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ESPERIMENTO ITALIA. L’ANNO DELLA VERGOGNA (1994): NASCE IL PARTITO DEL "NUOVO" PRESIDENTE DELLA "REPUBBLICA" ... E C’E’ ANCORA!!!

CERVELLO, POLITICA, E TECNICHE DI DOMINIO: L’USO ISTITUZIONALE DEL "PARADOSSO DEL MENTITORE" IN ITALIA E LE ULTIME NOVITA’ DALL’INGHILTERRA. Una nota di Federico La Sala e un articolo di Enrico Franceschini

sabato 24 ottobre 2009 di Federico La Sala
[...] David Cameron, leader dei conservatori britannici e, stando agli attuali sondaggi, prossimo primo ministro dopo le elezioni della primavera 2010, ha arruolato tra i suoi consiglieri degli esperti di neuroscienza e di economia comportamentale è un segnale dell’importanza che questo genere di studi hanno assunto nelle sfide elettorali del ventunesimo secolo. «Lo facevamo anche noi», rivela Matthew Taylor, ex-collaboratore di Tony Blair a Downing street [...]
STORIA D’ITALIA (...)

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> CERVELLO, POLITICA, E TECNICHE DI DOMINIO: L’USO ISTITUZIONALE DEL "PARADOSSO DEL MENTITORE" IN ITALIA --- INCHIESTA. P3. L’interrogatorio del senatore è durato meno di un’ora. Avviso di garanzia anche per il sottosegretario alla Giustizia. Berlusconi gli conferma la fiducia. Via Nazionale ravvisa "gravi irregolarita" nella banca del coordinatore Pdl. Il Riesame: interferenza metodica sulle istituzioni.

mercoledì 28 luglio 2010


-  INCHIESTA P3

-  Dell’Utri non risponde, indagato Caliendo
-  Bankitalia commissaria il Ccf di Verdini

L’interrogatorio del senatore è durato meno di un’ora. Avviso di garanzia anche per il sottosegretario alla Giustizia. Berlusconi gli conferma la fiducia. Via Nazionale ravvisa "gravi irregolarita" nella banca del coordinatore Pdl. Il Riesame: interferenza metodica sulle istituzioni. Il Csm approvato trasferimento di Marconi

Dell’Utri non risponde, indagato Caliendo. Bankitalia commissaria il Ccf di Verdini Il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo *

ROMA - Dopo l’interrogatorio fiume 1 di Denis Verdini, oggi in procura a Roma è stato il turno di Marcello Dell’Utri. L’interrogatorio del senatore del Pdl è stato però molto più breve. Meno di un’ora. Dell’Utri, indagato assieme allo stesso Verdini e a Flavio Carboni nell’inchiesta sulla cosiddetta P3, si è avvalso, infatti, della facoltà di non rispondere.

All’uscita dalla procura, Dell’Utri ha spiegato così il suo "silenzio" davanti al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e al sostituto Rodolfo Sabelli: "A Palermo 15 anni fa", ha detto dell’Utri, "ho parlato 17 ore e sono stato rinviato a giudizio sulla base della mie dichiarazioni. Ho imparato da allora"."Sono un indagato provveduto", ha continuato il senatore del Pdl, "mi sono avvalso della facoltà di non rispondere che reputo una regola fondamentale dell’indagato provveduto. Consiglio a tutti gli altri di fare come me".

"Ruolo di Dell’Utri superiore a Verdini". Secondo quanto scrive l’agenzia Ansa, i pm romani ritengono dopo gli interrogatori che il ruolo di Dell’Utri, sotto il profilo politico, sarebbe stato superiore a quello di Verdini. Sempre secondo quanto trapela da Piazzale Clodio, nonostante le nove ore di interrogatorio, le spiegazioni fornite dal coordinatore del Pdl non avrebbero convinto i magistrati, che le avrebbero trovate generiche.

"Verdini non convince". Tra le argomentazioni del coordinatore che non avrebbero persuaso i pm ci sono le spiegazioni sui 2,6 milioni pagati dalla Società Toscana Edizione (della quale Verdini è socio) allo stesso coordinatore, alla moglie Simonetta Fossombroni ed al coordinatore toscano del partito Massimo Parisi. Altro punto poco chiaro, le cene a palazzo Pecci Blunt, la casa romana di Verdini, che per i pm sarebbero servite tra l’altro, a stabilire interventi sulla Consulta per il lodo Alfano. In merito al dossier a luci rosse per screditare la candidatura a governatore della Campania di Stefano Caldoro, Verdini avrebbe ammesso di esserne stato a conoscenza, ma di non avere preso parte al complotto.

