Inviare un messaggio

In risposta a:
LA BRUTTEZZA DI UNA DIPINTURA: "FABULA LEMURUM". In memoria di Giambattista Vico

STORIA DELLA QUESTIONE INFAME: COME L’ITALIA, UN PAESE E UN POPOLO LIBERO, ROVINO’ CON IL "GIOCO" DEI "DUE" PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA. A memoria dei posteri, alcuni materiali - a c. di Federico La Sala

STORIA D’ITALIA: LA COSTITUZIONE, LE REGOLE DEL GIOCO, E IL "MENTITORE" ISTITUZIONALIZZATO ... CHE GIOCA DA "PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA": "FORZA ITALIA"!!! FORZA "POPOLO DELLA LIBERTA’"!!!
sabato 16 novembre 2013
L’ITALIA AL BIVIO: VICO E LA STORIA DEI LEMURI (LEMURUM FABULA), OGGI. Un invito alla (ri)lettura della "Scienza Nuova"

IN ITALIA, NEL 1994 UN CITTADINO REGISTRA IL NOME DEL SUO PARTITO E COMINCIA A FARE IL "PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA" DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’": "FORZA ITALIA"!!! E ANCOR OGGI, IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE CONTINUA. "DUE PRESIDENTI" DELLA REPUBBLICA CONTINUANO A GRIDARE: FORZA ITALIA!!! LA SCHIZOFRENIA (...)

In risposta a:

> STORIA DELLA QUESTIONE INFAME ---- «C’era un Paese che si reggeva sull’illecito»: lo scriveva Italo Calvino nel 1980. Tangenti, spie e burattinai: la corruzione al potere (di Guido Crainz).

domenica 26 giugno 2011


-  Tangenti, spie e burattinai
-  la corruzione al potere

di Guido Crainz (la Repubblica, 26.06.2011)

«C’era un Paese che si reggeva sull’illecito»: lo scriveva Italo Calvino nel 1980, in un fulminante Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti che segnalava con lucidità un mutamento decisivo. In quei mesi infatti la tangente Eni-Petromin, lo scandalo dell’Italcasse e altri venivano a confermare un imporsi della corruzione come metodo rivelato già nel 1974 dalle tangenti petrolifere.

Quello stesso 1974 in cui era iniziata la parabola discendente di Michele Sindona, inutilmente contrastata da pressioni politiche e criminali (con l’aggressione alla Banca d’Italia di Baffi e di Sarcinelli, e l’assassinio dell’avvocato Ambrosoli). Nel frattempo lo scandalo Lockheed aveva coinvolto, oltre a ex ministri, anche figure di mediatori come Antonio e Ovidio Lefebvre. E ancora nel 1980, mentre Craxi faceva aprire in Svizzera il conto "Protezione", Licio Gelli usciva allo scoperto sulle ospitali pagine del Corriere della Sera.

Poco dopo le liste della P2, rinvenute dai giudici Turone e Colombo nelle indagini su Sindona, faranno emergere meglio la trama che ha i nomi del Banco Ambrosiano di Calvi, dello Ior, della Rizzoli. Ed evocheranno inoltre sia oscure ombre precedenti o presenti (dalle trame eversive del passato sino al ruolo dei servizi durante il rapimento Moro o alla strage alla stazione di Bologna), sia inaspettate proiezioni nel futuro. Anche a prescindere, naturalmente, dai nomi di Berlusconi o di Cicchitto (che sarà allontanato per alcuni anni dal pur comprensivo Psi di allora).

Figura in quelle liste, ad esempio, il socialista Teardo, che sarà al centro di uno dei due scandali che nel 1983 fanno già intravedere - in Liguria, appunto, e a Torino - quella devastazione della vita pubblica che crescerà negli anni Ottanta sino all’esplosione di Tangentopoli. Esplosione che ha la sua massima espressione nell’affare Enimont, che culmina tragicamente con i suicidi di Gabriele Cagliari e di Raul Gardini (preceduti da quello - avvolto in più oscure nebbie - di Sergio Castellari). Fra i condannati al processo Enimont vi è un altro nome già presente nelle liste della P2: Luigi Bisignani.

Un commentatore pur moderato come Sergio Romano osservava allora che gli storici della "prima Repubblica" avrebbero letto gli atti giudiziari di Mani Pulite come gli storici della Rivoluzione francese leggono i cahiers de doléances inviati agli Stati generali: affreschi entrambi di due profondissime crisi di regime. Occorrerà comprendere meglio perché - dopo lunga incubazione e inascoltati segnali - siano poi riesplosi quei fenomeni giganteschi di corruzione e di distorsione delle istituzioni che le intercettazioni sulla "cricca" hanno ampiamente rivelato nel febbraio del 2010. Svelando, ad esempio, che la Protezione civile, lungi dall’essere strumento dell’emergenza, si era trasformata nello svuotamento quotidiano della democrazia, completamente privata di norme e controlli: una deformazione che stava per essere istituzionalizzata al livello più alto.

In quell’occasione molti hanno osservato che rispetto agli anni di Tangentopoli il "rubare per sé" appare oggi molto più diffuso del "rubare per il partito". Osservazione sin troppo scontata, dato che i partiti, nella forma di allora, non esistono più: e sciaguratamente questo ha portato talora ad affrontare in proprio, per così dire, i "costi della politica". Così come ha dato un peso crescente alle cricche e a quelle forme di relazione che le cronache di questi giorni hanno illuminato di luce cruda. Ricordandoci la vecchia intervista di Gelli al Corriere: da piccolo, disse, volevo fare il burattinaio.


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: