Don Alessandro Santoro un prete per i diritti la dignità e la pace
di Alfio Nicotra (Liberazione, 28.10 2009)
"Sollevato dalla cura pastorale". Fredde parole che pesano come un macigno sulla comunità di base delle Piagge, il quartiere periferia per antonomasia di Firenze. Monsignor Betori rimuovendo don Alessandro Santoro dalla sua parrocchia, condanna così la Chiesa fiorentina a ripetere ancora una volta lo stesso errore. Tra le più vive delle diocesi italiane, quella di Firenze, si porta dietro questa condanna ad essere, al momento del dunque, incapace di scegliere il cambiamento.
Come quarant’anni fa, quando Ermenegildo Florit, arcivescovo di Firenze, decise di privarsi di una delle più attive e solidali comunità cristiane, quella dell’Isolotto. La stessa logica che condannò padre Ernesto Balducci all’esilio alla Badia Fiesolana sotto la protezione di un’altra diocesi. Se don Enzo Mazzi - come ebbe a dichiarare in una bella intervista rilasciata al nostro Vittorio Bonanni- venne rimosso "perché l’Isolotto puzzava troppo di comunismo", il pretesto per congedare don Santoro è stato il matrimonio con rito cattolico, celebrato tra Sandra Alvino e Fortunato Talotta.
Una storia di amore che la Chiesa, contraddicendo il Vangelo, non ha voluto benedire. La colpa di Sandra è quella di essere nata uomo e aver scelto di diventare, nel lontano 1982, donna. Unirsi in matrimonio in chiesa era per loro una scelta di fede perché per lo Stato italiano erano già sposati. La Chiesa ha preferito fare muro e - a ben vedere - ha semplicemente scelto questo pretesto per normalizzare una esperienza "rebelde".
Perché la comunità delle Piagge è uno straordinario laboratorio di umanità, tanto più prezioso perché radicato su un territorio marginalizzato e periferico. Un quartiere cresciuto sotto i fumi dell’inceneritore di San Donnino (oggi chiuso, ma rapidamente sostituito da altri), il raccordo autostradale e "l’aeroporto tra le case" di Peretola. Casermoni che si perdono a vista d’occhio intervallati sulla via Pistoiese da centri commerciali. Relazioni umane e sociali difficili, il rischio costante di una infinita guerra tra poveri, tra sottoproletari italiani e sottoproletari stranieri.
Don Santoro non è un prete contro, ma un prete per. Per i diritti, la dignità, sempre in prima fila nella promozione della cultura di pace. Grazie alla comunità è cresciuto il commercio equo e solidale, si sono diffusi i gruppi di acquisto solidali, una casa editrice "dal basso", un giornale e tante iniziative culturali. Spiegare il Vangelo alla Piagge significa avere la capacità prima di tutto di sentire cosa prova e come ragiona l’umanità che vi vive. Non una Chiesa padrona, ma una Chiesa di servizio che autopromuove la partecipazione, il confronto e che rompe i tabù quando questi negano la legge dell’amore per gli altri.
«La gestazione della speranza scatenò il conflitto - scrisse don Enzo Mazzi sulla esperienza dell’Isolotto - Perché la speranza è la grande nemica del potere. Il quale si nutre di disperazione». Ecco il delitto di don Santoro: aver dato speranza in un luogo difficile, estremo. Ecco le ragioni di questa rimozione: la paura, vorrei dire il terrore, della Chiesa ufficiale di essere convertita dagli ultimi.