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PIANETA TERRA. Prendere atto che vi e’ una sola umanita’ ...

APOCALISSE ATOMICA E GUERRE: IL "CASO" GIAPPONE E IL "CASO" LIBIA. DUE RAGIONAMENTI E DUE PROPOSTE. Riflessioni e indicazioni di Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo - a c. di Federico La Sala

Il ripudio della guerra deve essere il primo punto del programma politico fondamentale dell’umanita’ del nostro tempo.
domenica 3 aprile 2011 di Federico La Sala
[...] cosa puo’ fare qui ed ora ogni persona ragionevole e di volonta’ buona?
Occorre assumere in prima persona la responsabilita’ di contrastare la guerra e le stragi di cui essa consiste.
Occorre assumere in prima persona la responsabilita’ di difendere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Formulo due proposte [...]
Per non dimenticare ....
HIROSHIMA COME STATO DEL MONDO. Il 6 agosto 1945, giorno di Hiroshima. Le "Tesi" e i "Comandamenti dell’era atomica". Due brevi (...)

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> APOCALISSE ATOMICA E GUERRE: IL "CASO" GIAPPONE E IL "CASO" LIBIA. --- MINIMO UN PROGRAMMA COSTRUTTIVO CONTRO LA GUERRA E IL RAZZISMO (di Peppe Sini)

martedì 29 marzo 2011

MINIMO UN PROGRAMMA COSTRUTTIVO CONTRO LA GUERRA E IL RAZZISMO (UNA PROPOSTA ALL’INDOMANI DI UN DIGIUNO)

1. Uscire dall’invisibilita’

La stragrande maggioranza del popolo italiano e’ contraria agli omicidi.

La stragrande maggioranza del popolo italiano e’ contraria alla guerra.

La stragrande maggioranza del popolo italiano e’ contraria al razzismo.

Avremo mille difetti, ma di queste tre cose possiamo essere certi.

Ed allora dobbiamo rendere visibile questa nostra volonta’ di opporci alle uccisioni, alle guerre, alle persecuzioni.

Un modo e’ esporre ancora una volta la bandiere della pace e della nonviolenza ai balconi e alle finestre.

Un modo e’ unirci al digiuno collettivo contro la guerra e contro il nucleare promosso dal Movimento Nonviolento.

Un modo e’ scrivere a tutte le istituzioni democratiche chiedendo loro di prendere posizione contro la guerra e le persecuzioni, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la legalita’ e la democrazia, per l’umanita’ che e’ una.

Un modo e’ organizzare pubbliche manifestazioni contro le stragi e le persecuzioni, per la pace che salva le vite, per la solidarieta’ che ogni essere umano riconosca e raggiunga.

Un modo e’ contribuire a far pervenire aiuti umanitari ai popoli e alle persone nel piu’ grave bisogno.

Un modo e’ promuovere ed organizzare accoglienza ed assistenza ai profughi ed ai migranti.

Un modo e’ impegnarsi per ottenere dalle istituzioni italiane il rigoroso rispetto delle leggi italiane: e la legge fondamentale dello stato italiano, la Costituzione della Repubblica Italiana, all’articolo 10 fa obbligo di accogliere ed assistere i migranti in fuga da fame, guerre e dittature; ed all’articolo 11 fa obbligo di ripudiare la guerra.

*

2. Uscire dalla passivita’

I poteri che uccidono si fanno forti della passivita’ altrui.

Se l’umanita’ unita si levasse contro i dittatori e le guerre, contro le mafie e i fascismi, contro i razzismi e le discriminazioni, contro lo sfruttamento che provoca la miseria e la fame e la morte, contro le devastazioni dell’ambiente che provocano disastri, ebbene, se l’umanita’ unita si sollevasse allora la civilta’ umana prevarrebbe.

Comincia tu ad uscire dalla passivita’.

*

3. Uscire dall’ambiguita’

Occorre decidersi a dire la verita’ che e’ a tutti evidente: ogni guerra consiste di uccisioni. Le violenze sui migranti sono crimini contro l’umanita’. L’omissione di soccorso a chi e’ in pericolo di vita e’ un crimine.

Se la guerra e’ un crimine contro l’umanita’, consistendo essa dell’uccisione massiva di esseri umani, allora occorre agire contro la guerra. Qui in Italia questo oggi significa in primo luogo opporsi alle guerre cui lo stato italiano illegalmente partecipa: in Afghanistan, in Libia.

