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RAPPORTO ITALIA: "IL PAESE DEI BALOCCHI", LA CRISI DELLA "BORSA" DEGLI ITALIANI, UN MONTE DI PIETA’... E UN’ITALIA CON IL BAVAGLIO E IL BAVAGLINO.

RAPPORTO ISTAT, 2010: LO STATO DI MINORITA’ E I ’BAMBOCCIONI’. Oltre due milioni i NEET: non lavorano, non studiano, non si formano. Una sintesi di Rosaria Amato - a cura di Federico La Sala

Il Rapporto Annuale dell’Istat è dedicato quest’anno alla crisi, tema obbligatorio. L’analisi e i dati ripercorrono accuratamente debolezze e punti di forza del Paese, ma la categoria più penalizzata appare senza alcun dubbio quella dei giovani.
mercoledì 26 maggio 2010 di Federico La Sala
[...] La più diretta delle conseguenze del dilagare della disoccupazione è la caduta del reddito disponibile delle famiglie, che nel 2009 in Italia si è ridotto del 2,8 per cento, "mentre ha mantenuto una dinamica positiva in tutti gli altri grandi paesi europei". Siamo più poveri, ce ne siamo accorti. Sempre nel 2009, il potere d’acquisto ha subito una riduzione del 2,5 per cento. Però "l’indice di deprivazione", che misura quello di cui si privano individui e famiglie, è rimasto al 15,3 (...)

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> RAPPORTO ISTAT: LO STATO DI MINORITA’. ---- LA VERA EMERGENZA DEL PAESE. Chiara Sarceno: Perdiamo una generazione.

mercoledì 26 maggio 2010

Saraceno: perdiamo una generazione *

L’Italia «rischia di perdere una generazione», quella degli attuali giovani che più di altre fasce di età risentono della crisi e delle politiche. Altro che «bamboccioni», in questo contesto, «bisogna essere fortunati a nascere nella famiglia giusta». È il commento della sociologa Chiara Saraceno sui dati diffusi oggi dall’Istat che riguardano gli under 34 anni. Questa dei giovani, che vogliono uscire dalla casa di famiglia e non possono, che non riescono a trovare un lavoro, che hanno una istruzione inferiore ai colleghi europei, «è la vera emergenza del paese».

I «giovani più qualificati e che hanno alle spalle una famiglia agiata vanno all’estero, e comunque se la cavano. Tutti gli altri restano indietro. Purtroppo - ha aggiunto Saraceno - non vedo negli atti del governo, e neanche negli atteggiamenti delle opposizioni, la consapevolezza di questa emergenza. Si continua a parlare di ’bamboccionì, parola che aborro anche perchè penso che sia sempre meno vero che vogliano stare in questa condizione, ma non si fa niente per investire in capitale umano».

Anche il contesto - prosegue l’esperta di sociologia della famiglia - è difficile, «le risorse sono sempre di meno, il divario sociale sta aumentando. In realtà, bisogna essere fortunati a nascere nella famiglia giusta. Se gli incentivi alla formazione non si hanno in casa, anche a scuola è difficile averli». Per riequilibrare questa situazione veramente preoccupante «ci vogliono anni ma bisogna pur cominciare, subito», conclude Saraceno.

* l’Unità, 26 maggio 2010


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