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ECONOMIA, E POLITICA ...

Tragedia greca sui mercati mondiali. Grecia e deficit Usa: le Borse vanno a picco. Una nota di Sara Bennewitz - a cura di Federico La Sala

domenica 9 maggio 2010 di Federico La Sala
Mercati
Grecia e deficit Usa
le Borse vanno a picco
Alle incertezze sul piano di aiuti si è aggiunto il ribasso di Wall Street e il downgrading del Portogallo da parte di Standard & Poor’s. Crolli dal 5 al 6% per Atene e Lisbona, oltre il 3 Parigi e Milano, poco meno le altre europee
di SARA BENNEWITZ *
MILANO - Tragedia greca sui mercati mondiali. Il quadro delle Borse europee è precipitato a metà pomeriggio sui timori per la situazione di Atene e dopo le parole del ministro delle finanze (...)

In risposta a:

> Tragedia greca sui mercati mondiali. Grecia e deficit Usa: le Borse vanno a picco. --- Sì della Merkel ai fondi per la Grecia. Procedura accelerata per gli aiuti. Le Borse riprendono fiato. Il governo ellenico perplesso sulle misure di austerity (di Andrea Tarquini).

mercoledì 28 aprile 2010


-  LA CRISI

-  Sì della Merkel ai fondi per la Grecia
-  Procedura accelerata per gli aiuti

-  La decisione del governo tedesco: 8,4 miliardi di aiuti nel 2010 e altri nei due anni successivi
-  Le Borse riprendono fiato. Il governo ellenico perplesso sulle misure di austerity

dal corrispondente ANDREA TARQUINI *

BERLINO - Il pressing europeo e internazionale sulla Germania sta sortendo i primi, importanti effetti positivi. I colloqui a Berlino dei leader tedeschi con il presidente della Banca centrale europea (Bce), Jean-Claude Trichet, e con il direttore del Fondo monetario internazionale (Fmi), Dominique Strauss-Kahn, sembrano aver convinto la cancelliera Angela Merkel e il suo potente ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, a varare una procedura accelerata per aiuti tedeschi ad Atene nel quadro del programma di salvataggio dell’Unione europea. Merkel e Schaeuble vogliono preparare un disegno di legge entro il 3 maggio e farlo approvare dal Bundestag, il Parlamento federale, entro venerdì 7. Quindi prima delle elezioni nello Stato-chiave del Nordreno-Westfalia, che la maggioranza di centrodestra teme di perdere. Passi avanti dunque, ma manca ancora la sicurezza assoluta di un sì dei legislatori tedeschi. E intanto sui mercati la situazione si aggrava di ora in ora: l’euro è sceso a 1,31 sul dollaro, le Borse sono in flessione, tranne quella di Atene incoraggiata dai segnali positivi. Il differenziale tra bond greci e tedeschi vola oltre il 1000 per cento, e il tasso d’interesse sui bond greci decennali tocca la quota record del 13,1 per cento. Senza aiuti, in altre parole, Atene non potrà farcela, perché non è in grado di accollarsi i costi dei crediti necessari.

Una giornata di passione, con la mattinata dedicata da tutti i protagonisti a far pressione sui tedeschi, mentre le agenzie di rating continuano imperterrite a "picconare" l’economia europea. Nel pomeriggio, Standard&Poor ha rivisto al ribasso il rating spagnolo da "AA+" ad "AA" con outlook negativo. L’euro è subito scivolato verso il basso.

"E’ assolutamente necessario che il governo tedesca decida rapidamente", ha ammonito il presidente Bce Trichet in un colloquio con Schaeuble e con i dirigenti di quasi tutti i partiti tedeschi. Strauss-Kahn ha rincarato la dose: "La fiducia nell’euro è in gioco". Dopo quasi tre ore di colloquio, il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble, parlando ai giornalisti insieme al presidente Bce e al direttore Fmi, ha detto che la Germania non lascerà cadere Atene, ed è pronta ad aiutarla, a condizione che i negoziati tra Atene, la Bce e il Fmi avranno successo.

