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VITA, VERITA’, E VIA: METTERSI IN GIOCO, CORAGGIOSAMENTE. PER IL "RISCHIARAMENTO" ("AUFKLARUNG") NECESSARIO: IL RITORNO A KANT (A UN ALTRO KANT - MAI CONOSCIUTO). UN OMAGGIO ALLA MEMORIA DI MICHEL FOUCAULT ....

VERITA’ E VERIDIZIONE: PAROLE PER UNA NUOVA POLITICA. Agamben fa un passo innanzi con Foucault, ma cento passi indietro senza Kant. Un’intervista di Franco Marcoaldi - con note di Federico La Sala

Riscopriamo l’etica. Agamben: "L’etica non significa obbedire a un dovere, significa mettersi in gioco: in ciò che si pensa, si dice e si crede".
mercoledì 9 febbraio 2011 di Federico La Sala
[...] com’è possibile condividere una verità o una fede che non siano di tipo assertivo? Io penso che questo accada nei territori dell’esistenza in cui ci si mette in gioco personalmente. Se la veridizione è lasciata ai margini e il solo modello della verità e della fede diventano la scienza e il dogma, la vita diventa invivibile. Di qui l’indifferenza e lo scetticismo generalizzato, oltre che la tetraggine sociale dilagante. Soltanto procedendo a ritroso, ricercando quella diversa (...)

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> VERITA’ E VERIDIZIONE ---- E BANCO DI CREDITO. --- Ma la fiducia è diversa dalla fede (di Mario Perniola)

sabato 18 febbraio 2012

Ma la fiducia è diversa dalla fede

di Mario Perniola (la Repubblica, 18 febbraio 2012)

Caro Direttore,

l’articolo di Giorgio Agamben "Se la feroce religione del denaro divora il futuro" (La Repubblica, 16 febbraio 2012) ha il merito di mostrare come perfino l’interesse economico, che dovrebbe essere l’ambito per eccellenza della razionalità e del calcolo, possa dar luogo ad un fanatismo e ad un accecamento, nei quali va perduto il senso della vita. Tuttavia l’articolo si presta ad un equivoco piuttosto pericoloso in un’epoca come la nostra in cui è più che mai opportuno stare dalla parte della ragione. Infatti, Agamben confonde la fiducia con la fede.

A queste due parole corrispondono due verbi del greco antico che, pur provenendo dalla stessa radice, hanno assunto significati molto differenti. La fiducia è connessa al verbo peítho, che nella forma passiva e media vuol dire "fidarsi di una persona o di una cosa"; la fede, che è credenza dogmatica, corrisponde al verbo pisteúo, da cui appunto pístis. La fiducia significa essere e restare in uno stato di sicurezza e di calma, qualsiasi cosa succeda: non si tratta di convincere o imporre agli altri il proprio punto di vista o addirittura la condivisione di qualche "valore".

L’accento è posto sulla condizione di sicurezza del "giusto" che, secondo la Bibbia, riposa sulla sua illimitata fiducia in Jahvé. Una cosa completamente diversa è la pístis che è legata al proselitismo e quindi sollecita un’esplicita adesione a una determinata dottrina o religione.

Perciò la nozione di fede urta la sensibilità di chi è allergico ai dogmi e alle prediche: essa implica un’intimazione a credere alcunché e a comportarsi in un certo modo. Essa apre la strada all’intolleranza o perlomeno a un sentire esaltato di cui non abbiamo per niente bisogno nel campo etico-politico; lasciamolo alla letteratura e alle arti.


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