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L’EUROPA, IL MESSAGGIO EVANGELICO (CON LA SUA "CHARITAS" E IL SUO "RISUS PASCHALIS"), E IL CATTOLICISMO ROMANO (CON LA SUA "SFINGE" E LA SUA "PESTE"). LA ’CROCE’ (= X) DI CRISTO NON HA NIENTE A CHE FARE CON IL CROCIFISSO DELLA TRADIZIONE COSTANTINIANA...

IL CORTILE DEI GENTILI, A PARIGI, SULLE ORME DI LACAN. Una nota di Armando Torno e un’intervista a Julia Kristeva, con alcuni appunti - a cura di Federico La Sala

la grande semiologa «bulgara d’origine, francese di nazionalità, europea di cittadinanza e americana d’adozione» ripercorrerà i grandi momenti dell’umanesimo secondo questa traiettoria: Erasmo, Diderot, Sade, Freud.
giovedì 31 marzo 2011
[...] «Mi interessa l’umanesimo, la differenza tra l’umanesimo cristiano e quello dei Lumi, e come quest’ultimo può rispondere alle questioni della nostra epoca, dalla libertà sessuale al ruolo della donna, alle crisi dei giovani e del multiculturalismo. Non si tratta di distruggere la religione, come hanno tentato di fare i totalitarismi, ma neanche di accettarla: serve un lavoro di rivalutazione della memoria» [...]
A FREUD, GLORIA ETERNA!!! IN DIFESA DELLA PSICOANALISI.
PSICOANALISI: (...)

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> IL CORTILE DEI GENTILI, A PARIGI ---- «La nuova fraternità tra credenti e no». il te­sto del video-messaggio pronunciato dal Pa­pa e trasmesso ieri sera sul sagrato di Notre-Dame in occasione del Cortile dei gentili

sabato 26 marzo 2011

«La nuova fraternità tra credenti e no»

Benedetto XVI

Il Papa: «Varcate insieme questo magnifico portale e rivolgete una preghiera al Dio conosciuto nella fede, o al Dio Ignoto»

«La questione di Dio non è un pericolo per la società, non deve essere assente dai grandi interrogativi del nostro tempo. Non chiudete la vostra coscienza»

«La prima delle azioni che potete compiere insieme è rispettare, aiutare e amare ogni essere umano, poiché esso è una creatura di Dio e in un certo modo la strada che conduce a Lui»

      • Pubblichiamo in una nostra traduzione il te­sto del video-messaggio pronunciato dal Pa­pa e trasmesso ieri sera sul sagrato di Notre-Dame in occasione del Cortile dei gentili (Avvenire, 26.03.2011)

-  Cari giovani, cari amici!

So che vi siete riuniti numerosi sul sa­grato di Notre-Dame di Parigi, su in­vito del cardinale André Vingt-Trois, arcive­scovo di Parigi, e del cardinale Gianfranco Ra­vasi, presidente del Pontificio Consiglio del­la Cultura. Vi saluto tutti, senza dimenticare i fratelli e gli amici della Comunità di Taizé. Sono grato al Pontificio Consiglio per aver ri­preso e sviluppato il mio invito ad aprire, nel­la Chiesa, dei ’Cortili dei gentili’, immagine che richiama quello spazio aperto sulla vasta spianata vicino al Tempio di Gerusalemme, che permetteva a tutti coloro che non condi­videvano la fede di Israele di avvicinarsi al Tempio e di interrogarsi sulla religione. In quel luogo, essi potevano incontrare degli scribi, parlare della fede ed anche pregare il Dio ignoto.

E se, all’epoca, il Cortile era allo stesso tempo un luogo di esclusione, poiché i ’Gentili’ non avevano il diritto di entrare nello spazio sacro, Cristo Gesù è venuto per «abbattere il muro di separazione che divi­deva » ebrei e gentili, «per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo del­la croce, eliminando in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto ad annunziare pace ...» ( Ef 2 , 14 -17 ), come ci dice san Paolo.

Nel cuore della ’Citè des Lumières’, davanti a questo magnifico capolavoro della cultura religiosa francese, Notre-Dame di Parigi, un grande spazio si apre per dare nuovo impul­so all’incontro rispettoso ed amichevole tra persone di convinzioni diverse. Giovani, cre­denti e non credenti presenti questa sera, voi volete stare insieme, questa sera come nella vita di tutti i giorni, per incontrarvi e dialogare a partire dai grandi interrogativi dell’esisten­za umana. Al giorno d’oggi, molti riconosco­no di non appartenere ad alcuna religione, ma desiderano un mondo nuovo e più libe­ro, più giusto e più solidale, più pacifico e più felice.

