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ELEZIONI, PARTITI, E LISTE. CHE LE ISTITUZIONI DEL NOSTRO PAESE ABBIANO PERMESSO UN PARTITO CON IL NOME DI "FORZA ITALIA" PRIMA, E CON IL "POPOLO DELLA LIBERTA’" POI, SIGNIFICA CHE E’ PROPRIO ALLA DERIVA!!!

UN IMPEACHMENT, MA PER QUALE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA?! DI PIETRO, FORSE, HA CONFUSO IL "NAPOLITANO" PRESIDENTE DELLA "REPUBBLICA" DEL PARTITO "FORZA ITALIA" E "POPOLO DELLA LIBERTA’", CON IL NAPOLITANO, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, CHE E’ L’UNICO TITOLARE DEL NOME *ITALIA*, E IL SOLO PRESIDENTE DEL POPOLO DELLA LIBERTA’!?! Alcune note sul caso - a cura di Federico La Sala

Per l’Italia e per la Costituzione. Che Giorgio Napolitano, il Presidente della Repubblica Italiana svegli il Presidente del Consiglio dal suo ’gioco’ fraudolento di "Presidente della Repubblica", che grida "Forza Italia" e Forza "Popolo della libertà"!!!
sabato 6 marzo 2010 di Federico La Sala
STORIA D’ITALIA (1994-2010). CON un Partito CAMUFFATO (e tuttavia autorizzato dalle Istituzioni, non una ma due volte!) da PARTITO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, IL CAVALIERE SFERRA L’ATTACCO AL QUIRINALE E ALLA COSTITUZIONE: "FORZA ITALIA"!, FORZA "POPOLO DELLA LIBERTA’"! - "L’ITALIA SONO IO" E IL DIRITTO E’ "UN DIRITTO AD PERSONAM"!!!
O CHE "BEL" NATALE: E CHE "BUON" ANNO !!! IL PRESIDENTE DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’" GIA’ PREPARA LO SPETTACOLO "IO SONO NAPOLITANO" E CANTA: "FORZA (...)

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> UN IMPEACHMENT, MA PER QUALE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA?! ---- -"Premier denigra, a rischio democrazia". Sì del plenum del Csm alla delibera, il documento che accusa il presidente del Consiglio.

mercoledì 10 marzo 2010


-  A larghissima maggioranza ("no" dei laici del Pdl) approvato
-  il documento che accusa il presidente del Consiglio
-  "Attacchi inaccettabili che delegittimano le istituzioni. Il premier non può insultare e intimidire"

-  "Premier denigra, a rischio democrazia"
-  Sì del plenum del Csm alla delibera
*

ROMA - A larghissima maggioranza, con il solo scontato "no" dei laici del Pdl, il plenum del Csm ha approvato il documento che accusa il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di aver denigrato e delegittimato la magistratura.

Tra i favorevoli alla delibera, il vice presidente del Csm Nicola Mancino. Che fa sentire la sua voce: "Il presidente del Consiglio è un organo istituzionale, ha responsabilità politica, non può usare un linguaggio di insulti e talvolta di intimidazioni nei confronti del libero esercizio dell’attività giudiziaria".

Il documento approvato è la conseguenza dei frequenti attacchi del premier verso le toghe. Un fascicolo che è andato via via ingrossandosi. Attacchi con un unico filo conduttore. Nel mirino del premier erano finiti tra gli altri i magistrati "comunisti" del processo Mills, i pm che hanno riaperto le indagini sulle stragi mafiose (accusati da Berlusconi di cospirare contro di lui), le toghe di Firenze che hanno messo sotto inchiesta Guido Bertolaso ("si vergognino"), la Corte Costituzionale e da ultimo le "bande" dei pm "talebani" "che perseguono fini eversivi". All’opposto il Csm elogia "la compostezza" e il "silenzio" opposto ad accuse "generiche e ingiuste" da questi magistrati.

Nei confronti del premier i consiglieri non usano giri di parole: l’assunto di una magistratura che vuole "sovvertire l’assetto istituzionale" è "la più grave delle accuse" e "una obiettiva delegittimazione della funzione giudiziaria nel suo complesso e dei singoli magistrati". E il pericolo per l’equilibrio tra poteri dello Stato, che è il fondamento della democrazia, è legato proprio al fatto che queste affermazioni ("inaccettabili") provengano "dal massimo rappresentante del potere esecutivo". Perché "non è ammissibile una delegittimazione di un’istituzione nei confronti dell’altra, pena la caduta di credibilità dell’intero assetto costituzionale".

I consiglieri si appellano a tutte le istituzioni "perché, sia ristabilito un clima di rispetto dei singoli magistrati e dell’intera magistratura, condizione imprescindibile di un’ordinata vita democratica". Un passo indispensabile anche per poter affrontare "serenamente le auspicate riforme in materia di giustizia".

* la Repubblica, 10 marzo 2010


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