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La Sala

ITALIA. STORIE DI REGIME - di Furio Colombo - selezione a cura del prof. Federico La Sala

sabato 2 dicembre 2006 di Emiliano Morrone
STORIE DI REGIME
di Furio Colombo (l’Unità, 01.04.2006)
Faccio una proposta. Propongo una legge che faccia finire la persecuzione contro Bernardo Provenzano. Che quest’uomo possa finalmente tornare a vivere alla luce del sole come tutti i cittadini dopo essere stato costretto a restare alla macchia per quarant’anni. Che senso ha, a questo punto, un atteggiamento di rivalsa e vendetta verso questo anziano dirigente di una vasta organizzazione, che è fuori legge se la legge si interpreta da (...)

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venerdì 1 dicembre 2006

Buongiorno

Un professionista serio

di Massimo GRAMELLINI *

Egregio James Bond, le scrivo per sondare la sua disponibilità a compiere indagini segrete sul conto del presidente del Consiglio. Lei è uomo di mondo e certo non la sconvolgerà sapere che le menti più sopraffine del centrodestra cercano da anni di dimostrare che Prodi ha intascato tangenti, evaso il fisco, lavorato per il Kgb e forse nascosto Bin Laden in uno scantinato di Bologna. Ma quel che troverà anche lei inaccettabile è che abbiano affidato un’attività così delicata a spie prive di qualsiasi spessore professionale. Come Igor Marini, il sedicente operaio dell’affare Telekom-Serbia che si spacciava per numero 2 dello Ior, si firmava Guardiano del Santo Sepolcro e sosteneva di aver maneggiato ordini di pagamento intestati a un certo Mortad.

Ora, chiunque di noi si mettesse in testa di incastrare Prodi, escogiterebbe qualche stratagemma un po’ meno somigliante a un monologo di Zelig. Cambierebbe i nomi, intanto. Il conte Igor. Pio Pompa. E Scaramella, l’ultimo arrivato del caso Mitrokhin, che pare uscito da una puntata dei puffi. Mi chiedo quale segretezza pensassero di conservare, questi agenti della mutua, chiamando Prodi «Mortadella», Pecoraro Scanio «Culattosky» e un dossier ultrariservato «Operazioni traumatiche». Come se un galeotto nascondesse la piantina del carcere in una cartellina denominata «Piani di evasione». Ma dove l’hanno presa, la laurea in spionaggio? Alla scuola serale dell’ispettore Clouseau? Qualsiasi premier, persino il nostro, ha diritto di farsi spiare da un professionista serio e preparato. Uno come lei, caro 007, con un nome decente, un fascino invidiabile e uno smoking stirato. In caso di risposta affermativa, per l’onorario e i benefits (Bond girl inclusa), pregherò gli ex presidenti delle commissioni Telekom e Mitrokhin di mettersi in contatto con la sua segretaria. Sempre che nel frattempo abbiano smesso di credere ai puffi.

* La Stampa, 1.12.2006


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