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RIPENSARE L’EUROPA, IL CRISTIANESIMO E LA DEMOCRAZIA, A PARTIRE DALLA LEGGE DELLA UGUAGLIANZA ("LEY DE IGUALDAD") DEL GOVERNO DI ZAPATERO ...

CON LA SPAGNA DI "PUERTA DEL SOL", PER LA DEMOCRAZIA "REALE", SUBITO: RIPRENDERE IL FILO SPEZZATO DELL’UMANESIMO RINASCIMENTALE - E ANDARE OLTRE. IL MESSAGGIO DELLA "CAPPELLA SISTINA" CARMELITANA (1613) RITROVATO A CONTURSI TERME (SALERNO). Documenti e materiali sul tema - a c. di Federico La Sala

DELLA TERRA, IL BRILLANTE COLORE. Note sul "Poema" rinascimentale di un ignoto Parmenide carmelitano (ritrovato a Contursi Terme nel 1989). La prefazione di Fulvio Papi e parte della premessa del lavoro di Federico La Sala
martedì 5 novembre 2013 di Federico La Sala
In fondo, in pdf, un pieghevole sulla Chiesa del Carmine di Contursi Terme (Salerno).

CARMELITANI SCALZI ED ECUMENISMO: STORIA E MEMORIA. Ritrovato nel salernitano "file" perduto del tardo Rinascimento
[...] Nel 1608, in piena bufera controriformistica, pochi anni prima che in tutta Europa divampassero le guerre di religione e che il filologo Isaac Casaubon (De rebus sacris et eccleslasticis exercitatíones
XVI. Ad Cardinalis Baronii (...)

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> CON LA SPAGNA DI "PUERTA DEL SOL", PER LA DEMOCRAZIA "REALE", SUBITO --- ROMA. Studenti, la protesta versione indignati. Come è cambiato il movimento (di Corrado Zunino).

sabato 8 ottobre 2011


-  DENTRO IL CORTEO
-  Studenti, la protesta versione indignati
-  Come è cambiato il movimento in un anno

I- tagli e il dissesto finanziario della scuola si fondono con la recessione finanziaria e con la precarietà del lavoro.
-  Ecco cosa sta spingendo in piazza un’intera generazione di under 30

-  di CORRADO ZUNINO *

ROMA - E’ il corteo "giro dell’oca" quello di Roma, andata e ritorno dalla Piramide in tre ore e trenta minuti. Serve a paralizzare il quadrante sud a ridosso del centro. Sono tornati gli studenti in piazza, e sono più giovani e nervosi di un anno fa. Fanno ancora i flash mob, vuol dire che se la polizia li blocca non tirano le pietre, ma, flessibili come mercato comanda, cambiano traiettoria e fermano un altro pezzo di città. Un anno fa, dicevamo. Era l’otto ottobre 2010 quando i ragazzi iniziarono a contestare in massa la riforma universitaria del ministro Mariastella Gelmini. Ora hanno il padre in cassintegrazione e il fratello cerca lavoro da un tot.

Alla Piramide hanno messo, con qualche screzio in verità, i medi superiori in testa al corteo e dietro i famosi book bloc, gli scudi di polistirolo che citano i romanzi della crescita, ora si vedono queste esplosioni di testosterone sui volti. Sono tornati in piazza gli studenti perché la carta igienica nei bagni delle scuole continuano a portarsela da casa, perché nove università ogni dieci tra un semestre saranno sotto commissario causa dissesto finanziario. Sono tornati perché nel mondo c’è una perfida recessione finanziaria che serve a dare un alibi a tutti i "no" che gli sbattono in faccia: non c’è lavoro, la scuola pubblica costa troppo, se alzate la voce crolla il rating. Sono tornati in piazza perché si sono ricordati che quell’otto ottobre in cui tutto ebbe inizio - il corteo dei trentamila, il primo importante, il primo di una serie di marce fuori controllo in tutta Italia che avrebbe portato all’insurrezione di Piazza del Popolo, 14 dicembre - il contagio della rivolta si è diffuso nel mondo.

Già, gli "indignados" globali - se un giorno si scriverà la storia del movimento giovanile del primo decennio, la Generazione P (appunto, Precaria), tutto questo andrà sottolineato - sono nati in Italia. A Roma. E la data fondante potrebbe essere individuata nel 29 aprile 2010, quando un gruppo di ricercatori quarantenni - i fratelli maggiori dei ragazzi precari, loro da tempo dentro il meccanismo soffocante delle università - organizzò la Rete (29 aprile) e bloccò le lezioni negli atenei d’Italia. Ci fu un’assemblea calda, di fine stagione, all’Università La Sapienza, facoltà di Lettere. Era giugno. E lì si comprese che sarebbe stato un anno di movimento in piazza. Quindi arrivarono i cortei di fine settembre e la marcia dei trentamila dell’otto ottobre. Si formò così l’era degli indignados, e si scoprì per caso e in un istante che i guai nel mondo occidentale erano uguali per tutti gli under trenta. Scuola pubblica a pezzi, scuola privata inaccessibile e una sterminata offerta di lavori a 500 dollari al mese per vendere qualcosa al telefono appena laureati.

In Inghilterra si triplicavano le tasse e a Londra il figlio di David Gilmour oltraggiava il monumento ai caduti. Ad Atene la rivolta del ceto medio e degli strati anarchici della gioventù trovava negli studenti organizzati nuove ragioni e nuovi cubetti di porfido da lanciare. E poi Madrid, l’occupazione per settimane, con la pioggia e con il vento, della Puerta del Sol. Diventerà la piazza del pellegrinaggio di una generazione europea, suggerirà nuove occupazioni nelle più grandi città di Spagna. A Londra il "no future" ha iniziato a ispirare a minorenni dell’East saccheggi e incendi, mentre una nuova consapevolezza democratica ha attraversato i ragazzi di Santiago del Cile. Guidati da Camila Gallejo, la ragazza con il piercing al naso, reclamano lo smantellamento della scuola classista sopravvissuta alla fine di Pinochet. Oggi, attendendo il sorgere del sole nell’emisfero australe, a Santiago si torna in piazza. Ancora, in queste ore si legge dello sbarco degli indignados a Wall Street, delle cariche e degli arresti della polizia a Washington, a Boston, delle proteste anti-capitaliste addirittura a Los Angeles. E’ Michael Moore, capita spesso, a leggere meglio di tutti la rivolta: "Che devono fare questi ragazzi?, hanno capito che le banche terranno la loro generazione nel garage".

E’ stato un contagio lungo un anno. E il ceppo del virus si era formato lo scorso autunno nella capitale d’Italia, dentro le sue aule con l’intonaco grattato. Si è scoperto così, seguendoli da ottobre a ottobre, che ai ragazzi occidentali la precarietà era stata globalizzata. Si è tornati a comprendere, così, che da ragazzi si vuole ancora cambiare il mondo.

* la Repubblica, 07 ottobre 2011


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