Missione Anp a Roma diventa ambasciata
Abu Mazen: grazie Napolitano
Dopo i colloqui di domenica con Peres e Netanyahu, Giorgio Napolitano si è recato ieri nei Territori per incontrare Abu Mazen. Il rappresentante dell’Anp a Roma viene elevato al rango di ambasciatore.
di Marcella Ciarnelli (l’Unità, 17.05.2011)
L’Autorità nazionale palestinese avrà il suo formale ambasciatore in Italia. Lo ha annunciato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al termine del colloquio con Abu Mazen a Betlemme, tappa importante della visita di due giorni in Israele e nei territori. «A nome del governo annuncio l’elevazione della delegazione al rango di missione diplomatica, e al rango di ambasciatore il rappresentante diplomatico palestinese» a Roma che sarà accreditato al Quirinale. «È un altro regalo che ci fa l’Italia»,ha sottolineato Abu Mazen.
Il presidente italiano aveva iniziato la sua visita accolto con gli onori militari nel cortile dell’edificio della sede distaccata a Betlemme dell’Anp. Picchetto d’onore con Abu Mazen. Poi una banda ha suonato gli inni nazionali, seguiti dalla marcia trionfale dell’Aida. È cominciato così l’incontro che era stato preceduto domenica da quello, con il presidente d’Israele, Shimon Peres, e poi da quello con il premier Netanyahu.
Napolitano al termine del colloquio ha voluto ribadire che bisogna operare subito, «adesso, a maggio, a giugno, a luglio» per affidare la nascita dello Stato palestinese ad «un rilancio della prospettiva negoziale», invece di «aspettare ciò che accadrà a settembre» alludendo chiaramente alla preannunciata intenzione del presidente dell’Anp di proclamare appunto in settembre, in mancanza di alternative, la nascita dello Stato palestinese presso l’Onu. La strada maestra, per Napolitano, resta quella di «riaccendere un clima di dialogo fra le parti» in modo da far in modo che sia più di una speranza la soluzione del conflitto israelo-palestinese.
GENEROSITÀ E LUNGIMIRANZA
L’Italia sosterrà la ricerca del dialogo chiamando l’Unione europea che condivide la responsabilità della pace in Medio Oriente a non sottrarsi all’impegno ma, al contrario, a dimostrare la massima «generosità e lungimiranza» secondo la formula «due popoli, due Stati» che presuppone la reciproca accettazione e la coesistenza pacifica. Una formula che entrambe le parti hanno accettato ed ora «si tratta di farne discendere accordi che permettano la concreta realizzazione» di un progetto che sembra allontanarsi davanti agli scontri sanguinosi che ci sono stati, soprattutto ai confini di Israele con Libano e Siria, nel giorno della «catastrofe».
Ma per Abu Mazen, che ha usato un tono molto netto nel dirlo, «l’Anp è disposta a tornare al tavolo del negoziato con Israele solo di fronte a uno stop alle colonie nei Territori occupati». Le assicurazioni dell’esponente palestinese che la riconciliazione fra Fatah e Hamas, e la nascita del nuovo governo «tecnico» non toglieranno all’Anp e allo stesso Abu Mazen la titolarità esclusiva di condurre il negoziato con Israele rispettando i principi fissati dal Quartetto formato da Onu, Russia, Usa ed Ue, da Napolitano sono state accolte positivamente.
La visita in Israele si è svolta mentre in Italia era in corso l’importante consultazione elettorale. Mentre iniziava lo spoglio Napolitano era al Tempio italiano. Nessun accenno, ovviamente. Men che mai un commento. Ma ben forte l’invito che «cerco di esprimere, in Italia e fuori dall’Italia di valorizzare quello che unisce gli italiani al di là delle dispute politiche e ideologiche pur legittime, ma che spesso vanno oltre il segno e il limite compatibile con un minimo di coesione e di unità nazionale, necessarie per affrontare le sfide che ci attendono».