Mondo omosex in piazza: "Più diritti"
Sfilata a Roma dalla regina Lady Gaga
Carri e maschere alla parata ma dietro alle festa c’è l’impegno di chi chiede sicurezza e garanzie *
ROMA. Un abito vintage anni ’90 stampa Versace color aragosta, oro e nero, occhiali con lenti molto grandi e una parrucca verde fosforescente: così si è presentata al Circo Massimo, a Roma, la pop star Lady Gaga, che si è esibita nel corso del concerto per l’Europride, attorno alle 21.30, con un atteso discorso sui diritti delle persone Lgbt e ha cantato una canzone, Born this way, l’hit del suo ultimo disco. Al concerto anche l’ambasciatore americano a Roma, David Thorne, che ha aiutato il comitato organizzatore dell’Europride 2011 a ottenere l’attenzione della cantante.
L’esibizione di Lady Gaga in un Circo Massimo strapieno è stato il clou dell’Europride Roma 2011: nel pomeriggio in 500mila, secondo gli organizzatori, hanno sfilato per le vie del centro di Roma per la "gay parade" tra carri allegorici, palloncini, bandiere arcobaleno e tanta allegria. Nessun momento di tensione, salvo qualche piccola contestazione alla governatrice del Lazio, Renata Polverini, contro la quale qualche manifestante ha gridato «via i fascisti dalla piazza, via via, vattene fascista». Una piccola minoranza che, ancora prima della risposta della presidente, ha trovato la replica di alcuni organizzatori dell’Europride che hanno difeso l’impegno della Polverini.
Come ogni anno, il pride è stato segnato dalla polemica contro il Vaticano: tanti i cartelli con la scritta ’No Vat’ e tanti i manifestanti che si sono radunati, in piazza dei Cinquecento, per farsi una fotografia sotto la statua di Papa Wojtyla inaugurata mesi fa e che a Roma aveva creato numerose polemiche per la sua realizzazione. Ma ha vinto la festa tant’è che il sindaco Gianni Alemanno sottolinea: «Abbiamo smentito ogni illazione di Roma come città intollerante». E infatti i romani hanno sfoderato tolleranza e curiosità. Molti hanno fotografato o si sono fatti fotografare con le drag queen. Alcune famiglie si sono unite al pride con figli al seguito, persino nei passeggini. Questa forse l’immagine più vera di un paese civile che dice che è giunta l’ora di «pari diritti per tutti».
* La Stampa, 11/06/2011