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MA DOVE SONO I SANT’AGOSTINO, I SANT’AMBROGIO?! CRISI ISTITUZIONALE GRAVISSIMA....

L’ITALIA STA ANDANDO A FONDO E IL VATICANO SI GIRA DALL’ALTRA PARTE. Una nota del Centro Studi Teologici di Milano

(...) E’ tanto chiedere al Papa e al suo Vaticano una parola forte sullo sconquasso delle istituzioni operato da 16 anni circa di Berlusconismo feroce in Italia? (...)
mercoledì 11 agosto 2010 di Federico La Sala
(...) Un Vescovo di Roma autentico, che ami la Patria stessa che comunque lo ospita, più che fare il professorino diligente e pedissequo di teologia dogmatica che appare ogni domenica alla finestra, dovrebbe, come San Gregorio Magno, il grande defensor civitatis, alzare la voce forte per il ritorno alla legalità, all’onestà, al diritto, al rispetto delle regole della civile convivenza istituzionale e democratica.
Questo è anche il compito del Vescovo della città di Roma e Primate (...)

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> L’ITALIA STA ANDANDO A FONDO E IL VATICANO SI GIRA DALL’ALTRA PARTE. --- La Cei ai politici: “Più etica nella vita sociale” (di Giacomo Galeazzi) - «Famiglia Cristiana» in campo: «Gente disgustata dai politici» (di Maria Antonietta Calabrò).

mercoledì 11 agosto 2010

La Cei ai politici

“Più etica nella vita sociale”

di Giacomo Galeazzi (La Stampa, 11 agosto 2010)

La Cei invoca «più etica nella vita sociale» e punta l’indice contro la «radice del male», cioè il «sottosviluppo morale». Duro monito del presidente dei vescovi, Angelo Bagnasco che chiama in causa i leader politici «ricordando a chi detiene il potere un codice morale che nasce dallo spirito e dalla natura stessa di ogni uomo». A Genova, nell’omelia di San Lorenzo (il martire che «indicò all’imperatore Valeriano non solo una realtà umana che attende soccorso e giustizia, ma rivela altresì un nuovo modo di pensare e quindi di agire»), il capo della Chiesa italiana avverte che «esistono valori per i quali vale la pena non solo di vivere ma anche di morire».

A pochi giorni dal grido d’allarme delle Settimane Sociali per l’«Italia senza classe dirigente», la Cei alza il livello della denuncia. La Chiesa non è «un’agenzia di pronto soccorso», puntualizza Bagnasco, ma sa che «alla radice di tanti mali e di tante povertà vi è il sottosviluppo morale». Per questo «non cessa di servire il mondo». E lo fa «nella persona amata dei poveri e nella figura delle istituzioni che presiedono il bene comune, anche con il richiamo alla dimensione etica della vita personale e sociale». Un forte richiamo morale, dunque, indirizzato direttamente a quanti hanno responsabilità istituzionali.

Bagnasco evidenzia, infatti, «la distinzione tra il bene e il male che non dipende dall’arbitrio di nessuno», poiché «tutti un giorno risponderemo ad una istanza superiore e assoluta che è Dio». La Chiesa, attraversata da tensioni interne e scandali finanziari, non si tira indietro dalle sue responsabilità nella sfera pubblica ma «i suoi beni sono soprattutto dedicati alla vita della comunità cristiana, alle opere educative e pastorali, ai poveri e ai bisognosi». La presenza e l’opera di sostegno delle comunità ecclesiali sono «capillari ed evidenti, aperte a tutti senza distinzioni». Così nasce «quella rete di solidarietà destinata a rispondere a bisogni urgenti e ad accompagnare verso la soluzione radicale i problemi e l’autonomia delle persone». La mentalità del mondo, però, «non sempre riesce a comprendere che l’uomo va promosso «nella sua integralità di anima e di corpo, di individuo, di società»: ogni gesto di carità «è annuncio della fede perché il pane sia possibilmente accompagnato dalla speranza».


-  «Famiglia Cristiana» in campo
-  «Gente disgustata dai politici»

di Maria Antonietta Calabrò (Corriere della Sera, 11 agosto 2010)

«L’opinione pubblica, sebbene narcotizzata dalle tv, è disgustata dallo spettacolo poco edificante che, quasi ogni giorno, ci viene offerto da una classe politica che litiga su tutto. Lontana dalla gente e impotente a risolvere i gravi problemi del Paese». È questo il duro giudizio espresso da Famiglia cristiana sulla classe politica italiana, tutta impegnata a «sistemare se stessa e le proprie pendenze», una presa di posizione che cade nei giorni più aspri della contrapposizione tra Fini e Berlusconi e in cui si parla sempre più spesso di elezioni anticipate. «Mancano persone capaci di offrire alla nazione obiettivi condivisi. E condivisibili», incalza il settimanale. «Non esistono programmi di medio e lungo termine. Non emerge un’idea di bene comune, che permetta di superare divisioni e interessi di parte. Se non personali». «Si propone un federalismo che sa di secessione. Senz’anima né solidarietà». Un richiamo che segue la denuncia della Cei di qualche settimana fa in merito alla mancanza in Italia di una adeguata classe dirigente e che rilancia l’appello di Papa e Vescovi («Giovani politici cattolici cercansi»), invitando «i credenti più impegnati a misurarsi con il destino della nazione», «in ruoli di grande responsabilità pubblica».

L’editoriale di Famiglia Cristiana arriva, infine, nelle stesse ore in cui il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, ha lanciato un forte «richiamo alla dimensione etica della vita personale e sociale», rivolto a quanti hanno responsabilità politiche e istituzionali nei confronti del «bene comune».

Nell’omelia pronunciata per la solennità di San Lorenzo, cui è dedicata la cattedrale di Genova, Bagnasco ha detto: «La Chiesa sa che alla radice di tanti mali e di tante povertà vi è il sottosviluppo morale, come affer ma Benedetto XVI». Il martire, ha spiegato ancora il cardinale, «indica all’imperatore Valeriano non solo una realtà umana che attende soccorso e giustizia, ma rivela altresì un nuovo modo di pensare e quindi di agire». E qui il presidente della Cei ha misurato bene le parole. San Lorenzo «ricorda a chi detiene il potere un codice morale che nasce dallo spirito e dalla natura stessa di ogni uomo; ricorda la distinzione tra il bene e il male, e che questa non dipende dall’arbitrio di nessuno; ricorda che tutti un giorno risponderemo ad una istanza superiore e assoluta che è Dio; ricorda che esistono dei valori per i quali vale la pena non solo di vivere ma anche di morire».

Che la Chiesa sia preoccupata dall’incertezza degli sviluppi politici è dimostrato anche dal fatto che, sempre ieri, con il titolo «Eutanasia e unioni gay, esordio laicista per Fli», Avvenire, quotidiano dei vescovi, ha preso apertamente le distanze dalle prime mosse della nuova aggregazione politica nata attorno al presidente della Camera. Pur apprezzando il fatto che possa nascere una formazione rivolta «al centro», il quotidiano ha criticato la «sortita sui temi etici» del vice capogruppo finiano alla Camera, Della Vedova.

Le affermazioni del settimanale dei Paolini hanno innescato pesanti polemiche. Ad interpretare l’editoriale del settimanale diretto da don Sciortino come una critica al governo è stata la stessa maggioranza. Il ministro Rotondi ha parlato di «militanza contro Berlusconi, reo, di essere un cattolico non di sinistra». Il sottosegretario Giro ha definito il periodico «portavoce del disfattismo nazionale: critica sempre e non propone nulla». Nel Pd c’è stato chi come Rosy Bindi, che pur condividendo i giudizi del settimanale, ha messo in guardia dal fatto che il «comportamento di alcuni delegittimi l’intera la classe politica perché non tutti sono sullo stesso piano».

Il settimanale nella sua requisitoria non ha risparmiato «i quadri più alti» della Chiesa, invitando a valutare quanto, di fatto, essi «rappresentino dei punti di riferimento etico e spirituale per tutta la nazione».


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