Caro "Yossi"
non tocca a me difendere la memoria di Gabriele De Rosa. E’ da considerare però che egli, pur condividendo le sorti della maggioranza del popolo italiano, era riuscito a ’leggere’ la sua esperienza e a capire che il filo forte di tutta la sua vita era stato «l’amor di patria», che - scrisse - continuò ad essere vivo «nella guerra di Liberazione, nella Resistenza e nella fondazione della Repubblica» (La passione di El Alamein). Non mi sembra né un approdo né una conquista da poco, per un giovane che a 21 anni sognava "la rivincita di Ario". O no?
Grazie per il suo intervento.
Federico La Sala