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Dossier

UNA SCONVOLGENTE VERITA’ DIETRO L’URANIO IMPOVERITO. E’ in atto una contaminazione planetaria prodotta da nanoparticelle inquinate. La relazione (2006) della dr.ssa Antonietta Gatti - selezione a cura del prof. Federico La Sala

martedì 16 ottobre 2007 di Emiliano Morrone
Le nanopolveri prodotte dalla guerra e dai poligoni di tiro entrano nei tessuti di soldati e i civili coinvolti, senza più uscirne
E’ in atto una contaminazione planetaria prodotta da nanoparticelle inquinate. Ingerite anche mangiando un alimento contenente nanopolveri, passano irreversibilmente nei tessuti. Entrano nel sangue e nello sperma. Vengono trasmesse al partner tramite l’atto sessuale. Analizzati casi di sperma con bismuto, calcio, titanio, ferro, titanio, cobalto, cromo, (...)

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> UNA SCONVOLGENTE VERITA’ DIETRO L’URANIO IMPOVERITO. --- Ci sono volute battaglie, proteste in piazza e ricorsi davanti ai tribunali penali e civili ma, alla fine, i “gli invisibili” e i loro familiari hanno ottenuto una piccola vittoria.

sabato 20 dicembre 2008

Uranio impoverito, solo 30 milioni per le vittime

di DAVIDE MADEDDU *

Via libera per indennizzare le vittime dell’uranio impoverito e, con il provvedimento approvato dal governo di recente arrivano anche le polemiche. Si tratta di trenta milioni di euro per indennizzare le vittime dell’uranio impoverito e delle nano particelle. Ma le associazioni denunciano “l’esiguità delle risorse”.

Ci sono volute battaglie, proteste in piazza e ricorsi davanti ai tribunali penali e civili ma, alla fine, i “gli invisibili” e i loro familiari hanno ottenuto una piccola vittoria. Ossia il via libera da parte del consiglio dei ministri allo stanziamento di trenta milioni di euro, da spendere nell’arco dei tre anni per risarcire le vittime o i loro familiari. Ad annunciare il via libera al provvedimento, che poi è l’applicazione del provvedimento adottato dallo scorso governo di centrosinistra, è stato il ministro della Difesa La Russa che nel corso di una conferenza stampa, per annunciare il provvedimento, ha detto: «Nei tre anni avremo 30 milioni di euro che, giustamente, vanno a risarcire le vittime dell’uranio e delle nano-particelle. È una cosa che era molto attesa da un numero limitato di persone, ma quando io parlo di grande attenzione a chi presta la propria opera al servizio della nazione significa che non bisogna guardare ai numeri, ma ai singoli casi».

Davanti alla cifra del rimborso qualcuno ha avuto da ridire. È il caso di Domenico Leggiero, presidente dell’Osservatorio militare, l’associazione che da anni si impegna per sostenere e difendere i diritti dei militari e dei loro familiari. «Davanti al via libera che stanzia i soldi non possiamo che essere soddisfatti - spiega Leggiero - però, attorno a tutta la vicenda non possiamo fare a meno di evidenziare tutti i ma e i i nodi che devono essere ancora sciolti».

Ricordando le numerose iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e quelle portate avanti in sede giudiziaria con l’avvocato Tartaglia Leggiero spiega che si tratta di «un provvedimento che aspettavamo da anni ed è stato dettato dalla caparbietà delle famiglie che per dieci anni hanno lottato per rivendicare i diritti dei loro cari». Non solo, ad avere un ruolo determinante nella vicenda anche «le avvisaglie delle iniziative giudiziarie che l’Osservatorio sta portando avanti con il sostegno dell’avvocato Tartaglia». Per Leggiero le risorse messe a disposizione dal Consiglio dei ministri sarebbero troppo poche per intervenire e risolvere il problema in maniera complessiva. «A noi risulta che i casi siano adesso 2537 mentre il numero di deceduti sia salito a quota 166 - aggiunge Leggiero - se si guardano questi dati si capisce benissimo che trenta milioni di euro sono troppo pochi per risolvere una situazione sempre più preoccupante».

È cronaca dei giorni scorsi, benché non legata al provvedimento del Consiglio dei ministri, la decisione della Corte d’Appello di Roma che ha respinto il ricorso del ministero della Difesa contro la sentenza di primo grado che riconosceva un risarcimento pari a un miliardo di lire ai familiari di Stefano Melone, l’elicotterista orvietano morto per un tumore.

A sollecitare il riconoscimento della causa di servizio e gli indennizzi ai militari colpiti da malattie legate all’esposizione all’uranio impoverito in tutti quei casi in cui l’amministrazione militare non sia in grado di escludere un nesso di causalità’ tra gli agenti patogeni e la patologia sono stati, recentemente anche i parlamentari del Pd Carlo Pegorer, Pier Luigi Scanu, Mario Gasbarri, Felice Casson, Mauro Del Vecchio e Silvana Amati con un’interrogazione parlamentare presentata al ministro della Difesa La Russa. Una storia ancora non finita.

* l’Unità, 19 dicembre 2008


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