Vista dall’Italia
Non è solo colpa di Lippi
siamo proprio modesti...
di FABRIZIO BOCCA
Adesso che nel curriculum di post campioni del mondo abbiamo anche un pareggio con la Nuova Zelanda, possiamo infilarci in quella lista di grandi nazionali - la Francia, l’Inghilterra, la Germania, la Spagna etc - cui il mondiale sta letteralmente andando di traverso. Posto che siamo convinti di essere ancora una grande nazionale: e sembrerebbe proprio di no. Da oggi in poi sarà bene guardare prima in casa nostra e poi in quella degli altri. Abbiamo una nazionale modesta ed è difficile, ora come ora, continuare ad autoconvincersi che più si va avanti più chances avremo, che in fin dei conti non siamo così male, che con un po’ di fortuna il colpo si può fare. Le chiacchiere se le porta via il vento della savana: se non si riesce a fare gol - se non su un rigore pure mezzo regalato - il problema è grosso, quasi insormontabile.
Veniamo al punto dolente. Lippi ha riproposto la stessa formazione della mediocrissima partita col Paraguay: ha soltanto disposto i giocatori in maniera diversa. Usare un modulo (4-4-2) piuttosto che un altro (4-2-3-1) non fa grande differenza. Azzeccare gli uomini e affrontare la partita con la giusta aggressività e concentrazione sì. Detto che abbiamo una nazionale mediocre, questo è il problema di base, con una squadra scelta meglio avremmo avuto forse qualche chances in più però: ma ci troviamo nel campo delle ipotesi, siamo onesti, e la ricerca di un solo colpevole serve solo a far nascondere dietro un dito tutti quelli che hanno delle responsabilità. Se ci convincessimo che oggi ha sbagliato tutto Lippi e basta, sbaglieremmo a nostra volta. Probabilmente - anzi ne sono sicuro - ha sbagliato a portarsi alcuni di questi giocatori, piuttosto che altri, ma questo è un punto, importantissimo, che al momento bisogna tenere congelato fino a quando resteremo in corsa per Sudafrica 2010. E speriamo di rimanerci ancora a lungo. Ma intanto rischiare di passare per secondi in un girone così facile - il più facile del mondiale, ricordiamolo - lo considero già un delitto.
Sinceramente non salverei nessuno dalla bocciatura, non sarebbe giusto. Il problema è che Lippi più che su un modulo, si è intestardito su certi nomi, soprattutto in attacco, e con quelli è andato avanti. Il fatto che sia col Paraguay, sia con la Nuova Zelanda abbia smontato e rimontato la squadra nel secondo tempo la dice tutta. Anche sulle sue convinzioni, mai messe in dubbio - evidentemente - nemmeno dalle deludenti prove della squadra. Mi pare insomma che anche lui sia andato avanti a tentativi: e fin dal giorno in cui ha dovuto stravolgere la lista dei convocati a causa di infortuni e clamorosi scadimenti di forma. A Nelspruit al 16° del secondo tempo avevamo una squadra letteralmente inventata ex novo, con le punte buttate dentro piuttosto a casaccio nel tentativo di fare gol. Per dirla tutta non si capisce nemmeno perché abbia tirato fuori Pepe che era uno che dava un po’ di brillantezza alla manovra. "Non faceva quello che gli avevo chiesto " ha detto il ct. Ci manca solo ora che venga meno la tanto strombazzata compattezza del gruppo: che del resto non basta, da sola, a vincere le partite. Detto con un po’ di cattiveria, ma anche per sdrammatizzare un po’, ognuno ha i Domenech suoi...
Abbiamo cercato di vincere, si diceva, buttando in campo tutti gli attaccanti a disposizione. Un po’ quelle mosse che in Italia siamo stati abituati a veder fare a Mourinho, che però ha avuto anche intuizioni più convincenti e ha saputo certamente trasmettere più cuore e più grinta. Lo dico così, per pura curiosità, e per fare un confronto impietoso ma curioso. Nel secondo tempo si è vista una nazionale spinta avanti più dalla disperazione che dalla propria qualità. E non è bastato...
Non mi soffermerei troppo qui sul perché abbiamo giocato con Gilardino piuttosto che con Pazzini, con Iaquinta piuttosto che Di Natale, o del perché il capitano Cannavaro prenda gol che mettono in imbarazzo lui e la nazionale: c’è un problema generale di qualità dell’Italia. Se non riesci a battere il Paraguay è difficile fare i fenomeni con chiunque. La realtà? Siamo dei campioni del mondo che devono arrabattare intanto la qualificazione agli ottavi. Poi si vedrà...
* la Repubblica, 20 giugno 2010