Inviare un messaggio

In risposta a:
RIPENSARE L’EUROPA, IL CRISTIANESIMO E LA DEMOCRAZIA, A PARTIRE DALLA LEGGE DELLA UGUAGLIANZA ("LEY DE IGUALDAD") DEL GOVERNO DI ZAPATERO ...

CON LA SPAGNA DI "PUERTA DEL SOL", PER LA DEMOCRAZIA "REALE", SUBITO: RIPRENDERE IL FILO SPEZZATO DELL’UMANESIMO RINASCIMENTALE - E ANDARE OLTRE. IL MESSAGGIO DELLA "CAPPELLA SISTINA" CARMELITANA (1613) RITROVATO A CONTURSI TERME (SALERNO). Documenti e materiali sul tema - a c. di Federico La Sala

DELLA TERRA, IL BRILLANTE COLORE. Note sul "Poema" rinascimentale di un ignoto Parmenide carmelitano (ritrovato a Contursi Terme nel 1989). La prefazione di Fulvio Papi e parte della premessa del lavoro di Federico La Sala
martedì 5 novembre 2013 di Federico La Sala
In fondo, in pdf, un pieghevole sulla Chiesa del Carmine di Contursi Terme (Salerno).

CARMELITANI SCALZI ED ECUMENISMO: STORIA E MEMORIA. Ritrovato nel salernitano "file" perduto del tardo Rinascimento
[...] Nel 1608, in piena bufera controriformistica, pochi anni prima che in tutta Europa divampassero le guerre di religione e che il filologo Isaac Casaubon (De rebus sacris et eccleslasticis exercitatíones
XVI. Ad Cardinalis Baronii (...)

In risposta a:

> CON LA SPAGNA DI "PUERTA DEL SOL", PER LA DEMOCRAZIA "REALE" ----- Il movimento 15M e il Jazz (di Guillermo Kaejane).

sabato 4 giugno 2011

Il movimento 15M e il Jazz

di Guillermo Kaejane *

-  All That Jazz
-  «Il paese cambia sotto i nostri piedi ma la fantasia ha scarponi da montagna»
-  Wu Ming 1, New Thing

C’è sul giornale, credo sia domenica. Lo ha detto un poliziotto di Valencia, è scritto tra virgolette: «Il movimento 15M è jazzistico». Jazz, musica libera e ribelle. Una serie di strutture ritmiche comuni sulla quale i musicisti improvvisano assoli, si lanciano in giri armonici pazzoidi, inaspettati giri di vite. C’è chi definisce il jazz una musica intellettuale, delimitata, musica per musicisti. Si sbaglia. Il Jazz è la musica dell’ascolto e della connessione con il pubblico. È l’arte di sapere quando improvvisare, quando prolungare l’assolo, quando tornare alla partitura e allo standard. Il movimento 15M è come il Jazz.

Le acampadas resistono una settimana in più, mentre «sopra» il cielo si tinge dell’azzurro di un Partido Popular cresciuto nella debacle istituzionale di un Psoe più perso che mai. Più grottesco che mai. Mi viene in mente una frase. Una frase infantile. La principessa Leila manda un messaggio al vecchio Ben Kenobi: aiutami Obi Wan Kenobi, sei la mia sola speranza. Il movimento 15M è Jazz. Il movimento 15M è la «sola speranza». A Madrid si mettono in gioco due speranze. Una sopra, quella di Esperanza Aguirre [presidente del Pp, ndt], l’altra sotto, la nostra. E hai la sensazione che stai lì, che hai la mappa completa della città per la prima volta nelle tue mani, che sai perché dice quello quando va in televisione, che sai che si riferiscono a te e ai tuoi. Ti senti parte di qualcosa, sai di stare con gli altri.

Scoprire un noi tra tanti io. Succedono molte cose in questa settimana. Dylan compie settanta anni. Ricordo il finale del film «I’m Not There», con l’immagine di Dylan soffiando nella sua armonica e proprio nel momento in cui sembra che non abbia più aria, nel momento in cui pare che il filo del suono evapori, allora un nuovo colpo di polmoni introduce aria nello strumento e torna a farlo suonare. Un cartello piccolo attaccato alla Puerta del Sol: «Non abbiamo bisogno di direttori d’orchestra. Abbiamo bisogno di strumenti». Non abbiamo bisogno dei Bob Dylan, servono armoniche. L’aria la portiamo da casa. I polmoni sono nostri.

