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ANNO SACERDOTALE E AFFARI: "IN GOD WE TRUST"!!! NEI TEMPI DI CARESTIA, L’ "EU-CHARIS-STIA" BISOGNA VENDERLA A "CARO PREZZO” (Benedetto XVI, Deus caritas est, SCV 2006)!!!

FIRENZE: DON ALESSANDRO SANTORO, LE PIAGGE, E L’INTERVENTO DELL’ARCIVESCOVO BETORI. Notizie sul caso - a cura di Federico La Sala

La vicenda di don Alessandro Santoro, il parroco delle Piagge rimosso dal suo incarico da Monsignor Betori dopo aver celebrato il matrimonio in chiesa di Sandra Alvino, ex trans con il compagno di una vita, continua ...
mercoledì 11 novembre 2009 di Federico La Sala
[...] LA LETTERA DELL’ARCIVESCOVO - «Cari amici della comunità Le Piagge - scrive Betori - vi ringrazio per l’attenzione che state manifestando alla vita della comunità e alla persona di don Alessandro Santoro, avendo anche presente ciò che questa attenzione ha generato negli anni. Ma non posso trattare il caso che vi riguarda diversamente da come ho sempre impostato il mio impegno nelle nomine e trasferimenti dei presbiteri diocesani, anche quando esse hanno dovuto provocare sofferenze (...)

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> FIRENZE. --- Don Alessandro Santoro e la donna nata uomo scrivono al Cardinale Betori. - “Ogni forma d’amore va accolta con dignità” .

martedì 29 ottobre 2013

Don Santoro e la donna nata uomo scrivono al Cardinale Betori

di Redazione ( “corrierefiorentino.it”, 27 ottobre 2013)

Si sono sposati quattro anni fa. E le loro nozze fecero esplodere un caso. Sì perché Sandra Alvino, la sposa, è oggi una donna a tutti gli effetti ma è nata uomo. Per il quarto anniversario, la coppia e don Santoro, il parroco che ha dato loro la «benedizione matrimoniale», hanno deciso di scrivere al Cardinale Betori. Proprio don Santoro per quella iniziativa fu temporaneamente allontanato da Betori dalla comunità delle Piagge, che firma anch’essa la lettera. «Siamo qui dopo quattro anni a fare memoria e rinnovare l’abbraccio di benedizione che abbiamo vissuto allora e ci sono tornate alla mente le Sue parole di Vescovo dette e scritte che consideravano, e tutt’oggi considerano, quell’atto «privo di ogni valore ed efficacia», alle quali abbiamo pensato e ripensato ma ancora una volta non possiamo fare altro che dire alla Chiesa, di cui facciamo parte che non riusciamo a riconoscerci e a condividere quelle Sue parole».

«Lei - scrivono gli estensori alla Chiesa, rivolgendosi a Betori - considerò quest’atto una simulazione di sacramento, appoggiandosi al Codice di Diritto Canonico e facendo forza sulla Sua «sicurezza» dottrinale». E, riferendosi alla recente intervista di Papa Francesco su Civiltà Cattolica, il prete don Santoro, Alvino (presidente dell’Associazione italiana transessuali) e il marito Fortunato Talotta dicono che «a noi sembra che queste parole siano la via maestra con cui le comunità cristiane, i vescovi e la chiesa nel suo insieme dovrebbero, con spirito sinodale, confrontarsi sugli atti e sulle scelte che viviamo come Chiesa. Ed è proprio alla luce di queste indicazioni che continuiamo a pensare che alla benedizione matrimoniale di Sandra e Fortunato debba essere riconosciuta la dignità di sacramento. E allora come pensare non esista e non valga quell’atto di matrimonio ufficiale firmato con fede e convinzione dagli sposi, da me come celebrante, e dai due testimoni quattro anni fa? Che cosa bisogna farne di quell’atto?».

Nella lettera si riporta che «oggi, nella celebrazione eucaristica della Comunità, insieme abbiamo ribadito che una storia d’amore fedele è un sacramento di per sè, che l’atto d’amore vissuto con loro il 25 ottobre di quattro anni fa supera il diritto e la legge sempre e comunque, e che la loro unione è benedetta e consacrata». «Ancora una volta, e questa volta in maniera aperta e pubblica, - prosegue il testo - Le chiediamo di poter cominciare a dialogare e confrontarsi come Chiesa in spirito sinodale su questa specifica questione e su come dare dignità di accoglienza vera nella chiesa alle diverse e varie relazioni d’amore».


“Ogni forma d’amore va accolta con dignità”

di Maurizio Bologni ( “la Repubblica” - Firenze, 28 ottobre 2013)

Dare dignità di accoglienza nella Chiesa, non solo a Fortunato Talotta e Sandra Alvino, nata uomo e diventata donna, ma «a tutte le diverse e varie relazioni d’amore». E questo in virtù del verbo nuovo portato da Papa Francesco. Lo chiedono all’arcivescovo Giuseppe Betori don Santoro e gli stessi Alvino e Talotta, in occasione del quarto anniversario della benedizione matrimoniale del prete delle Piagge alla coppia.

«Ci sono tornate alla mente le sue parole di vescovo - scrivono - che consideravano, e tutt’oggi considerano, quell’atto “privo di ogni valore ed efficacia”, ma ancora una volta non possiamo fare altro che dire alla Chiesa, di cui facciamo parte, che non riusciamo a riconoscerci e a condividere quelle sue parole. Allora - aggiungono - lei considerò quest’atto una simulazione di sacramento, appoggiandosi al Codice di diritto canonico e facendo forza sulla sua “sicurezza” dottrinale».

Ma «Papa Francesco - ricordano - nella sua recente intervista su “Civiltà Cattolica” dice: “Chi oggi cerca sempre soluzioni disciplinari, chi tende in maniera esagerata alla ‘sicurezza’ dottrinale, chi cerca ostinatamente di recuperare il passato perduto, ha una visione statica e involutiva. E in questo modo la fede diventa una ideologia tra le tante. Io ho una certezza dogmatica: Dio è nella vita di ogni persona, Dio è nella vita di ciascuno. Lo si può e lo si deve cercare in ogni vita umana. Anche se la vita di una persona è un terreno pieno di spine ed erbacce, c’è sempre uno spazio in cui il seme buono può crescere».

Alla luce delle parole del Papa - scrivono don Santoro e la coppia a Betori - «continuiamo a pensare che alla benedizione matrimoniale di Sandra e Fortunato debba essere riconosciuta la dignità di sacramento... Ancora una volta, e questa volta in maniera aperta e pubblica, le chiediamo di poter cominciare a dialogare e confrontarsi come Chiesa in spirito sinodale su questa specifica questione e su come dare dignità di accoglienza vera nella chiesa alle diverse e varie relazioni d’amore. Inviteremo le varie comunità parrocchiali ed ecclesiali ad un momento di scambio e confronto in quello spirito di condivisione e di ricerca comune a cui ci invita con le sue parole e il suo stile Papa Francesco ».


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