Nell’attesa di dichiarazioni della cancelliera Merkel, Schaeuble ha spiegato la tabella di marcia a tappe forzate che il governo si vuole imporre per aver ragione dei numerosi no agli aiuti alla Grecia nei ranghi della sua stessa maggioranza. Entro il 3 maggio, la coalizione dovrà approntare un disegno di legge. E’ pronta, a livello di decisione politica, ad aiutare gli ellenici per 8,4 miliardi di euro quest’anno, e a garantire aiuti anche nel 2011 e nel 2012. "la stabilità dell’euro è a rischio, e la stabilità delle finanze greche è un problema dell’Europa intera, non di Atene", ha sottolineato Schaeuble. La condizione, hanno ricordato Trichet e Strauss-Kahn, è che la Grecia accetti le condizioni e richieste di duro risanamento. E su questo tema emergono già le prime difficoltà: il governo greco rifiuta la richiesta di tagli salariali nel settore pubblico, dominante nell’economia della penisola. Europa e Fmi, secondo il presidente dell’esecutivo europeo, il belga Herman Van Rompuy, sono pronti ad aumentare il pacchetto di aiuti: il Fmi accrescerebbe la sua quota da 15 miliardi attuali a 25. La quota dell’Unione europea è di 30 miliardi, di cui 8,4 miliardi spettano alla Germania. Nel complesso la cifra necessaria a salvare la Grecia sarebbe pari a 135 miliardi di euro nei tre anni.

Il governo, ha proseguito Schaeuble, presenterà poi al Parlamento il disegno di legge, con la richiesta di approvarlo entro venerdì 7 maggio. Merkel e Schaeuble, insieme a Bce e Fmi, hanno fretta. Primo, perché i conti e il rating greci (con i titoli greci degradati a ’spazzaturà da Standard & Poor) peggiorano ogni giorno e il 19 maggio scade un’altra rata di crediti per Atene. Secondo, perché dopo le elezioni del 9 maggio in Nordreno-Westfalia, in caso di sconfitta della maggioranza (la Cdu di Merkel, la Csu bavarese, i liberali, cioè Fdp, del vicecancelliere Westerwelle) umori negativi e tentazione di votare no, come franchi tiratori, potrebbero diffondersi pericolosamente nei ranghi della maggioranza.

Perplessità, timori, atteggiamenti anti-greci e anti-Ue, si diffondono. Secondo un sondaggio pubblicato oggi dall’autorevole Frankfurter Allgemeine crolla la fiducia dei tedeschi nell’Unione europea (Ue) e nell’euro: solo il 32 per cento ha fiducia assoluta nella moneta unica, il 45 per cento poca fiducia, il 14 per cento nessuna. Appena 31 tedeschi su cento si fidano della Bce, che pure governa la politica monetaria con i principi e le leggi della Bundesbank. Soltanto 20 tedeschi su cento paradossalmente sono persuasi che l’adesione alla Ue porti vantaggi al paese, 28 su cento pensano il contrario. 28 su cento dicono sì a un’uscita dalla Ue e il 47 per cento preferirebbe tornare dall’euro al marco, 65 su cento non vogliono aiuti alla Grecia: temono che poi Portogallo, Spagna e Italia battano cassa.

L’allarme, e la perplessità sulle aperture governative, si diffondono nei ranghi della maggioranza e tra gli economisti. Un gruppo di europarlamentari governativi tedeschi avvertono che di qui a fine 2012 Atene avrà bisogno di ben più degli aiuti promessi dalla Ue e dal Fmi, cioè le serviranno tra 100 e 120 miliardi di dollari. L’influente economista Hans-Werner Sinn afferma che "non riavremo mai quei soldi, perché la Grecia non è in grado di ripagarli". La partita continua col fiato sospeso per le sorti dell’Europa intera.

Obama. Preoccupazione anche negli Stati Uniti. Il presidente Usa, Barack Obama, "è molto preoccupato per la situazione finanziaria della Grecia e l’amministrazione segue la vicenda da vicino". E’ quanto riferisce un portavoce della Casa Bianca. "Il Tesoro e le altre Agenzie sono in stretto contatto con l’Europa in merito alla situazione del debito di Atene", ha aggiunto.

* la Repubblica, 28 aprile 2010


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