mano Berlusconi-D’Alema. Letta favorisce l’incontro. Il Cavaliere: ci vorrebbero più occasioni così (di Marco Galluzzo)

giovedì 15 ottobre 2009

A sorpresa. Insieme nei giardini di Villa Madama. L’ex leader ds scherza sul sottosegretario

Stretta di mano Berlusconi-D’Alema

Letta favorisce l’incontro. Il Cavaliere: ci vorrebbero più occasioni così

di Marco Galluzzo (Corriere della Sera, 15.10.2009)

ROMA - Gianni Letta pren­de per mano Massimo D’Ale­ma. Per un attimo. Gianni con­duce e Massimo lo segue. Fra le aiuole appena potate dei giar­dini di Villa Madama Berlusco­ni è circondato da una decina di persone. Spunta Letta e con lui il suo sorriso, il cordone si apre: il sottosegretario di Palaz­zo Chigi si fa da parte e l’ex lea­der dei Ds si trova davanti al ca­po del governo. Il Cavaliere ha un attimo d’esitazione, il corpo si sbilancia impercettibilmen­te, i tratti del volto tradiscono la sorpresa di un incontro inat­teso.

Ieri mattina all’ora del pran­zo. D’Alema e Berlusconi si stringono la mano. Agli occhi soddisfatti di Gianni Letta si ag­giungono quelli dei presenti: fra gli altri il consigliere Rai Alessio Gorla, il presidente del­l’Enac Vito Riggio, il presidente di Adr, Fabrizio Palenzona, la senatrice del Pdl Cinzia Bonfri­sco. A rompere il ghiaccio è l’ex premier: «Sono qui perché si discute dell’interesse comu­ne, sulle cose importanti per il Paese io ci sono...». Risponde il Cavaliere, i tratti del viso non più contratti: «Ci vorrebbero più occasioni di trovarsi insie­me per cose simili, nell’interes­se dell’Italia».

Fotografi e giornalisti sono lontani. Perdono i sorrisi reci­proci, l’ironia della conversa­zione, la stretta di mano. È ap­pena terminata la presentazio­ne congiunta degli investimen­ti finanziari che Aeroporti di Roma e Sea, la società aeropor­tuale milanese, compiranno nei prossimi anni. Poco distan­te ci sono anche i sindaci delle due città, Gianni Alemanno e Letizia Moratti, il segretario ge­nerale della Farnesina, Giam­piero Massolo, che ha fatto gli onori di casa. È Palenzona dal palco a intro­durre l’argomento: «Ho un pic­colo sogno nel cassetto - dice rivolto ai presenti, fra i quali i ministri Altero Matteoli (Infra­strutture) e Sandro Bondi (Be­ni culturali) - e cioè che con l’aiuto della minoranza, alme­no quella responsabile, si pos­sa fare un piano nazionale del­la mobilità per uomini e merci per sbloccare questo benedetto Paese » . Intorno all’interesse del Pae­se, a quella convergenza strate­gica che finora è mancata nella legislatura, per pochi attimi, a beneficio dei presenti, D’Alema e Berlusconi si trovano d’accor­do. Nessun accenno alle pole­miche degli ultimi giorni. «Dobbiamo fare altre cose di questo tipo - aggiunge il Cava­liere -, io sono il primo a esse­re felice quando in questo Pae­se si riesce a lavorare insieme, spero in altre occasioni». D’Ale­ma: «Io sono sempre pron­to... ». Poi, scherzando, rivolto a Palenzona, «e con te sono of­feso, guarda che tutta l’opposi­zione, non solo una parte, è fat­ta di gente di buon senso». Pochi istanti dopo D’Alema si congeda citando ancora Pa­lenzona: «Ora vado a bere un po’ d’acqua... di Letta». Il presi­dente di Adr poco prima ha pa­ragonato proprio il sottosegre­tario all’aqua: «Come l’acqua ti accorgi quanto vale quando ti viene a mancare». D’Alema ri­corda che il concetto è una pa­rafrasi di Baudelaire, il poeta lo diceva a proposito dell’amore: «Anche se nel tuo caso - dice rivolto al sottosegretario - il paragone con l’amore mi sem­bra esagerato». Risate. Riggio: «Figuriamoci se non è esagera­to parlare di amore oggi, visto che trattiamo di aeroporti». Chiude la riunione una battuta del premier: «Quando si parla di Letta ormai vivo una crisi di identità. È sempre più bravo di me... » .

D’Alema è già lontano, anco­ra poco e Berlusconi rientrerà a Palazzo Grazioli, dove l’attende il ministro della Giustizia e tut­ti quegli affari, correnti e straor­dinari, che fino a oggi non so­no mai stati trattati da governo e minoranza, «nell’interesse del Paese», di comune accordo.


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