Il carcere di Gaza
di Luigi Fioravanti (l’Unitą, 11.01.2010)
La strage di Gaza, lo scorso anno, è stata perpetrata da parte degli israeliani senza lasciare ai palestinesi alcuna via di scampo; anche l’Egitto fece la sua parte: chiuse i confini a sud, unica via di fuga. Quest’anno l’Egitto ha impedito ai partecipanti alla Gaza Freedom March di raggiungere Gaza, per portare ai palestinesi aiuti e solidarietà. Da tempo ormai l’Egitto dove c’è una dittatura, ma che come amico dell’Occidente, viene insignito del titolo di “paese moderato" è più interessato a compiacere Israele e Usa che a sostenere i diritti dei palestinesi. Ora sta costruendo un muro d’acciaio sotterraneo sul confine di Gaza: la striscia di Gaza sotto embargo totale da parte di Israele da tre anni chiusa per mare, per cielo, per terra, lo sarà anche sottoterra: una prigione collettiva per un milione e mezzo di abitanti. Carcerieri Israele e Egitto, finanziatori gli Stati Uniti, spettatori gli europei: nel silenzio complice di grande stampa e tv.