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Dossier

UNA SCONVOLGENTE VERITA’ DIETRO L’URANIO IMPOVERITO. E’ in atto una contaminazione planetaria prodotta da nanoparticelle inquinate. La relazione (2006) della dr.ssa Antonietta Gatti - selezione a cura del prof. Federico La Sala

martedì 16 ottobre 2007 di Emiliano Morrone
Le nanopolveri prodotte dalla guerra e dai poligoni di tiro entrano nei tessuti di soldati e i civili coinvolti, senza più uscirne
E’ in atto una contaminazione planetaria prodotta da nanoparticelle inquinate. Ingerite anche mangiando un alimento contenente nanopolveri, passano irreversibilmente nei tessuti. Entrano nel sangue e nello sperma. Vengono trasmesse al partner tramite l’atto sessuale. Analizzati casi di sperma con bismuto, calcio, titanio, ferro, titanio, cobalto, cromo, (...)

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> UNA SCONVOLGENTE VERITA’ DIETRO L’URANIO IMPOVERITO. E’ in atto una contaminazione planetaria prodotta da nanoparticelle inquinate. ---- Parisi in Senato: "Tra i soldati all’estero 255 casi di tumore". L’Osservatorio militare contesta: "I malati sono almeno 2.500 e le vittime oltre 150".

martedì 9 ottobre 2007


-  I dati forniti dal ministro della Difesa durante un’audizione a Palazzo Madama
-  "Prenderemo tutte le misure di prevenzione, ma l’Italia non lo ha mai usato"

Uranio impoverito, Parisi in Senato "Tra i soldati all’estero 255 casi di tumore"

Ma l’Osservatorio militare contesta: "I malati sono almeno 2.500 e le vittime oltre 150"

ROMA - Sono 255 i malati di cancro, tra i militari italiani che negli ultimi dieci anni hanno partecipato a missioni all’estero, 37 sono deceduti. Almeno stando ai dati ufficiali. A rivelarlo è il ministro della Difesa, Arturo Parisi, nel corso di un’audizione davanti alla commissione d’inchiesta sull’Uranio impoverito del Senato. Numeri, questi, assai inferiori rispetto a quelli forniti dall’Osservatorio militare che, infatti, li contesta frontalmente e parla di almeno 2.500 malati e 150 morti.

Secondo i dati della Direzione di sanità militare, spiega il ministro, "sono in totale 255 i militari che hanno contratto malattie tumorali e che risultano essere stati impegnati all’estero nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq e in Libano nel periodo 1996-2006. Di questi militari, 37 sono morti". Nello stesso periodo i militari malati per tumore, e non impiegati all’estero, sono stati 1.427.

Parisi assicura anche che nell’impiego di soldati "in zone critiche", la Difesa "sta applicando ogni misura precauzionale. Non intendiamo in alcun modo sottovalutare il fenomeno e tantomeno dissimularlo". Un’ammissione comunque importante, da parte di un ministro. Che comunque aggiunge: l’Italia "non ha mai fatto uso di armamento ad uranio impoverito, nè risulta che nel nostro poligono possa essere stato utilizzato da altri, a meno di dichiarazioni mendaci degli utilizzatori stranieri, che non voglio neppure ipotizzare".

Ma Domenico Leggiero, dell’Osservatorio militare, l’associazione che assiste gli appartenenti alle forze armate e i loro familiari, sostiene che i dati sono molto diversi: "Ci dispiace, ma così anche Parisi perde credibilità. Avevamo riposto speranze in lui, ma queste cifre sono troppo lontane dalla verità".

Leggiero è pronto a mostrare "altri dati ufficiali della Difesa che parlano di un numero di malati quasi decuplicati e di un numero delle vittime da moltiplicare per tre: "Proprio oggi, in Sicilia, si stanno svolgendo i funerali del carabiniere Giuseppe Bongiovanni, morto l’altro ieri per un tumore contratto durante una missione all’estero. Se andate a vedere, questa morte non risulta al ministero".

* la Repubblica, 9 ottobre 2007.


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