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COME SE AUSCHWITZ NON FOSSE MAI AVVENUTO, PER LA CHIESA DI PAPA RATZINGER. Si continuano a "concedere a Hitler delle vittorie postume" (Emil L. Fackenheim: "Tiqqun. Riparare il mondo")!!!

PAPA RATZINGER, ANNO SACERDOTALE E PEDOFILIA. I PASTORI SI MANGIANO LE PECORE? E’ "UN FENOMENO RIDOTTO"!!! Il ’rassicurante’ bilancio di Monsignor Charles J. Scicluna, il «promotore di giustizia» del Vaticano. Un’intervista di Gianni Cardinale - a cura di Federico La Sala

"I casi di preti accusati di pedofilia vera e propria sono quindi circa trecento in nove anni. Si tratta sempre di troppi casi - per carità! - ma bisogna riconoscere che il fenomeno non è così esteso come si vorrebbe far credere".
martedì 16 marzo 2010 di Federico La Sala
[...] Può essere che in passato, forse anche per un malinteso senso di difesa del buon nome dell’istituzione, alcuni vescovi, nella prassi, siano stati troppo indulgenti verso questi tristissimi fenomeni. Nella prassi dico, perché sul piano dei principi la condanna per questa tipologia di delitti è stata sempre ferma e inequivocabile. Per rimanere al secolo scorso basta ricordare l’ormai celebre istruzione Crimen Sollicitationis del 1922... [...]
SULLA PEDOFILIA, L’ALLARME DELLA RIVISTA (...)

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> PAPA RATZINGER, ANNO SACERDOTALE E PEDOFILIA. --- Preghiera di riparazione in Vaticano. Monsignor Scicluna, promotore di giustizia: "Per i colpevoli l’inferno sarà più duro".

sabato 29 maggio 2010


-  PEDOFILIA

-  Preghiera di riparazione in Vaticano
-  "Per i colpevoli l’inferno sarà più duro"

-  Durissime le parole pronunciate da monsignor Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione della Fede: "Sarebbe davvero meglio" che i loro crimini fossero "causa di morte" *

ROMA - "Sarebbe davvero meglio" per i sacerdoti colpevoli di abusi sessuali su minori che i loro crimini fossero "causa di morte" perché per loro "la dannazione sarà più terribile". Lo ha detto il promotore di giustizia della Congregazione della Fede, monsignor Charles Scicluna, incaricato di seguire tutti i casi di preti responsabili di abusi, in una preghiera "di riparazione e di intercessione" a San Pietro per lo scandalo di pedofilia nella Chiesa.

I lettori hanno invitato i presenti a pregare "per le vittime di abusi perpetrati da uomini e donne della Chiesa, perché possano giungere alla guarigione delle loro ferite e a sperimentare la vera pace" e "per i chierici e i religiosi che hanno commesso abusi, perché alla luce della verità possano affrontare con onestà le conseguenze delle loro colpe e accogliere le esigenza della giustizia".

Mons. Scicluna ha introdotto la preghiera con una meditazione del vangelo di Marco ricordando anche il passaggio in cui si afferma: "Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare". "Diversi ’Santi Padri’ - ha detto il prelato commentando il brano - interpretano la mano, il piede, l’occhio come l’amico caro al nostro cuore, con cui condividiamo la nostra vita, a cui siamo legati con legami di affetto, concordia, fraternità". Tuttavia, ha aggiunto, "c’è un limite a questo legame. L’amicizia cristiana si sottomette alla legge di Dio" e dunque, ha spiegato Scicluna, "se il mio amico, il mio compagno, la persona a me cara è per me occasione di peccato, è per me un inciampo nel mio peregrinare io non ho altra scelta secondo il criterio del Signore se non di tagliare questo legame".

Una scelta che rappresenta "uno strazio", ha continuato il promotore di giustizia, "eppure il Signore è chiaro: è meglio per te entrare da solo nel Regno, senza una mano, senza un piede, senza un occhio, che con il mio amico andare nella Gaenna (nell’inferno ndr.), nel fuoco inestinguibile". "Questa immagine così forte delle membra, del corpo - ha osservato monsignor Scicluna - ci mette senza troppa confusione di fronte allo specchio della nostra coscienza".

* la Repubblica, 29 maggio 2010


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