Le amnesie di Peppe
Caso Giardina, analisi dell’arringa di Scopelliti in conferenza stampa. Il governatore va all’attacco ma dimentica alcuni fatti.
di Lucio Musolino
Il sindaco Demetrio Arena, gli assessori comunali Tilde Minasi, Demetrio Berna e Pasquale Morisani, l’ex coordinatore cittadino del Pdl Luigi Tuccio e il suo successore Daniele Romeo, il consigliere comunale Walter Curatola, quello provinciale Michele Marcianò, il coordinatore regionale della lista “Scopelliti presidente” Giovanni Bilardi, quello provinciale Oreste Romeo, l’ex assessore comunale Franco Germanò, l’ex assessore Enzo Sidari. Erano tutti in prima fila. In fondo alla sala, invece, un attento Tino Scopelliti, all’anagrafe Consolato, ad ascoltare l’attacco che il fratello stava sferrando in conferenza stampa al colonnello Valerio Giardina, “reo” di aver riferito in un’aula di tribunale il contenuto di un’informativa da lui stesso firmata e inserita dal sostituto procuratore della Dda Giuseppe Lombardo nel fascicolo del processo “Meta”, nato da un’inchiesta contro il gotha della ’ndrangheta reggina. L’intervento del governatore è la dimostrazione plastica che l’arroganza ha ceduto il passo all’esigenza di rispondere, di attaccare, di offendere e di alludere a «macchinazioni» e «cabine di regia» di cui, con il solito stile che lo contraddistingue, non svela il regista. Ma andiamo con ordine e proviamo ad analizzare le dichiarazioni del governatore della Calabria.