Nel rivolgermi a voi, prendo in consi­derazione tutto ciò che avete da dirvi: voi non credenti volete interpellare i credenti, esi­gendo da loro, in particolare, la testimonian­za di una vita che sia coerente con ciò che es­si professano e rifiutando qualsiasi deviazio­ne della religione che la renda disumana. Voi credenti volete dire ai vostri amici che que­sto tesoro racchiuso in voi merita una con­divisione, un interrogativo, una riflessione. La questione di Dio non è un pericolo per la società, essa non mette in pericolo la vita u­mana! La questione di Dio non deve essere assente dai grandi interrogativi del nostro tempo. C ari amici, siete chiamati a costruire dei ponti tra voi. Sappiate cogliere l’opportunità che vi si presenta per trovare, nel profondo delle vostre coscienze, in una riflessione solida e ragionata, le vie di un dialogo precursore e profondo. Avete tan­to da dirvi gli uni agli altri. Non chiudete la vo­stra coscienza di fronte alle sfide e ai proble­mi che avete davanti. Credo profondamente che l’incontro tra la realtà della fede e quella della ragione per­metta all’uomo di trovare se stesso. Ma trop­po spesso la ragione si piega alla pressione de­gli interessi e all’attrattiva dell’utilità, costretta a riconoscere quest’ultima come criterio ul­timo. La ricerca della verità non è facile. E se ciascuno è chiamato a decidersi, con corag­gio, a favore della verità, è perché non esisto­no scorciatoie verso la felicità e la bellezza di una vita compiuta. Gesù lo dice nel Vangelo: «La verità vi renderà liberi».

Spetta a voi, cari giovani, far sì che, nel vostro Paese e in Europa, credenti e non credenti ri­trovino la via del dialogo. Le religioni non pos­sono aver paura di una laicità giusta, di una laicità aperta che permette a ciascuno di vi­vere ciò che crede, secondo la propria co­scienza. Se si tratta di costruire un mondo di libertà , di uguaglianza e di fraternità , cre­denti e non credenti devono sentirsi liberi di essere tali, eguali nei loro diritti a vivere la propria vita personale e comunitaria restan­do fedeli alla proprie convinzioni, e devono essere fratelli tra loro.

Una delle ragion d’essere di questo Cortile dei gentili è quella di operare a favore di que­sta fraternità al di là delle convinzioni, ma senza negarne le differenze. E, ancor più profondamente, riconoscendo che solo Dio, in Cristo, ci libera interiormente e ci dona la possibilità di incontrarci davvero come fra­telli.

Il primo degli atteggiamenti da assumere o delle azioni che potete compiere insie­me è rispettare, aiutare ed amare ogni es­sere umano, poiché esso è una creatura di Dio e in un certo modo la strada che condu­ce a Lui. Portando avanti ciò che vivete que­sta sera, contribuite ad abbattere le barriere della paura dell’altro, dello straniero, di colui che non vi assomiglia, paura che spesso na­sce dall’ignoranza reciproca, dallo scettici­smo o dall’indifferenza. Siate attenti a raffor­zare i legami con tutti i giovani senza distin­zioni, vale a dire non dimenticando coloro che vivono in povertà o in solitudine, coloro che soffrono per la disoccupazione, che at­traversano la malattia o che si sentono ai mar­gini della società.

Cari giovani, non è solo la vostra esperienza di vita che potete condividere, ma anche il vostro modo di avvicinarvi alla preghiera. Cre­denti e non credenti, presenti su questo sa­grato dell’Ignoto, siete invitati ad entrare an­che all’interno dello spazio sacro, a varcare il magnifico portale di Notre-Dame e ad en­trare nella cattedrale per un momento di pre­ghiera. Per alcuni di voi, questa preghiera sarà una preghiera ad un Dio conosciuto nella fe­de, ma per gli altri essa potrà essere anche u­na preghiera al Dio Ignoto. Cari giovani non credenti, unendovi a coloro che stanno pre­gando all’interno di Notre-Dame, in questo giorno dell’Annunciazione del Signore, apri­te i vostri cuori ai testi sacri, lasciatevi inter­pellare dalla bellezza dei canti e, se lo volete davvero, lasciate che i sentimenti racchiusi in voi si elevino verso il Dio Ignoto. S ono lieto di aver potuto rivolgermi a voi questa sera per questo momento inau­gurale del Cortile dei gentili. Spero che vorrete rispondere ad altri appuntamenti che ho fissato, in particolare alla Giornata mon­diale della gioventù, quest’estate, a Madrid. Il Dio che i credenti imparano a conoscere vi invita a scoprirLo e vivere di Lui sempre più. Non abbiate paura! Sulla strada che percor­rete insieme verso un mondo nuovo, siate cercatori dell’Assoluto e cercatori di Dio, an­che voi per i quali Dio è il Dio Ignoto.

E che Colui che ama tutti e ciascuno di voi vi benedica e vi protegga. Egli conta su di voi per prendersi cura degli altri e dell’avvenire, e voi potete contare su di Lui!

Benedetto XVI


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