Se il razzismo e’ un crimine contro l’umanita’, consistendo esso della persecuzione e finanche dell’uccisione di esseri umani, allora occorre agire contro il razzismo. Qui in Italia questo oggi significa in primo luogo accogliere ed aiutare tutti gli esseri umani che in fuga da fame, guerre e dittature giungono nel nostro paese.

Chi salva una vita umana salva l’umanita’.

*

4. Uscire dalla subalternita’

Ci viene detto di delegare altri - pretesamente piu’ importanti e piu’ esperti di noi - alla "grande politica", alle relazioni internazionali, alla gestione delle questioni che l’intera umanita’ riguardano.

Ma cio’ che riguarda l’intera umanita’ riguarda ogni essere umano.

Ed ogni crisi, ed ogni conflitto, per quanto gravi siano, possono essere affrontati senza commettere ulteriore violenza, contrastando la violenza, riducendo cosi’ la violenza fino ad estinguerla. Questa forma di intervento e’ la nonviolenza.

E la nonviolenza ha un fondamento a cui ogni essere umano in cuor suo sente di poter aderire: il suo fulcro e’ il principio del "non uccidere e non consentire che altri uccidano"; il suo fulcro e’ il principio dell’"agisci nei confronti degli altri esseri umani cosi’ come vorresti che gli altri esseri umani agissero nei tuoi confronti"; il suo fulcro e’ la forza dell’amore: per l’umanita’, per la vita, per il mondo.

*

5. Affrontare la macchina bellica con la forza della nonviolenza

La violenza non e’ cosi’ forte come appare: senza il consenso di chi si rassegna nessuna macchina di dominazione, oppressione e distruzione e’ invincibile.

Nega il tuo consenso alla violenza, e gia’ la violenza e’ meno totale, gia’ e’ meno forte, gia’ e’ indebolita.

Scegli di contrastare la violenza con una forza ancora piu’ grande: la forza della verita’, la forza dell’amore per l’umanita’ intera, la forza della nonviolenza.

Discutiamo, organizziamo e realizziamo azioni dirette nonviolente per fermare la macchina bellica, impedendo ad essa di agire.

Nel 1999 per alcune ore in poche persone con una limpida azione nonviolenta, senza mettere in pericolo la vita di nessuno, bloccammo i decolli dei bombardieri che recavano strage nei Balcani: con una partecipazione popolare ampia e consapevole, con il coraggio della nonviolenza, potremmo oggi fermare pressoche’ qualunque atto di guerra.

*

6. Affrontare il regime razzista con la forza della nonviolenza

Il razzismo si basa su pregiudizi e paure che non e’ difficile smascherare, contrastare e guarire.

Nega il tuo consenso al razzismo, e gia’ il razzismo si confonde, si vergogna, si affloscia.

Scegli di contrastare il razzismo con la forza piu’ grande: la forza della verita’, la forza dell’amore per l’umanita’ intera, la forza della nonviolenza.

Discutiamo, organizziamo e realizziamo azioni dirette nonviolente per contrastare il razzismo, inveriamo col nostro concreto agire i diritti umani di tutti gli esseri umani.

*

7. Un programma costruttivo minimo ed essenziale

Ripetiamolo una volta ancora: le persone, le associazioni e le istituzioni fedeli all’umanita’, impegnate quindi contro le uccisioni, contro la guerra e contro il razzismo, potrebbero nella situazione presente:

-  far cessare la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan e in Libia;

-  far cessare la persecuzione razzista dei migranti;

-  promuovere ed organizzare l’accoglienza e l’assistenza di tutti i profughi e i migranti;

-  promuovere ed organizzare l’invio di Corpi civili di pace nelle aree di crisi per realizzare un’interposizione nonviolenta tra le parti in conflitto;

-  promuovere ed organizzare l’invio di aiuti umanitari alle popolazioni nel bisogno, da gestire direttamente con le comunita’ locali in forme democratiche e condivise (altrimenti anche gli aiuti umanitari divengono strumenti di guerra);

-  promuovere ed organizzare il sostegno ai movimenti nonviolenti e alle associazioni di difesa dei diritti umani nelle aree di crisi e di conflitto, sostenendo in particolare i movimenti e le associazioni di donne o guidati da donne;

-  promuovere ed organizzare iniziative per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, e per il disarmo e contro il militarismo tout court;

-  promuovere la nonviolenza ed organizzare la formazione alla nonviolenza;

-  preparare e realizzare azioni dirette nonviolente con cui effettualmente contrastare le macchine della morte.

Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo,

all’indomani di un digiuno contro la guerra

Viterbo, 29 marzo 2011

Mittente: "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo

tel. 0761353532

e-mail: nbawac@tin.it

web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/


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