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STATO E CHIESA: IN VATICANO NON SANNO QUELLO CHE FANNO E POI DANNO LA COLPA AGLI ALTRI....

L’ERRORE DI PROCEDURA DELLO IOR E LA MILLENARIA "FALLACIA ACCIDENTIS" DELLA MONARCHIA DI PAPA RATZINGER. Un’intevista a Gotti Tedeschi (di Andrea Tornielli) e una lezione dalla "Monarchia" di Dante Alighieri - a cura di Federico La Sala

sabato 25 settembre 2010 di Federico La Sala
[...] L’uomo al quale Benedetto XVI ha affidato il rinnovamento delle finanze della Santa Sede ammira la spiritualità dell’Opus Dei e a chi gli chiede quante ore della sua giornata dedichi a Dio e quante al denaro, risponde: «Cento per cento all’uno e cento per cento all’altro. Dio è sempre presente in tutto quello che faccio» [...]
"DEUS CARITAS EST". RETTIFICARE I NOMI
RATZINGER ’A SCUOLA’ DEL VISIONARIO SWEDENBORG. Una nota di Leonard Boff e una di Immanuel Kant (...)

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> L’ERRORE DI PROCEDURA DELLO IOR E LA MILLENARIA "FALLACIA ACCIDENTIS" --- Ior: il Vaticano scomunica il banchiere di Dio. Sfiduciato Gotti Tedeschi

venerdì 25 maggio 2012

Bufera sullo Ior. Sfiduciato Gotti Tedeschi Il presidente lascia. Dimissionato dai laici a capo dell’Istituto: «È venuto meno ai suoi doveri»

di Roberto Monteforte (l’Unità, 25.o5.2012)

CITTÀ DEL VATICANO Lo hanno sfiduciato. Il presidente dello Ior, l’Istituto per le opere di religione, professor Ettore Gotti Tedeschi è stato messo alla porta dai cinque laici che compongono il Consiglio di sovrintendenza dell’istituto finanziario vaticano. All’unanimità il vice presidente Ronaldo Hermann Schmitz e da Antonio Maria Marocco, Manuel Soto Serrano e Carl Albert Anderson, tutti ecomomisti di grande prestigio, hanno deciso di non rinnovargli la fiducia. Non è stato un fulmine a ciel sereno.

Da tempo i rapporti all’interno dell’istituto si erano deteriorati, pare proprio per dissensi nell’applicazione della normativa per la trasparenza finanziaria che doveva portare la Santa Sede nella «white list» dei Paesi virtuosi in materia di antiriclaggio. In particolare sul ruolo dell’Aif, l’autorità di informazione finanziaria, alla cui testa è stato messo il cardinale Attilio Nicora. Sulla natura e sui poteri di questa autorità vi sono stati scontri che hanno coinvolto anche la segreteria di Stato e che sono arrivati anche sui giornali. Contrasti vi sarebbero stati pure sulla conduzione degli affari dell’ente gestiti dal direttore generale Paolo Cipriani che con Gotti Tedeschi nel 2010 è stato indagato dalla procura di Roma con l’accusa di riciclaggio.

Non ha voluto neanche confermare la cosa il professore Ettore Gotti Tedeschi. «Preferisco non dire nulla ha detto raggiunto telefonicamente dall’Ansa altrimenti dovrei dire solo brutte parole. Abbiate pazienza». Ma alla fine nel tardo pomeriggio la conferma ufficiale è arrivata dal Vaticano con una nota del direttore della Sala Stampa, padre Federico Lombardi.

LA GOVERNANCE

«Il 24 maggio 2012 il Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto per le Opere di Religione si è riunito in sessione ordinaria. Fra i temi in agenda spiega Lombardi -, c’era ancora una volta la governance dell’Istituto. Nel tempo questa ha destato progressiva preoccupazione nel Consiglio e, nonostante ripetute comunicazioni in tal senso al Prof. Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, la situazione è ulteriormente deteriorata».

Sta qui la spiegazione della decisione assunta. «Dopo una delibera continua la nota -, il Board ha adottato all’unanimità un voto di sfiducia del Presidente, per non avere svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio». Alla dichiarazione di padre Lombardi segue quella del Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto che dà conto della mozione di sfiducia adottata alle ore 14 nei confronti del presidente Gotti Tedeschi e ne «ha raccomandato la cessazione del suo mandato quale presidente e membro del Consiglio». «I membri del Consiglio continua sono rattristati». Si apre una nuova fase. «Il Consiglio adesso guarda avanti, al processo di ricerca di un nuovo ed eccellente Presidente, che aiuterà l’Istituto a ripristinare efficaci ed ampie relazioni fra l’Istituto e la comunità finanziaria, basate sul mutuo rispetto di standards bancari internazionalmente accettati».

Oggi si riunirà la Commissione cardinalizia di vigilanza presieduta dal segretario di Stato, cardinale Tarciso Bertone per trarre le conseguenze della delibera del Consiglio. Quanto fosse di peso, ascoltato e influente il professore Gotti Tedeschi, già consigliere dell’allora ministro Giulio Tremonti e chiamato nel 2009 da Benedetto XVI a mettere ordine nelle finanze vaticane, lo testimonia anche il recente e contestato libro del giornalista Nuzzi «Sua Santità». Si oppose anche alla costituzione di un polo sanitario Vaticano in Italia al quale lavorava il cardinale Bertone come soluzione al complesso «San Raffaele» di don Verzé.


