Uranio, Commissione approva relazione finale: i militari saranno risarciti *
Sì a maggioranza della commissione monocamerale d’inchiesta sull’ uranio impoverito alla relazione finale. A favore il centrosinistra, che ha raccolto anche il sì di Calogero Mannino (Fi) e l’astensione degli altri rappresentanti del centrodestra. Il documento denuncia l’impossibilità di verificare scientificamente, con sicurezza, un nesso di causalità nell’ utilizzo dell’ uranio impoverito all’ estero negli scenari di guerra e le conseguenze sulla salute dei nostri militari.
La commissione ha quindi riconosciuto il diritto dei militari colpiti da malattie «in tutti quei casi in cui l’amministrazione militare non sia in grado di escludere un nesso di causalità». La relazione ricorda inoltre che è già stato varato e approvato un decreto che di fatto estende ai militari colpiti da malattie di questo tipo i benefici già previsti per le vittime del terrorismo, mentre altri stanziamenti sono stati previsti dalla recente legge finanziaria.
Allo schema di relazione, sono state apportate diverse modifiche sulla base di proposte venute dai senatori Bulgarelli (Pdci-Verdi), Casson (Ulivo), Valpiana (Prc) e Rame.
Lidia Menapace (Prc), presidente dell’ organismo d’inchiesta, ha insistito perchè si adottino tutte le precauzioni e le cure.
«Questa è la cosa più importante. La commisione ha chiuso sul passato e lascia al Parlamento un lavoro per il futuro, affinchè vengano definiti tutti i protocolli. Ma intanto è già chiaro, fondamentale, che la prevenzione, precauzione e la cura sono assolutamente non rinviabili».
A titolo personale la Menapace ha sottolineato che l’approvazione della class-action in finanziaria fornisce ai militari uno strumento in più per difendere i loro diritti.
«Non dico che questo risultato sia il trionfo della razionalità ma certamente è un buon match a favore della ragionevolezza. All’ inizio i nostri rapporti con la Difesa erano rigidi e in parte pregiudiziali e molto polemici, ma le cose sono cambiate».
Il verde Mauro Bulgarelli ha sottolineato che la commissione è «una bella macchina a cui però manca il motore, perchè ci siamo dovuti fermare nel momento decisivo, quello delle verifiche e degli approfondimenti. Inoltre abbiamo avuto con molta difficoltà i dati sanitari e ci sono mancati dei dati fondamentali per il confronto e la verifica. Ad esempio, sui tumori che colpiscono in maniera abnorme i cittadini che vivono vicino ai poligoni militari».
Felice Casson ha detto che il lavoro «non è concluso e dovrà continuare nella prossima legislatura: è molto difficile e molto delicato e riguarda anche i poligoni militari italiani, ma i dati purtroppo non ci sono arrivati».
Luigi Ramponi (An) ha motivato la sua astensione: sono state inserite nel corpo della relazione, ha detto, proposte che hanno un po’ sviato il senso generale. Buone però le conclusioni.
«Tutte le indagini fatte hanno dimostrato che non esiste una connessione anche se queste non sono definitive. Ma intanto vengono risarciti i militari».
La commissione segnala nella relazione che non ha ricevuto dati sull’ uso di uranio impoverito da parte di eserciti stranieri impegnati negli scenari di guerra e in tutti i luoghi che hanno interessato i militari italiani, elemento questo che era stato ritenuto importante dai consulenti della commissione.
Nella relazione si fa anche notare che per i lavori è stato utilizzato un terzo del bilancio messo a disposizione (100 mila euro per il 2007).
* l’Unità, Pubblicato il: 12.02.08, Modificato il: 12.02.08 alle ore 17.48