Commissariato il Ccf. Il ministro del Tesoro Giulio Tremonti ha firmato il decreto di commissariamento del Credito Cooperativo Fiorentino, la banca di cui fino a ieri era presidente Verdini. La Banca d’Italia l’aveva proposto il 21 luglio "per gravi irregolarità nell’amministrazione e gravi violazioni normative", dopo "gli accertamenti ispettivi di vigilanza condotti presso il Credito Cooperativo Fiorentino - Campi Bisenzio - Società Cooperativa".

Indagato anche Caliendo. Capaldo e Sabelli hanno deciso l’iscrizione nel registro degli indagati anche del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo. Anche a Caliendo è contestato il reato di violazione della legge Anselmi sulle società segrete. Il sottosegretario potrebbe essere interrogato entro la fine di questa settimana. Il suo nominativo appare in alcune vicende sulle quali si è soffermata l’attenzione degli inquirenti. Tra queste una cena nella casa romana di Verdini, a palazzo Pecci Blunt, che avrebbe avuto il fine di stabilire le strategie di intervento sul lodo Alfano, sulla nomina di Alfonso Marra a presidente della Corte D’Appello di Milano e sul ricorso in Cassazione dell’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino contro l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti dalla magistratura napoletana.

Dopo aver appreso di essere stato iscritto nel registro degli indagati, Caliendo ha subito ribadito la sua estraneità alla P3: "Io non ho mai contattato né fatto elenchi di giudici della Corte costituzionale favorevoli o contrari al lodo Alfano".

Berlusconi: "Fiducia in Caliendo". Dopo il ministro della Giustizia Angelo Alfano, anche Silvio Berlusconi ha confermato la propria piena fiducia nel sottosegretario. In una nota di Palazzo Chigi si legge che il premier "ha incontrato il sottosegretario Giacomo Caliendo e, in relazione all’indagine quest’oggi annunciata nei suoi confronti, gli ha espresso la più ampia solidarietà e, rinnovandogli piena fiducia, lo ha invitato a continuare a lavorare con l’impegno fin qui profuso". Il deputato Niccolò Ghedini ha definito "sorprendente la decisione di indagare il senatore", auspicando "una immediata archiviazione".

Dal canto suo, dopo il colloquio con il presidente del Consiglio, Caliendo ha detto di aver chiesto tramite i suoi avvocati,"di essere sentito dai pm". Sto aspettando". "Mi ha confermato la sua piena fiducia e mi ha chiesto di andare avanti. Dunque resto nel mio incarico", ha aggiunto lasciando Palazzo Grazioli.

"P3 attiva anche nel Lazio". L’inchiesta si arricchisce intanto di nuovi sviluppi. Il "gruppo", che, secondo la magistratura faceva capo a Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi, si interessò anche dell’esclusione della lista del Pdl provinciale dalle elezioni regionali del Lazio. E’ quanto emerge dall’ordinanza del tribunale del riesame con la quale i giudici hanno negato la scarcerazione a Carboni e Lombardi.

Nell’ordinanza scrivono i giudici, "Lombardi non manca di invitare l’onorevole Ignazio Abrignani, responsabile elettorale nazionale del Pdl, a seguire una via ’parallela’ rispetto a quella istituzionale (ricorso presso il Consiglio di Stato avverso l’esclusione della lista Pdl Roma e Provincia dalle elezioni regionali) suggerendogli di rivolgersi ad Antonio Martone (ex avvocato generale della Cassazione) perchè è ’molto amico’ e può risolvere il problema, ma della cosa questa volta il Lombardi segnala che è meglio non parlare al telefono".

"Interferenza metodica". Dal documento emerge inoltre come il gruppo abbia "portato avanti una metodica azione d’interferenza sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionali e di amministrazioni pubbliche, come la Corte Costituzionale, il Consiglio superiore della magistratura, la regione Sardegna, la Corte di Cassazione, la Corte d’Appello di Milano, l’ispettorato del ministero della Giustizia, venendo incredibilmente accettato come interlocutore accreditato". E’ a causa di questa "fitta rete di conoscenze", concludono i giudici, che "deve essere mantenuta la custodia cautelare in carcere".

Marconi trasferito. Dal Csm intanto arriva l’ok al trasferimento per incompatiblità ambientale di Umberto Marconi, fino ad oggi presidente della Corte d’Appello di Salerno, uno dei magistrati coinvolti nella vicenda P3. Il magistrato andrà dunque a svolgere funzioni di consigliere presso la Corte d’Appello di Napoli, come da lui stesso richiesto in una lettera inviata a Palazzo dei Marescialli. Al momento del voto, si è astenuto il vice presidente Nicola Mancino.

* la Repubblica, 27 luglio 2010


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