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GERMANIA SOTTO SHOCK. SACERDOTI ED EDUCATORI NELLE VESTI DI AGUZZINI

SCUOLE CATTOLICHE: A BERLINO (E NON SOLO), UN ORRORE SENZA FINE. Una nota di Andrea Tarquini - a cura di Federico La Sala

Dopo le vittime del Canisius, si sono decisi a rompere il muro del silenzio anche ex studenti di scuole superiori cattoliche ad Amburgo, Hannover, Goettingen, a Hildesheim o nella Selva Nera.
sabato 6 febbraio 2010 di Federico La Sala
[...] Dopo le vittime del Canisius, si sono decisi a rompere il muro del silenzio anche ex studenti di scuole superiori cattoliche ad Amburgo, Hannover, Goettingen, a Hildesheim o nella Selva Nera. Un altro istituto superiore di prestigio, lo Aloisiuskolleg di Bad Godesberg (il quartiere meridionale di lusso di Bonn) sarebbe stato luogo di casi di abuso sessuale particolarmente gravi. Un avvocato delle vittime di violenze sessuali al Canisius si sta preparando a una causa collettiva presso (...)

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> SCUOLE CATTOLICHE: A BERLINO (E NON SOLO), UN ORRORE SENZA FINE. --- Angela Merkel affronta il dossier pedofilia (di Marion Van Renterghem -Le Monde).

sabato 24 aprile 2010

Angela Merkel affronta il dossier pedofilia

di Marion Van Renterghem

-  in “Le Monde” del 25 aprile 2010 (traduzione: www.finesettimana.org)

Hanno più di 45 anni e ci hanno messo molto tempo a riuscire a parlarne senza troppa vergogna: Marcello Moschetti e Mathias Bubel, vittime di preti gesuiti pedofili quando erano al Canisius Kolleg di Berlino, non erano invitati alla tavola rotonda organizzata nella capitale tedesca, venerdì 23 aprile, per lottare contro gli abusi sessuali su minorenni.

Con altre persone venute individualmente o in piccoli gruppi, si sono accontentati di assistere in silenzio alla conferenza stampa che è seguita. E senza fare troppo rumore, come per una antica, radicata abitudine, si sono rassegnati a questa constatazione:”Sono stati invitati i colpevoli, non le vittime.”

Questa tavola rotonda, la prima del suo genere, è stata posta sotto l’egida dei ministeri tedeschi della famiglia, della giustizia e dell’istruzione. Ha riunito sessantuno esperti per tre ore: dei rappresentanti della Chiesa cattolica e e di quella protestante, tra cui il vescovo di Treviri, Stephan Ackermann; dei pediatri, dei giuristi, dei portavoce dei collegi evangelici, della federazione degli psichiatri, delle famiglie tedesche, del diritto dei bambini, delle associazioni sportive, ecc. Da parte politica: i ministri federali della famiglia, della giustizia e dell’istruzione; dei ministri dei Länder e dei deputati di tutti i partiti parlamentari.

Dall’autunno 2009 e come in altri paesi, la Germania è scossa da rivelazioni a catena su vecchi casi di pedofilia, in istituti cattolici essenzialmente, ma anche laici e protestanti. Molti casi sono stati individuati nel coro di Ratisbona all’epoca in cui era diretto da Georg Ratzinger, fratello di papa Benedetto XVI.

Invitando gli esperti a riflettere insieme, il governo di Angela Merkel vuole far uscire la Chiesa dal suo isolamento e affrontare il problema della pedofilia a tutti i livelli della società. “Una gran parte dei fatti che osserviamo sono prescritti, ma per la responsabilità non c’è prescrizione”, ha dichiarato la giovane ministra democristiana della famiglia, Kristina Schröder.

Spezzare i tabù

Gli esperti si riuniranno in gruppi di lavoro. Un primo rapporto provvisorio dovrà essere presentato entro la fine dell’anno. La possibilità di allungare i termini di prescrizione sarà una delle priorità da studiare. Alle vittime sono stati promessi degli indennizzi. Sul tavolo c’è anche il problema della prevenzione.

L’obiettivo è spezzare i tabù che coprono gli abusi sessuali su minorenni. La Chiesa, ma anche gli istituti scolastici o le associazioni implicate, dovranno rispondere della loro responsabilità. “Stiamo iniziando una grande missione”, ha detto la ministra della giustizia, Sabine Leutheusser- Schnarrenberger.

La Chiesa cattolica tedesca attraversa una crisi senza precedenti. Oltre alla rivelazione degli abusi sessuali, il vescovo di Augusta, Mons. Walter Mixa, ha presentato le dimissioni mercoledì 21 aprile, dopo essere stato accusato di aver picchiato degli ex allievi di un orfanatrofio cattolico. Secondo un sondaggio pubblicato venerdì sul tabloid Bild, due cattolici tedeschi su tre ritengono che i casi rivelati di abusi sessuali macchieranno in modo permanente l’immagine della loro Chiesa.

Quasi un quarto (il 23%) dice di aver pensato in questi ultimi tempi di lasciare la Chiesa, che, secondo l’inchiesta, dovrà forse affrontare una perdita di migliaia di fedeli. Una linea telefonica destinata esclusivamente agli abusi sessuali è stata attivata dalla Chiesa cattolica tedesca all’inizio di aprile. È sovraccarica.


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