Il tempo delle vittime
di Luc Chatel
in “Témoignage chrétien” n° 3388 del 18 marzo (traduzione: www.finesettimana.org)
Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna (Austria), è uno dei rarissimi membri dell’alto clero ad aver trovato le parole giuste di fronte alle rivelazioni di crimini pedofili che riguardano la Chiesa cattolica. Tra coloro che presentano la Chiesa come una macchina produttrice di mostri e coloro che, in Vaticano in particolare, praticano la confutazione, il cardinale Schönborn ha posto il problema essenziale, quello delle vittime. Citiamo un brano dal testo da lui pubblicato all’inizio di marzo: «“La verità farà di noi degli uomini liberi” (Giovanni 8,32). Ma che cos’è la verità senza la misericordia? Si pone allora immediatamente la domanda: la misericordia verso chi? Verso le vittime, in primo luogo! Queste ultime sono state spesso ignorate, e lo sono ancora, essendo perfino eventualmente sospettate, in un certo modo, di essere almeno in parte colpevoli del torto subìto. Allora, bisogna poter dire no!»
Se vi è un rimprovero incontestabile da fare alla Chiesa cattolica, è proprio di non aver preso in sufficiente considerazione la voce e la sorte delle vittime. O negando gli echi di crimini che le erano pervenuti, o soffocando gli scandali con cui si era trovata a confrontarsi. Quante vittime hanno dichiarato di essere state soccorse da un religioso? Un’esigua minoranza rispetto a delle migliaia. Di questa assenza, di questo silenzio, di questa colpa, la Chiesa dovrebbe chiedere perdono. Riconoscere di sentirsi, come scrive il cardinale Schönborn, “sporca e piena di vergogna”.
René Girard, filosofo e antropologo, aveva dimostrato, nel suo libro Je vois Satan tomber comme l’éclair, che una delle più potenti verità evangeliche, quella che ha contrassegnato la rottura tra il tempo dei miti e quello del cristianesimo, riguardava l’attenzione prestata alle vittime. Dal tempo delle vittime sacrificate per necessità, quando la violenza regolava la violenza, si è passati a quello della protezione della vittima innocente, alla lotta alla violenza da parte della pace. Un tempo nuovo, riassunto, secondo René Girard, nelle parole che designano Gesù: agnello di Dio.
Quando la Chiesa dubita di fronte a violenze criminali, quando dimentica le vittime e rifiuta di riconoscere che ha protetto dei torturatori, allora rinnega una delle sue verità fondamentali.