Quando sembra che tutto finisca, che l’aria svanisca, che le forme più superficiali della politica assaltino gli spazi comuni...Allora arriva il nuovo soffio. Improvviso. Assemblee in più di 100 quartieri. D’improvviso, commissioni di preparazione con 100 persone, quartieri che devono dividersi perché c’è troppa gente. Improvvisamente. Sol, giovedì ore 21. Migliaia di persone in assemblea 11 giorni dopo. La commissione infantile espone le sue conclusioni. Silenzio. Un silenzio assoluto. Il senso del comune. Il più comune dei sensi. La commissione infantile si lancia in un assolo di tromba, mette in connessione la piazza. La piazza ascolta. Afferra il senso.

Un’altra canzone, più moderna, «oltre quello che dico, ti resta quel che faccio. Mi interessa più il senso che non il significato in senso stretto»? Qual è il senso? Sono gli accordi di minima che mettono insieme le differenze? Sono le liste dettagliate delle rivendicazioni? È l’esperienza intensa che ti attraversa la vita? Leggo una mail che dice: «Sol non è cosa, è un come». Sol come metodo, Sol come codice fonte. Come Adn copyleft di un movimento in mutazione. Sol come i passi di un bimbo, Sol come orientamento. Sol come una macchina in perenne costruzione, come quei disegni del Tbeo. Quelle macchine enormi che erano sempre più interessanti che utili.

Qual è il senso? Il Senso dice Partecipazione cittadina, prendere la piazza, fare la piazza. Il senso dice trasparenza, dice libero accesso all’informazione, dice conoscere lo stato della questione. Il senso dice controllo democratico delle faccende comuni. Capacità di dire No. Capacità di identificare i responsabili. Capacità di fare i conti. Muscolo. Il Senso dice indignazione, rabbia, giustizia. Dice «intollerabile», dice «Basta».

Il senso non si perde in significati. Il senso si deve poter toccare. Non ci sono ricette. Il 15M dice, non ti fermare a quello che dico...Fermati a quel che faccio. Dice che è più importante il senso del significato.

E domani? Che succede domani? Domani già non è più un’amplificazione di oggi. Domani è una domanda che ha preso colori nuovi. Un amico che fa interviste nella piazza sostiene che la gente dice letteralmente: «Fuori di qui non so chi sono». L’esperienza è intensa quanto un viaggio allucinogeno, una droga di intensità. Chi vuole finire una cosa così? E tuttavia le ossa dolgono, la spalla duole. Il corpo fisico si altera. Il sonno si altera. L’alimentazione si altera. Twitter: «Sai quando arriva un punto nella rivoluzione in cui non hai più mutande? Ecco, questo».

La domanda è: si può uscire da Sol e continuare il viaggio? Uno se ne può andare da Sol senza accettare di tornare alla normalità? Si può avanzare e qualche volta fermarsi? Ascolto una conversazione...«Ti ricordi la prima notte? Ti ricordi quella sensazione? Se non ce ne andiamo, non potremo mai tornare». Andarsene per poter tornare. Cambiare per continuare con la vita, come un virus informatico o una malattia contagiosa e febbrile. Allegra e maledetta.

Andarsene per poter tornare. Portarsi Sol perché non possano normalizzare l’esperienza. Portare Sol nei quartieri. Portare Sol nella rete. Togliere Sol da Sol. Andarcene per poter tornare. Sparire, per poter essere visti.

Il paese cambia sotto i nostri piedi come se solo potessimo metterci tranquilli, i media ci raccontano per fissarci al suolo, i politici dicono di ascoltarci per fissarci al suolo... Ma la fantasia è mobile, L’immaginazione è mobile. Il movimento... ridondanza... È mobile. Nuovo soffio di vento.

[Tratto da madrilonia.org]

* CARTA, 30/05/2011


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: