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COME SE AUSCHWITZ NON FOSSE MAI AVVENUTO, PER LA CHIESA DI PAPA RATZINGER. Si continuano a "concedere a Hitler delle vittorie postume" (Emil L. Fackenheim: "Tiqqun. Riparare il mondo")!!!

PAPA RATZINGER, ANNO SACERDOTALE E PEDOFILIA. I PASTORI SI MANGIANO LE PECORE? E’ "UN FENOMENO RIDOTTO"!!! Il ’rassicurante’ bilancio di Monsignor Charles J. Scicluna, il «promotore di giustizia» del Vaticano. Un’intervista di Gianni Cardinale - a cura di Federico La Sala

"I casi di preti accusati di pedofilia vera e propria sono quindi circa trecento in nove anni. Si tratta sempre di troppi casi - per carità! - ma bisogna riconoscere che il fenomeno non è così esteso come si vorrebbe far credere".
martedì 16 marzo 2010 di Federico La Sala
[...] Può essere che in passato, forse anche per un malinteso senso di difesa del buon nome dell’istituzione, alcuni vescovi, nella prassi, siano stati troppo indulgenti verso questi tristissimi fenomeni. Nella prassi dico, perché sul piano dei principi la condanna per questa tipologia di delitti è stata sempre ferma e inequivocabile. Per rimanere al secolo scorso basta ricordare l’ormai celebre istruzione Crimen Sollicitationis del 1922... [...]
SULLA PEDOFILIA, L’ALLARME DELLA RIVISTA (...)

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> PAPA RATZINGER, ANNO SACERDOTALE . ...IN BELGIO ALLA SCOPERTA DELLE RADICI DEL CATTOLICESIMO-ROMANO. Il libro nero della Chiesa belga è custodito in 475 faldoni messi insieme dalla commissione indipendente che la conferenza episcopale ha istituito per esaminare i casi di abuso sui minori compiuti da ecclesiastici.

sabato 26 giugno 2010

Il Belgio trema per 500 dossier

In mano alla polizia i faldoni segreti. Le vittime: "Privacy violata" "Violata la privacy" dice la Chiesa ma per il governo "è un atto dovuto utile all’inchiesta" *

BRUXELLES - Il libro nero della Chiesa belga è custodito in 475 faldoni messi insieme dalla commissione indipendente che la conferenza episcopale ha istituito per esaminare i casi di abuso sui minori compiuti da ecclesiastici. Da ieri, questi faldoni, come tutti i computer che si trovavano nella sede della Commissione, a Lovanio, sono in mano ai giudici di Bruxelles. Drammi e segreti, nomi e circostanze che la Chiesa aveva custodito, e spesso occultato, per anni e anche per decenni, sono ora in mano pubblica. E le prime a tremare, secondo il professor Peter Adriaenssens, primario di neuropsichiatria infantile e presidente della commissione, sono le vittime degli abusi sessuali. «Da ieri la commissione è sommersa di telefonate delle vittime, terrorizzate all’idea di vedere i loro traumi esposti in pubblico», ha dichiarato Adriaennsens.

Mentre il Vaticano protestava per le perquisizioni all’arcivescovado e per il fermo dei vescovi, il sequestro degli archivi della commissione è stato l’unico atto contro cui è insorta la conferenza episcopale belga. Si tratta, dice, di una grave violazione del diritto alla privacy che era stato garantito a quanti si erano rivolti a loro.

Adriaessens conferma. C’era un accordo, spiega, un protocollo con il consiglio dei procuratori generali, in base al quale la decisione o meno di trasmettere i dossier alla giustizia sarebbe stata presa autonomamente dalla commissione, con l’accordo preventivo delle vittime. «Chi è stato vittima di abuso, poteva rivolgersi alla polizia, alla magistratura, oppure a noi. Se si è rivolto a noi, spesso è perché non voleva che il suo caso fosse reso pubblico».

Il ministro della giustizia Stefaan De Clerck, però, difende l’operato della magistratura. «Il giudice istruttore ha il dovere di condurre l’inchiesta in piena indipendenza utilizzando i mezzi che ritiene necessari. Non è legato alle promesse fatte dal collegio dei procuratori generali alla commissione». «Senza voler fare polemiche - dichiara il portavoce della procura - vorrei ricordare che la nostra prima preoccupazione, specialmente in casi di questo genere, sono proprio le vittime. Non si può rimproverare alla giustizia di fare il proprio lavoro. E sarà fatto in maniera decorosa».

La commissione era stata istituita nel 1998, dopo le denunce di un prete, padre Rik Devillé, sugli abusi in seno alla Chiesa belga, e in particolare fiamminga. Tuttavia, secondo Devillé, nei primi dieci anni la commissione non si era certo dimostrata zelante. Solo con la nomina del professor Adriaessens, nel 2008, aveva cominciato a lavorare sul serio. Fino a due mesi fa, i dossier raccolti erano un paio di centinaia. Ma dopo le dimissioni del vescovo di Bruges, la commissione era stata travolta dalle denunce e i casi esposti sono più che raddoppiati. Solo in parte sono episodi recenti. Spesso gli abusi risalgono a molti anni fa, sono prescritti da un punto di vista penale, ma solo ora chi li ha subiti ha trovato il coraggio di denunciarli.

Oggi la commissione aveva in programma una riunione con un folto numero di vittime per discutere del ruolo del cardinal Danneels e della copertura che avrebbe offerto ai preti pedofili. Ai primi di luglio era previsto un confronto diretto con il cardinale. Ora l’incontro è stato annullato. «Lunedì ci riuniremo tra tutti i membri della commissione - spiega Adrianssens - e decideremo se, dopo quello che è successo, ha ancora senso proseguire la nostra missione».

* la Repubblica 26.6.10


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