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SVOLTA IN FRANCIA. DALLA CARITÀ ("CHARITE’") DI PASCAL ALLA CARITA’ DI PAPA RAZTINGER ("DEUS CARITAS EST", 2006), DALLA CHIAREZZA DI CARTESIO ALLA "CONFUSIO-NE" ("COMMUNIO") DI J.-L. MARION ....

IL PRESIDENTE SARKOZY E IL FILOSOFO J.-L. MARION: DALL’ACCOGLIENZA DELLA DIVERSITÀ ALLA DIFESA DELL’IDENTITÀ, ’NAZIONALE’ E ’CATTOLICA’. Sul tema, un articolo di Philippe Bernard ("Le Monde"), di Marcel Neusch ("La Croix") e un’intervista di Isabelle de Gaulmyn a Marion ("La Croix") - a cura di Federico La Sala

Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di origine straniera - si ritiene più rassicurante per l’elettore
martedì 26 gennaio 2010
[...] Le incertezze politiche e la crisi economica hanno probabilmente avuto ragione delle convinzioni
del capo dello Stato. Con una disoccupazione galoppante e delle elezioni regionali difficili in
prospettiva, non era più il caso di sostenere un discorso suscettibile di essere percepito come
favorevole alla promozione, anche sul lavoro, di persone provenienti dall’immigrazione.
Il messaggio subliminale dell’ “identità nazionale” - quello dell’ostilità verso le persone di (...)

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> BRUXELLES. Rom, scontro Barroso-Sarkozy. "Parigi continuerà a smantellare i campi". Il leader europeo ribadisce: "Le discriminazioni sono inaccettabili"

giovedì 16 settembre 2010

L CASO Rom, scontro Barroso-Sarkozy "Parigi continuerà a smantellare i campi"

Sarebbe sfociato in una discussione - definita "violenta" dal primo ministro bulgaro, Boyko Borissov - il confronto tra il presidente francese e il presidente dell’esecutivo Ue durante il vertice di Bruxelles tra i 27 Paesi dell’Unione. Ma il n.1 dell’Eliseo nega: "Nessun contrasto". Mentre il leader europeo ribadisce: "Le discriminazioni sono inaccettabili" *

BRUXELLES - Sarebbero culminate in uno scontro verbale "violento" tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e il presidente dell’esecutivo europeo Josè Manuel Barroso, durante i lavori del vertice Ue in corso a Bruxelles, le tensioni sulla questione dei rom tra la Francia e la Commissione europea. Lo ha riferito il primo ministro bulgaro, Boyko Borissov. Un contrasto che Sarkozy nega, rilanciando, però, la fermezza nelle politiche d’espulsione: "Sono stati già smontati più di 55 mila campi nomadi. Non c’è alcuna forma di discriminazione, tutto è successo ed è stato voluto dalle leggi, dai nostri regolamenti. I francesi devono sapere che questa politica continuerà nel rispetto delle regole repubblicane, un rispetto molto forte". Nel mirino del presidente francese finiscono anche i media: "Voi giornalisti che mi mettete in prima pagina poi mi chiedete se ho dato adito all’Ue di accusarmi. Per la Francia è stata un’umiliazione profonda".

Di tono un po’ diverso la replica di Barroso, che rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sullo scontro avuto con Sarkozy, ha risposto: "E’ vero che abbiamo sentito commenti esagerati: ieri, la commissaria Reding lo ha riconosciuto, penso che altri dovrebbero fare lo stesso, rinunciando a un certo populismo". Barroso ha pertanto rivolto un invito ad abbandonare "retorica inutile" e "controversie non necessarie" per non farsi distrarre dal vero problema. "La Commissione riempie il suo ruolo di guardiano dei trattati. In Unione europea ogni discriminazione in termini etnici è assolutamente inaccettabile. La dignità umana è sacra", ha dichiarato Barroso. Il presidente dell’esecutivo europeo ha rilevato la necessità di affrontare insieme il problema e di non farsi distrarre "dalle polemiche".

La situazione, già tesa da giorni, stamani non si era affatto distesa, dopo che la presidenza belga dell’Ue aveva dichiarato che riteneva fosse compito della Commissione europea "sorvegliare" il rispetto da parte della Francia della normativa europea per quanto riguarda la materia del rimpatrio dei rom in Bulgaria e Romania. "Concordiamo tutti sul fatto che la Commissione debba verificare la corretta applicazione degli impegni presi dalla Francia" su questa delicata questione, ha dichiarato poco prima dell’inizio del vertice Ue a Bruxelles il premier belga, Yves Leterme, il cui paese assicura la presidenza semestrale dell’Unione europea.

