vicino a don luigi sturzo, gli dedicò molti saggi. firmò tanti manuali scolastici
Addio a Gabriele De Rosa. Morto a Roma
il primo storico contemporaneo
Nato a Castellammare di Stabia, è stato un innovatore del metodo di ricerca sulla storia religiosa *
NAPOLI - È morto oggi a Roma, a 92 anni, lo storico Gabriele De Rosa. Era nato a Castellammare di Stabia il 24 giugno del 1917. Appena tornato dalla guerra in Africa, confessò di aver ritrovato fiducia nella «nostra civilità» leggendo il saggio di Croce «Perché non possiamo non dirci cristiani». Una sorta di viatico che accompagnò tutta la sua produzione successiva di studioso di storia del movimento cattolico e di storia politica ed economica dell’età contemporanea.
INNOVATORE CATTOLICO - De Rosa è stato un profondo innovatore della metodologia di ricerca sulla storia religiosa: non a caso tra le sue opere principali ci sono «Storia dell’Italia religiosa», pubblicata in tre volumi da Laterza, e «Storia del movimento cattolico», sempre per Laterza.
LA GUERRA IN AFRICA - Lauretao in Giurisprudenza, il professore seguì la sorte dei giovani italiani che andarono in guerra: a lui capitò il fronte nordafricano sul quale decenni dopo pubblicò da Donzelli un «taccuino militare» intitolato «La passione di El Alamein». In esso rivendicò «l’amor di patria» che - scrisse - continuò ad essere vivo «nella guerra di Liberazione, nella Resistenza e nella fondazione della Repubblica».
PRIMO PROF DI STORIA CONTEMPORANEA - Nel 1958 vinse il concorso per la prima docenza di storia contemporanea in Italia, disciplina che successivamente insegnò nelle università di Padova, di Salerno (di cui è stato rettore) e di Roma. Particolarmente attento alla genesi del movimento cattolico, ha imperniato molte delle sue ricerche sulla figura di don Luigi Sturzo. Del resto l’anziano sacerdote era stato per lui, a partire dal 1954, un aiuto prezioso per la preparazione del libro sulla storia del movimento cattolico. L’opera - che va dal periodo della Restaurazione alla prima guerra mondiale, alla nascita del partito popolare - ha come filo conduttore la storia del cattolicesimo intransigente. Segna inoltre uno spartiacque fra la concezione di una storia ancora prevalentemente politica del cattolicesimo italiano e l’incontro con una «storia minore», attenta alla religiosità quotidiana, che caratterizzerà inoltre la fase successiva del lavoro di De Rosa. In questo filone si inserisce ad esempio il libro «Vescovi, popolo e magia nel sud» (1971).
PER DON STURZO - Autore anche numerosi manuali per le scuole medie e superiori, il suo nome è però legato alla biografia di don Sturzo e ai saggi su De Gasperi, due giganti dell’organizzazione politica dei cattolici in Italia. Una passione civile che lo contraddistinse nei suoi due mandati da parlamentare: il primo nel 1987, il secondo nel 1992, entrambi per le forze cattoliche (Dc e Ppi), lui che si era iscritto durante la Resistenza al Pcim e aveva anche lavorato all’Unità. Fondatore del centro studi per la storia religiosa del Veneto è stato per molti anni presidente dell’Istituto Sturzo. Per anni si è battuto perché la carestia che nel 1932-33 affamò l’Ucraina con milioni di vittime, che faceva risalire alle teorie genetiche di Lysenko, fosse annoverato tra i crimini di Stalin e iscritto nel libro nero dei genocidi commessi nel XX secolo.
* Corriere della Sera, 08 dicembre 2009