azzurri gelati dalla rete di smeltz in avvio. poi pareggia iaquinta su rigore
Italia brutta e a secco di gol
Con la Nuova Zelanda finisce 1-1. E ora la squadra di Lippi rischia davvero l’eliminazione
dal nostro inviato *
NELSPRUIT (SUDAFRICA) - E adesso si rischia. Nel «gironcino» l’Italia colleziona un altro pareggio (il secondo di fila) e finisce in una buca dalla quale sarà dura tirarsi fuori. Troppo brutta per essere vera la squadra bloccata dalla Nuova Zelanda e ora (quasi) obbligata a vincere contro la Slovacchia per non dire addio al Mondiale.
IN CAMPO COL 4-4-2 - C’è una sola novità (per giunta annunciata) nell’undici proposto da Lippi rispetto alla gara d’esordio con il Paraguay: in porta, al posto del malandato Buffon, spazio a Marchetti. C’è però un’altra idea tattica. Mollato il 4-2-3-1 si punta sul 4-4-2. Iaquinta fa compagnia a Gilardino. Marchisio lascia la trequarti (dove non ha brillato) per traslocare sulla fascia sinistra di centrocampo. Moduli diversi, stesso risultato: qualche sprazzo, tanta confusione e buchi in difesa.
AVVIO CHOC - La riprova si ha subito. Al 7’ punizione dalla destra dei neozelandesi, spizzata e punta del piede di Smeltz (per la verità in fuorigioco) che beffa Marchetti. Nell’occasione Cannavaro non fa proprio un figurone. Centrato l’insperato obiettivo, i neozelandesi si ritirano nel guscio imbastendo un gioco ridotto all’essenziale. Prima regola: buttarla nel mucchio a cercare i tre giraffoni Fallon, Smeltz, e Killen. Seconda regola: usare piedi, testa e anche mani se servono. L’alfiere del gioco duro è Fallon (nomen, omen) che in 45’ minuti rifila tre gomitate in faccia a Zambrotta, Chiellini e Cannavaro e rimedia solo un’ammonizione.
PRESSING ITALIANO - E l’Italia? La reazione dei lippiani produce una serie di angoli, un tiro sballato di Chiellini (17’) da due passi, un fendente di Zambrotta (22’) che sibila vicino al palo e un bellissimo rasoterra di Montolivo (25’) che lo centra in pieno, il palo. Il pareggio, che arriva su rigore trasformato da Iaquinta al 28’ per trattenuta di Smith su De Rossi, è un premio alla nostra volontà. A quel punto t’aspetti la goleada e invece continua il calvario. È sugli esterni che gli azzurri non vanno. Pepe ha perso lo smalto dell’esordio contro il Paraguay. E Marchisio, che Lippi vuole incursore alla Perrotta, si sfianca ma non punge.
GILARDINO SPENTO - Nella ripresa il ct ha provato a suonare un altro spartito. Il piano B prevede l’uscita di scena di Gilardino (con la serata di Nelspruit è da 85 giorni che non segna) per Di Natale e di Pepe per Camoranesi. Nell’ultima mezz’ora viene gettato nella mischia anche Pazzini (subentrato a Marchisio) a formare un tridente d’attacco. Ma l’occasionissima capita sui piedi del talentino kiwi Wood: al 38’ diagonale di poco fuori. Fosse entrata, saremmo già sul volo che ci riporta a casa.
Luca Gelmini
Corriere della Sera, 20 giugno 2010