Inevitabilmente i leader dei ventisette, oggi, hanno parlato anche della questione dei rimpatri dei rom. La questione, che non era prevista in agenda, è stata dibattuta informalmente durante il pranzo, su richiesta del presidente francese Nicolas Sarkozy, protagonista ieri di un duro scambio di accuse con la commissaria Ue alla giustizia Viviane Reding. Il premier Silvio Berlusconi è arrivato in ritardo al vertice a causa di un guasto tecnico e un atterraggio di emergenza dell’aereo 1 (FOTO 2) su cui viaggiava, ma in tempo utile per partecipare al confronto tra i leader sui rom e sugli altri temi ufficiali del summit. Ieri Berlusconi ha assicurato il sostegno dell’Italia alla Francia e a Sarkozy, chiedendo all’Europa di farsi carico del problema dei rom e dell’immigrazione. E oggi Sarkozy dice: "Ho parlato con lui e siamo d’accordo".

Il vertice è stato preceduto da una riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue che ha dato il via libera all’accordo di libero scambio tra Ue e Corea del sud, dopo che l’Italia ha tolto la sua riserva. Per l’Italia al tavolo dei capi di Stato e di governo c’è il ministro degli Esteri, Franco Frattini.

Le scuse di Reding. Ieri sera la Reding aveva smorzato i toni ed espresso le sue "scuse" per aver osato un parallelo tra le espulsioni dei rom e la seconda guerra mondiale. Oggi Sarzoky commenta: "Quelle frasi hanno scioccato i sentimenti di tutti i miei compatrioti’’. Resta, però, l’apertura di un procedimento di infrazione contro Parigi per la politica di rimpatri volontari dei rom bulgari e romeni. "La Commissione Ue ha il diritto e l’obbligo di verificare se gli Stati membri rispettano le regole comunitarie" sintetizza la cancelliera tedesca, Angela Merkel.

Gli altri dossier. La questione dei rom rischia di oscurare i numerosi altri dossier nell’agenda del vertice Ue, in primis quello economico e della crisi del debito. I 27 non concordano sulle misure da adottare e sull’introduzione di nuove sanzioni contro i paesi troppo lassisti, come rischiesto dalla Germania. Fra gli altri temi sul tavolo dei lavori, gli aiuti al Pakistan, l’accordo di libero scambio con la Corea del Sud, le relazioni dell’Ue con i suoi partner cosiddetti strategici, in particolare quelli asiatici.

La risposta di Parigi a Bruxelles. Intanto, incalzato sulla sua politica nei confronti dei rom, il governo di Parigi prepara la risposta a Bruxelles. Rappresentanti dell’ElIseo, di Matignon, dell’Interno e dell’Immigrazione si sono incontrati ieri per delineare la risposta alla lettera che il Commissario Ue, Viviane Reding, ha inviato all’esecutivo per chiedere chiarimenti sulla circolare del 5 agosto, in cui si diceva esplicitamente che le espulsioni dovevano riguardare "in particolare i rom" (una circolare precipitosamente sostituita lunedì scorso).

Il governo vuole prendere le contro-misure nei confronti della minacce di una procedura di infrazione da parte della Commissione; una condanna che potrebbe portare a sospendere l’allontanamento dei rom -tanto che siano volontari, umanitari o forzati- rumeni e bulgari verso il loro Paese. Le Figaro è entrato in possesso del messaggio inviato martedì da Viviane Reding, al ministro francese dell’Immigrazione, Eric Besson: "Le sarei riconoscente -scrive- se volesse farmi avere al più presto gli elementi di spiegazione che potete addurre sulla compatibilità di questa circolare al diritto dell’Unione Europea e della Carta dei Diritti fondamentali e tutti i dettagli su come è stata applicata". Il Commissario chiede di sapere -aggiunge il quotidiano francese - se i prefetti abbiano applicato alla lettera la famosa circolare del 5 agosto, che ha infiammato il dibattito e che faceva un particolare riferimento ai rom; e chiede anche chiarimenti sulla nuova circolare preparata dal ministro dell’Interno, Bruce Hortefeux, il 13 settembre, per dissipare "ogni malinteso circa la possibile stigmatizzazione dei Rom". La Reding vuole sapere in sostanza cosa cambia sullo smantellamento dei campi dei rom, tanto più che la nuova circolare sostituisce quella incriminata, senza specificare se l’annulla; un dato che non è sfuggito alla Reding che intende incrociare le armi.

Maroni: "La Francia ha applicato le direttive europee". Per fronteggiare l’emergenza Rom ’’il governo francese ha agito bene applicando le direttive europee’’. Lo ha affermato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, interpellato dai giornalisti a Montecitorio. Maroni ha poi aggiunto che in Italia ’’l’emergenza nomadi non c’è più e la situazione si va normalizzando’’, con gli interventi di chiusura dei campi abusivi e l’apertura di campi nomadi attrezzati.

* la Repubblica, 16 settembre 2010


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