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CEDIMENTO STRUTTURALE DEL CATTOLICESIMO-ROMANO. Papa e Vescovi, tutta la Gerarchia della Chiesa "cattolico-romana" senza più la Parola evangelica!!!

SILENZIO DEI TEOLOGI E MEMORIA DEL PROFETA GIOELE: RIPRENDERE LA PAROLA. Un appello di preti e religiosi alle teologhe e ai teologi. Una nota di Luca Kocci e il testo della lettera - a c. di Federico La Sala

"DOVE STAI"?! AI TEOLOGI E ALLE TEOLOGHE chiedono di riprendere la parola e li invitano il prossimo 20 gennaio (dalle 17.30) alla Comunità delle Piagge di Firenze, per un «incontro aperto»
giovedì 19 gennaio 2012 di Federico La Sala
[...] è compito della teologia e dei teologi «fare sogni» incarnati nella realtà e «diventare profeti» nel nostro tempo. Lo dicono, con forza e passione, in una “lettera aperta” a tutti i teologi e le teologhe italiane, alcuni parroci, preti e religiosi:
Alessandro Santoro (prete della Comunità delle Piagge di Firenze), la teologa domenicana Antonietta Potente, Andrea Bigalli (prete di S. Andrea in Percussina, Firenze), Pasquale Gentili (parroco di Sorrivoli, Cesena), Benito (...)

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> SILENZIO DEI TEOLOGI --- “Teologi confrontiamoci sulla crisi”: appuntamento, per venerdì prossimo pomeriggio (20 gennaio, ore 17.30), alla Comunità delle Piagge, a Firenze, per un dibattito pubblico (di Fabrizio Mastrofini) .

mercoledì 18 gennaio 2012

“Teologi confrontiamoci sulla crisi”

di Fabrizio Mastrofini (La Stampa/Vatican Insider. 18 gennaio 2012)

Uscite dal silenzio, apritevi alla realtà, confrontatevi con gli scottanti problemi della crisi economica e della crisi ambientale. È la sintesi di una “lettera aperta” che alcuni sacerdoti e religiosi hanno rivolto ai teologi e teologhe italiane. E danno un appuntamento, per venerdì prossimo pomeriggio (20 gennaio, ore 17.30), alla Comunità delle Piagge, a Firenze, per un dibattito pubblico. Dopo la morte di don Mazzi (ottobre 2011), animatore della Comunità dell’Isolotto, in prima fila dagli anni Settanta nel chiedere un’istituzione aperta e dialogante, da Firenze arriva una nuova sollecitazione alla Chiesa italiana.

La “lettera aperta” ha toni netti e precisi.

«Dove stai tu - scrivono i firmatari ai teologi e teologhe - quando si soffrono cambiamenti climatici e cambiamenti di umore? Dove stai tu mentre il nostro pianeta va al collasso e le multinazionali e le banche, vendute al dio profitto e al dio denaro, governano il mondo? Dove stai tu quando si deve decidere se intervenire per sostenere un intervento armato della Nato nella terra degli altri? Dove stai tu quando si riducono tutte le spese per il sociale, la sanità e la scuola, mentre continuano ad aumentare i bilanci della difesa e si spendono cifre folli per le armi? Dove stai tu quando la gente dei Sud del mondo si sospinge fino alle spiagge di Lampedusa e viene ricacciata indietro o chiusa nei Cie, colpevoli soltanto di immigrazione? Dove stai tu quando qualcuno dice che l’ex primo ministro è meglio che un politico dichiarato gay, perché il primo è “secondo natura”? Dove stai tu quando il bilancio familiare è insufficiente e si vive una precarietà che riduce a brandelli sogni e progetti? Dove stai tu quando gli indignados scendono in piazza o fanno rete virtuale su internet? ».

I firmatari sono Alessandro Santoro (prete della Comunità delle Piagge di Firenze), la teologa domenicana Antonietta Potente, Andrea Bigalli (prete di S. Andrea in Percussina, Firenze), Pasquale Gentili (parroco di Sorrivoli, Cesena), Benito Fusco (frate dei Servi di Maria), Pier Luigi Di Piazza del Centro Balducci di Zugliano (Udine) e Paolo Tofani (parroco di Agliana, Pistoia).

Il riferimento obbligato è al teologo protestante Karl Barth ed alla sua celebre espressione secondo la quale si riflette con la Bibbia da una parte ed il giornale dall’altra, perché la teologia deve continuamente confrontarsi con la realtà. Come fa da sempre la teologa domenicana suor Antonietta Potente, che ha pubblicato in questi ultimi mesi un libro di etica intitolato Un bene fragile (Mondadori), in cui sottolinea il primato dell’essere sull’avere, forte della sua esperienza di docente a Cochabamba, in Bolivia, e di vita quotidiana presso una famiglia aymara.

Obiettivo dei firmatari di questo appello: scuotere la teologia italiana, farla uscire dal chiuso delle aule delle facoltà pontificie, provocare un dibattito. Venerdì si vedrà chi riesce a raccogliere la sfida.


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