Tettamanzi: più sobrietà contro la crisi
«Sei milioni di euro per i disoccupati»
di Paolo Foschini (Corriere della Sera/Milano, 2 gennaio 2010)
Opporsi al «dominio della logica economica» e alla «costrizione al consumo». Sviluppare «un nuovo stile di vita». Non in nome di un pauperismo fine a se stesso, ma per accordare «valore a una qualità della vita responsabile e sostenibile»: così il cardinale Dionigi Tettamanzi, ieri in Duomo.
E monsignor Gianfranco Bottoni, responsabile delle relazioni ecumeniche e interreligiose per la Diocesi, accogliendolo all’altare lo ha esortato a «non temere le critiche che nascono dall’ignoranza della parola di Dio» e provenienti da «chi si dice cristiano senza esserlo».
Il riferimento agli attacchi che il cardinale aveva subito in dicembre da parte della Lega non è stato esplicito: ma evidente quanto basta.
Dopodiché, a chiusura di un anno in cui l’esortazione alla «solidarietà» sociale e a un recupero di «sobrietà» come via d’uscita dalla crisi ha rappresentato la sua principale insistenza, l’arcivescovo di Milano ha deciso di riproporre il medesimo tema- e con forza ancora maggiore- quale primo comandamento anche per l’anno che verrà. E se «sobrietà» è stato uno dei termini-chiave scelti dallo stesso presidente Giorgio Napolitano per il suo discorso agli italiani la sera di San Silvestro, Tettamanzi ha ripetutamente citato il papa per estendere il concetto dall’economia all’ambiente: «Il degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi, gli stili di vita, nonché i modelli di consumo e di produzione dominanti».
Così, dopo aver rilanciato appena una settimana fa il mantenimento del Fondo Famiglia-lavoro inaugurato da lui a Natale dell’anno scorso e che ormai ha toccato i sei milioni di donazioni, il cardinale ha scelto il pulpito della messa di Capodanno celebrata ieri in Duomo per ribadire che la crisi non è finita e che limitarsi a sognare una ripresa dei consumi non solo non basta ma potrebbe persino essere controproducente. «Solidarietà e sobrietà- ha detto - sono due parole purtroppo in controtendenza nell’odierna società, ma del tutto decisive per risolvere i problemi dell’umanità e per adottare stili di vita coerenti con il vero Pace- è stata preceduta da un corteo della comunità di Sant’Egidio per ricordare le ventidue guerre in corso nel mondo e caratterizzata dall’incontro col Consiglio di tutte le chiese cristiane di Milano.
E il cardinale, riprendendo Benedetto XVI, ha sottolineato a sua volta come la via che porta alla pace passa anche attraverso il rispetto dell pianeta e dell’ambiente: di qui il monito non solo a «non spadroneggiare nei confronti delle persone e della natura » ma a « rispettare e promuovere la libertà altrui».