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ITALIA 1994-2009: L’ATTACCO DI UN PARTITO DA "PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA", CON I SUOI FURBESCHI E OFFENSIVI SIMBOLI (AUTORIZZATI E REGISTRATI): "FORZA ITALIA", "POPOLO DELLA LIBERTA’"!!!

A BERLUSCONI, UN AUGURIO E UN ULTIMO APPELLO DI NAPOLITANO. Una nota di Federico Geremicca - a cura di Federico La Sala

COMPLOTTO CONTRO BERLUSCONI? MA SCHIFANI, FINI, BOSSI, E TUTTI GLI ALTRI HANNO "SPOSATO" IL FALSO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E NON GLI HANNO SCRITTO ALCUNA "lettera di ripudio" (Paolo Farinella) E CANTANO ANCORA "Forza Italia"!!!
lunedì 21 dicembre 2009 di Federico La Sala
[...] l’intervento del Presidente si è mosso con la consueta lucidità dentro quel quadrilatero di rapporti da tempo fonte di ogni problema: politica-giustizia-governo-opposizione. Si è trattato di un discorso severo e fermo, soprattutto nei confronti della maggioranza di governo e di Silvio Berlusconi, al quale - espressa solidarietà «istituzionale e personale» - non ha certo risparmiato rilievi: dall’evocare complotti contro il governo, che la Costituzione rende impraticabili; all’aver (...)

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> A BERLUSCONI, UN AUGURIO E UN ULTIMO APPELLO DI NAPOLITANO. ... «Decreti hanno compromesso il ruolo del Parlamento»

martedì 22 dicembre 2009

«Decreti hanno compromesso il ruolo del Parlamento» *

Giorgio Napolitano rivolgendo gli auguri alle alte magistrature dello Stato ha invitato a «guardare con ragionevolezza allo svolgimento di questa legislatura ancora nella fase iniziale» e ha ammonito «che non si paventino complotti che la Costituzione e le sue regole rendono impraticabili contro un governo che goda della fiducia della maggioranza in Parlamento».

«Ci incontriamo oggi a breve distanza di tempo dalla brutale aggressione al presidente del Consiglio, al quale rinnovo i sensi della mia solidarietà personale e istituzionale e fervidi auguri di pronto ristabilimento. È stato un fatto assai grave, di abnorme inconsulta violenza, che ha costituito motivo non solo di profondo turbamento ma anche di possibile (ne abbiamo visto i primi segni) ripensamento collettivo». È un passaggio dell’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano pronunciato nel corso dell’incontro con le alte magistrature della Repubblica.

Giorgio Napolitano rivolge alle alte magistrature dello Stato presenti al Quirinale l’invito «alla più larga condivisione, strada maestra per realizzare le riforme istituzionali, strada percorribile» come dimostrano alcuni «non trascurabili momenti di unità», e ampie convergenze in Parlamento sul federalismo fiscale e sulla riforma della finanza pubblica.

Il Presidente ha poi sottolineato che «il largo uso di decreti da parte dei governi ha compromesso il ruolo del Parlamento». «È un fatto innegabile» che in questi due anni «il governo ha esercitato intensamente i suoi poteri» mentre invece il Parlamento è stato «compresso». Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nel corso di una cerimonia al Quirinale. Nel suo ragionamento il capo dello Stato è partito «dal rapporto tra governo e Parlamento, come rapporto funzionale e come cardine dell’equilibrio costituzionale».

«Esso presenta non da qualche anno ma da più legislature - ha osservato - seri elementi di criticità, e si discute se e come lo si possa ridefinire in sede di riforma della Costituzione. È tuttavia un fatto innegabile che nel 2008-2009 il governo ha esercitato intensamente i suoi poteri, non ha trovato alcun impedimento, a nessun livello, a decidere e attuare tutti i provvedimenti che ha giudicato opportuni per reagire alla crisi finanziarie ed economica».

Al contrario, ha affermato Napolitano, «è stato invece compresso, per le modalità adottate nel corso del tempo da parte di governi raprpesentativi di diversi e opposti schieramenti, l’esercizio del ruolo del Parlamento: ruolo che si esplica non solo con la libertà di discutere, ma con la libertà di pronunciarsi attraverso il voto sulle disposizioni di legge sottoposte al suo esame e sulle relative proposte di modifica. Ed è stata nello stesso tempo gravemente condizionata e colpita la qualità della produzione legislativa».

Giorgio Napolitano non sottovaluta il clima a volte esasperato del mondo della politica e dei rapporti tra le istituzioni, «una conflittualità che va ben oltre il tasso fisiologico delle democrazie mature». Ma tiene a sottolineare che «l’Italia non è, come talvolta si scrive, un paese ’diviso su tutto’». Davanti alle alte cariche dello Stato elenca le occasioni in cui l’Italia è stata unita: il G8, l’omaggio ai caduti in Afghanistan, i temi europei, il soccorso ai terremotati e agli alluvionati, il sostegno alle forze dell’ordine e a tutti i protagonisti della lotta contro la mafia, e anche le non trascurabili convergenze nelle regioni, negli enti locali, in Parlamento. Insomma, la via «della più larga condivisione».

«E allora - aggiunge - stiamo attenti a non lacerare quel fondo di tessuto unitario vitale e condizione essenziale per affrontare i problemi. Da qui è nato alcune settimane fa il mio richiamo perché si fermasse ’la spirale di un crescente drammatizzazione delle polemiche e delle tensioni tra le parti politiche e tra le istituzioni’. Un richiamo dettato anche dal dovere di prevenire ogni degenerazione verso un clima di violenza. Dovere cui nessuno può sottrarsi specialmente dopo quel che è accaduto a Milano il 13 dicembre».

Giorgio Napolitano ritiene non solo auspicabili, ma possibili «alcune essenziali e ben mirate» riforme istituzionali nell’attuale legislatura. Perciò, ha detto al Quirinale, «mi è sembrato saggio suggerire un approccio realistico e insisto su ciò perché mi preme che si giunga finalmente a dei risultati». Questa esigenza, ha sottolineato, «è un’ulteriore motivo per cercare la massima condivisione in Parlamento».

* l’Unità, 21 dicembre 2009


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