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A FREUD (1939), IN MEMORIA. IN UN’ITALIA IN PIENA CRISI OSSESSIVA ("DUE" PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA GRIDANO "FORZA ITALIA" DAL 1994), E’ SPARITA LA PSICOANALISI. CHE GUAIO (Edoardo Sanguineti, Corsera 03.01.2010)!!!

PER GALIMBERTI, QUEL CHE RESTA DI FREUD E’ LA RASSEGNAZIONE: SAREMO SEMPRE NEVROTICI. L’apologia del presente continua - a cura di Federico La Sala

(...) cosa resta di Freud a settant’anni dalla sua morte? Rispondo: l’aver sottratto il disagio psichico alla semplice lettura biologica, l’averlo collocato sul piano culturale, l’aver intuito per effetto di questa collocazione che il disagio psichico si modifica di epoca in epoca (...)
domenica 3 gennaio 2010 di Federico La Sala
[...] dagli anni Settanta in poi, il disagio psichico ha cambiato radicalmente forma: non più il «conflitto nevrotico tra norma e trasgressione» con conseguente senso di colpa ma, in uno scenario sociale dove non c’è più norma perché tutto è possibile, la sofferenza origina da un «senso di insufficienza» per ciò che si potrebbe fare e non si è in grado di fare, o non si riesce a fare secondo le attese altrui, a partire dalle quali, ciascuno misura il valore di se stesso [...]
FREUD, KANT, (...)

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Per Galimberti: Quel che resta di Freud è l’aver tentato di dare un senso all’inconscio.

martedì 5 gennaio 2010
Ho fatto la mia tesi di laurea triennale in filosofia su Freud e sono rimasta davvero affascinata dalla sua personalità, dal suo pensiero e da tutto quello che, a mio umile parere, ci ha lasciato. Il semplice fatto che "Linterpretazione dei sogni", ufficialmente pubblicata a fine 1899, sia stata datata sulla copertina 1900, ci fa immaginare l’importanza che Freud ha avuto per questo secolo. Freud ci ha lasciato moltissimo e, anche se in molte cose può essere stato superato, non dobbiamo dimenticare l’importanza e la grandezza del suo pensiero. Ci ha fatto comprendere che l’inconscio non è soltanto qualcosa di oscuro, di poetico o indicibile. Esso funziona secondo una logica ben precisa, molto simile alla logica del sogno. Esso contiene tutti quegli avvenimenti, sensazioni che hanno avuto un impatto troppo forte con noi stessi e con il nostro io da non poter giungere a coscienza; avvenimenti talmente traumatici che hanno come unica via quella dell’accesso al nostro inconscio. Essi però, come Freud più volte sottolinea, non vengono rimossi per sempre, ma sono solo "isolati psichicamente". Da qui tutte le nevrosi che si possono riscontrare nel’uomo. Non so se lei leggerà relamente questo intervento; ci sarebbe moltissimo molto altro da dire e io sono solo all’inizio del mio percorso con Freud, ma vorrei dirle che l’articolo mi è piaciuto molto e in particolare condivido l’idea, che ben espone ne "L’ospite inquietante" dell’inesistenza nell’attuale società del concetto di limite. L’uomo di oggi vuole fare tutto, senza chiedersi più "è lecito che lo faccia solo perché forse ci posso riuscire?".

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