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PSICOANALISI, FASCISMO, E INCOMPRENSIONI DEL PERCORSO E DELLA LEZIONE DI FREUD, DA "L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI" A "L’UOMO MOSE’ E LA RELIGIONE MONOTEISTICA" ....

FREUD E MUSSOLINI (E HEIDEGGER E HITLER). "All’eroe della cultura Mussolini, Con rispetto, Sigmund Freud". Una nota di Massimo Ammaniti (1995) su uno scritto dello psicoanalista Glauco Carloni e un articolo (1993) di Giuliano Gramigna - a cura di Federico La Sala

Giuliano Gramigna (1993): "alcuni anni dopo Freud oppose alla dichiarazione liberatoria estirpatagli dai nazisti prima di lasciarlo partire, (...) chiosa cosi’ concepita: "Posso vivamente raccomandare la Gestapo a chicchessia" (...).
lunedì 24 maggio 2010
Per Heidegger non c’è alcun dubbio che Hitler sia il Messia del popolo tedesco, come ripeterà in uno scritto sul giornale degli studenti dell’Università, il 3 novembre del 1933: “Il Fuhrer stesso e lui soltanto è la realtà tedesca e la sua legge, oggi e da oggi in poi. Rendetevene conto sempre di più: da ora ogni cosa richiede decisione, e ogni azione responsabilità” (...)
Una risposta di fuoco! Con calma, Freud prende il libretto di Perché la guerra?, da poco uscito,e (...)

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> FREUD E ... L’ARCHEOLOGIA. Intervista ad Antonio Giuliano (di A. Gnoli)

lunedì 25 gennaio 2016

Antonio Giuliano. Ricordi di un archeologo: “Per tutta la vita ho studiato il passato mi sento un esodato dalla tecnologia” (di Antonio Gnoli):

[...] Freud fu un appassionato di mondo antico e di archeologia, in particolare.

"Non capiva sempre l’importanza di quello che vedeva. E spesso acquistava oggetti insignificanti sul piano formale. Un suo consulente fu Emanuel Loewy, che detenne a Roma la prima cattedra di archeologia. Era viennese come Freud. Parlava un italiano buffissimo. Questo a detta di Roberto Longhi che seguì alcune sue lezioni al museo dei Gessi a Testaccio".

Buffe in che senso?

"Si esprimeva in un italiano appreso dai libri, artificioso. Nel 1915, allo scoppio della guerra, Loewy si rifugiò in Svizzera, come austriaco non voleva combattere contro l’Italia. Il mio professore Giulio Quirino Giglioli, suo allievo, gli fece avere una pensione, in anni in cui gli austriaci non erano visti di buon occhio". [...]


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