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VIVA L’ITALIA!!! VIVA LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI. "VENI, CREATOR SPIRITUS" (Benedetto Croce, 1947)...

AUGURI ALL’ITALIA: VIVA L’ITALIA!!! BENEDETTO XVI PRENDE LE DISTANZE DAL BERLUSCONISMO E DAL LEGHISMO E RENDE OMAGGIO AL PRESIDENTE NAPOLITANO. Una nota di Marco Politi e, a seguire, il testo del messaggio - a c. di Federico La Sala

BENEDETTO XVI: "Il 150° anniversario dell’unificazione politica dell’Italia mi offre la felice occasione per riflettere sulla storia di questo amato Paese, la cui Capitale è Roma, città in cui la divina Provvidenza ha posto la Sede del Successore dell’Apostolo Pietro (...)"
sabato 19 marzo 2011 di Federico La Sala
[...] dato il momento politico e la programmatica delegittimazione dell’Italia unita, operata dalla
Lega, è rilevante che il pontefice per tre volte torni sul tema per concludere che l’unità realizzatasi
nel Risorgimento non è consistita in una “artificiosa costruzione politica di identità diverse”, ma al
contrario s è presentata come “naturale sbocco politico di una identità nazionale forte e radicata,
sussistente nel tempo” (...) il messaggio papale smentisce anche (...)

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> AUGURI ALL’ITALIA: VIVA L’ITALIA!!! --- Stato e Chiesa, 150 anni dopo (di Filippo Gentiloni)

domenica 20 marzo 2011

Stato e Chiesa, 150 anni dopo

di Filippo Gentiloni (il manifesto, 20 marzo 2011)

Nelle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia non si è parlato molto del rapporto stato-chiesa, anche se si è trattato di un rapporto molto difficile. Se ne è parlato poco forse proprio perché la questione è ancora calda, forse anche perché il principale tentativo di soluzione, il Concordato del 29, aveva la firma solenne del fascismo.

Qualche cosa ha detto il Presidente Napolitano nel solenne discorso al Parlamento: «Si ebbe di mira, da parte italiana, il fine della laicità dello stato e della libertà religiosa e insieme il graduale superamento di ogni separazione e contrapposizione tra laici e cattolici nella vita sociale e nella vita pubblica. Un fine pienamente raggiunto». E il Presidente ringrazia il Pontefice. Una considerazione che oggi appare scontata, mentre nelle celebrazioni qualche cardinale appare in prima fila, insieme alle massime autorità dello stato.

Una presenza che sembra piuttosto inutile: i problemi sono enormi, dalla povertà alle immigrazioni, alla disoccupazione e la chiesa sembra inutile, non in grado di fornire aiuto allo stato che non ce la fa.

Perciò la vistosa presenza cattolica sembra piuttosto insignificante. E le intese fra stato e chiesa sembrano ricordi di un passato che non c’è più, mentre la chiesa stessa non sembra in grado né di aiutare né di contrastare. Forse è giunto il tempo in cui tutti, stato e chiesa - meglio: chiese al plurale - accettino che le religioni sono un fatto privato e che come tale anche lo stato le deve considerare. Nonostante il Tevere, più largo o più stretto, come diceva Spadolini, secondo i tempi e i governi.


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