Lotte di potere. Il presidente dello Ior, Gotti Tedeschi, licenziato dal cardinal Bertone

Ior: il Vaticano scomunica il banchiere di Dio

Vicino a Cl e Opus Dei, aveva promesso di rendere più trasparente la banca del Papa, poi indagato per violazione delle norme sul riciclaggio

di Stefano Feltri (il Fatto, 25.05.2012)

Il Vaticano licenzia Ettore Gotti Tedeschi, il presidente dell’Istituto Opere Religiose, lo Ior, il fondo sovrano dello Stato Pontificio che nei decenni ne ha rappresentato il lato più oscuro. La nota della sala stampa vaticana sottolinea che non si è trattato di dimissioni spontanee: “Il Consiglio di Sovrintendenza dello Ior ha adottato una mozione di sfiducia del presidente Gotti Tedeschi”. Le colpe del banchiere 67enne, professore della Cattolica ed editorialista dell’Osservatore Romano, non sono esplicitate nel comunicato ufficiale. Ma chi frequenta il Vaticano ne ha una lunga lista, così lunga che la cacciata di Gotti era attesa da mesi.

GOTTI TEDESCHI ha commesso alcuni peccati veniali e altri capitali. Nella prima categoria figura l’ineleganza con cui nel 2009, poco dopo la nomina allo Ior, faceva sapere a tutti di aver contribuito all’enciclica della “Caritas in Veritate”, dedicata soprattutto a temi economici. “Non si fa, all’enciclica collaborano in tanti, ma quando viene emanata è solo e soltanto del Santo Padre”, spiegano in Vaticano. Ma Gotti Tedeschi aveva bisogno di ribadire che era allo Ior non in quota del segretario di Stati Tarcisio Bertone, ma in quanto stimato da Joseph Ratzinger in persona.

Altri peccati veniali sono la pervicacia con cui ha sostenuto per anni che la vera soluzione alla crisi economica era nella demografia, fare più figli contro lo spread, lo scarso talento diplomatico: poco dopo la nomina a presidente Gotti ha rotto i rapporti con Intesa SanPaolo. Nell’estate 2010 lo Ior ha cancellato l’usufrutto concesso a Mittel sullo 0,2 per cento del capitale di Intesa e poi ha venduto le quote (eredità dei rapporti ai tempi dell’Ambrosiano). Una vendetta personale di Gotti nei confronti di Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa e di Mittel, finanziaria cattolica bresciana quotata in Borsa e base del potere bazoliano. Così Gotti Tedeschi si è rifatto per aver perso il posto quando Bazoli aveva guidato Intesa a fondersi con il San Paolo, nel cui cda sedeva per conto degli spagnoli del Santander. In Vaticano non hanno apprezzato. Bazoli, come dimostrano le carte pubblicate da Gianluigi Nuzzi in “Sua Santità” (Chiarelettere) è uno che a Natale manda 25mila euro - di Intesa - al Papa, che bisogno c’è di irritarlo?

MA GOTTI sta pagando soprattutto i peccati capitali, relativi alla trasparenza dello Ior e al tentativo di portare il Vaticano fuori dalla lista nera dei paradisi fiscali. Ci sono due punti di vista: Gotti Tedeschi ha esagerato con il tentativo di bonificare lo Ior (questo dicono i suoi sostenitori) e alla fine il cardinal Bertone lo ha rimosso per evitare che troppi segreti cadessero.

Seconda versione: Gotti ha attuato una trasparenza di facciata, perché in Vaticano nessuno ha mai voluto davvero rendere lo Ior un’istituzione limpida. Come ha denunciato il il cardinale Attilio Nicora, presidente dell’Autorità Informazione Finanziaria del Vaticano in dossier rivelato da Marco Lillo sul Fatto, il Papa ha spinto per la trasparenza, poi la legge vaticana ispirata da Bertone ha ridotto i poteri dell’Aif che vigila sul riciclaggio. Quel che è certo è che Gotti Tedeschi ha trascinato lo Ior in una strana vicenda, per la quale è anche indagato: 23 milioni di euro dello Ior che dovevano essere trasferiti all’estero dalla sede romana della banca del Credito Artigiano, 20 milione alla JP Morgan di Francoforte e 3 alla Banca del Fucino.

La Procura di Roma sequestra la somma (poi la restituirà) e indaga Gotti Tedeschi e il direttore generale Paolo Cipriani per violazione delle norme sull’antiriciclaggio. La cosa bizzarra è che il Credito Artigiano una banca legatissima allo Ior, l’allora presidente Giovanni De Censi era nel consiglio dell’istituto vaticano. Eppure è proprio il Credito Artigiano a segnalare l’operazione alla Banca d’Italia. Un pasticcio di Gotti che nei prossimi mesi temeva di veder sancita la permanenza dello Ior nella grey list dei paradisi fiscali. Comunque la si guardi, il banchiere non è riuscito a completare il processo di rinnovamento nello Ior.

Ulteriore peccato capitale di Gotti: prima spinge, in asse con Bertone, per coinvolgere lo Ior nel salvataggio del gruppo dissestato del San Raffaele di don Luigi Verzè, anche per arginare il laico Giuseppe Rotelli. Ma al momento decisivo lo Ior si tira indietro e Rotelli conquista un altro pezzo della sanità lombarda.

SI PUÒ DARE un’altra lettura: in Vaticano Comunione e Liberazione e l’Opus Dei sono in declino, mentre altri movimenti come quello dei Focolarini si stanno rafforzando. Gotti Tedeschi era espressione dell’Opus ma vicino a CL, la sua caduta è quindi sintomo della fine di un’epoca. Per la successione si era parlato di Cesare Geronzi, ma il favorito sarebbe il notaio torinese Antonio Marocco, da poco entrato nel consiglio di sovrintendenza dello Ior, vicino a Bertone.


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