Inviare un messaggio

In risposta a:
PARLARE ITALIANO: LINGUA, COSTITUZIONE, E CITTADINANZA. LA FARINA DEL DIAVOLO FINISCE IN CRUSCA ....

LA CRUSCA, LA LINGUA (DEL) "PADRE-PADRONE", E L’ITALIA. Una nota di Laura Montanari e un commento di Stefano Bartezzaghi - a cura di Federico La Sala

Sul web la Crusca scioglie i dubbi sull’italiano, lingua sconosciuta. Molte domande sui congiuntivi, sul plurale di euro o sul femminile di avvocato.....
martedì 19 gennaio 2010

In risposta a:

> LA CRUSCA, LA LINGUA (DEL) "PADRE-PADRONE" ---- GEORGE LAKOFF E L’EMPATIA. Se la sinistra perde, è anche perché non ha compreso come funziona la mente umana. In "Pensiero politico e scienza della mente" (di Marco Revelli).

mercoledì 20 gennaio 2010


-  Lakoff: sinistra perdente? Ovvio, utilizza le parole e le emozioni della destra!

-  Le parole per dire qualcosa di sinistra... ma anche i «frame». Ecco cosa consiglia alla «sinistra perdente» il linguista americano George Lakoff: articolare un proprio linguaggio e recuperare l’empatia.

-  Empatia
-  Senza la percezione del vissuto degli altri c’è solo predazione

di Marco Rovelli (l’Unità, 20.01.2010)

Se la sinistra perde, è anche perché non ha compreso come funziona la mente umana. In Pensiero politico e scienza della mente (traduzione di G. Barile, pp. 339, euro 26,00, Bruno Mondadori), George Lakoff, uno dei più eminenti linguisti americani, torna a invitare la sinistra ad articolare un proprio linguaggio piuttosto che inseguire la destra sul suo terreno. Secondo Lakoff questa rincorsa ha segnato negativamente il destino dei liberal americani nei confronti dei repubblicani ma viene naturale riportare il suo discorso anche alle derive politiche italiane. Il fatto è che per vincere occorre comprendere l’inconscio cognitivo, il sistema di concetti che organizza la nostra mente, strutturata da «frame», cornici concettuali metaforiche di cui per la maggior parte siamo inconsapevoli ma che orientano in maniera decisiva la nostra interpretazione dei temi e dei discorsi politici. Questi frame sono indipendenti da noi, è circuiteria neurale che si è formata fin dai primi anni della nostra vita, è «esperienza incorporata». «I modelli culturali sono nel nostro cervello. E noi li usiamo automaticamente».

Due sono i modelli fondamentali secondo Lakoff: quello dei genitori premurosi e quello del padre severo. Danno vita a modalità profondamente di concepire la politica (Moralità è Cura versus Moralità è Obbedienza all’autorità), e bisogna esserne consapevoli per poter produrre un discorso politico vincente. Non basta citare fatti e cifre: bisogna partire dal significato morale, dai frame metaforici che strutturano la nostra mente, dal «mobile esercito di metafore» che percorre i nostri tracciati neurali. E «quando una verità importante passa inosservata perché priva di frame e di nome, può diventare importante costruire un frame concettuale e un nome»: Lakoff lo ha fatto coniando un termine, privateering, la «privatizzazione predatoria» che designa l’insieme di una serie di politiche repubblicane.

Ma lo si potrebbe fare anche in Italia, senza aver paura di essere tacciati di «ideologia» («la paura, dice Lakoff, di come l’altra parte presenterà il nostro voto e la paura di mostrare la verità su noi stessi»). Accettare il frame dell’avversario (dalla sicurezza alle riforme...) significa essere sconfitti in partenza. Così come si è sconfitti quando si accetta l’impostazione di conduttori di talk-show conservatori («Siete a favore di una riduzione/alleggerimento delle imposte?»; «Dobbiamo vincere la guerra al terrore o ritirarci?»), senza avere il coraggio di opporgli un altro tipo di impostazione, di frame. Non è solo questione di parole, ma di idee e di valori che stanno dietro alle parole.

E poi, alla radice di tutto questo, Lakoff sottolinea come troppo spesso la politica progressista si sia dimenticata del suo valore fondante, l’empatia, che determina la cura degli altri come necessità, e che assegna allo Stato i ruoli sia di protezione (libertà da) che di empowerment (libertà di: le possibilità concrete di uguaglianza, insomma). L’empatia, ricorda Lakoff, si fonda sulla attivazione dei neuroni specchio, che si attivano sia quando eseguiamo un’azione che quando la vediamo eseguire, e che sono dunque responsabili della nostra identificazione nell’altro, dalla quale riceviamo piacere: empatia e cooperazione sono dunque una valori fondanti dell’umano, e occorre coltivarli e rivendicarli, invece di accettare i frame della paura e dell’obbedienza tipici delle narrazioni metaforiche dei conservatori.❖


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: