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MESSAGGIO EVANGELICO E ...SANTO PADRE?! ABUSO DEL TITOLO E TRADIMENTO STRUTTURALE DELLA FIDUCIA

LA CHIESA AL SERVIZIO DEI POTENTI?! "Fuori dal Tempio. La Chiesa al servizio dell’umanità"!!! Un libro di Pierluigi Di Piazza, prete e parroco di Udine, recensito da Aldo M. Valli - a c. di Federico La Sala

«Mi chiedo spesso - scrive Di Piazza - dove sia Gesù di Nazaret, cosa c’entri lui non solo con l’apparato del potere (...) Cosa c’entri lui con i titoli di Sua Santità, Eminenza, Eccellenza, Monsignore (...)
domenica 13 novembre 2011 di Federico La Sala
[...] Controcorrente don Di Piazza lo è sempre stato. E lo dice. «Credo in una Chiesa pluralista formata
da uomini e donne con pari possibilità ministeriali: dal sacerdozio al diaconato. Credo in una Chiesa
che si liberi una volta per sempre dei titoli nobiliari, di abiti che appartengono ad altre epoche, in
cui il papa, i cardinali, i vescovi, i preti, le donne e gli uomini appartenenti agli ordini religiosi
abitino case dignitose ma modeste ed essenziali. Credo in una Chiesa che anche (...)

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> LA CHIESA AL SERVIZIO DEI POTENTI?! ---IL VENTO DELLA CRISI AL VERTICE DELLA CHIESA. Joseph Ratzinger Crisi di un papato. L’ultima fatica di MarcoPoliti (di Lorenzo Scheggi Merlini)

martedì 15 novembre 2011

Se il vento della crisi arriva al vertice della Chiesa cattolica

di Lorenzo Scheggi Merlini (l’Unità, 15 novembre 2011)

Un Papa che suscita «tenerezza». Da ammirare per la tenacia con cui affronta le fatiche del pesante ministero petrino; decisamente morigerato nei costumi e quasi ascetico nello stile di vita; uno studioso appassionato; un intellettuale che raggiunge mirabili vette di pensiero e che, come tale, fa breccia negli ambienti intellettuali soprattutto europei. Un ottantaquattrenne coerente che ha già fatto sapere, in caso di impedimento per motivi di salute fisica o mentale, che non esiterà a dimettersi.

Ma anche intransigente nel riaffermare il corpus tradizionale della dottrina cattolica, incurante (o impermeabile) dei segnali che vengono dall’interno dalla Chiesa stessa in materia di morale sessuale, bioetica, sacerdozio femminile, celibato, e che gridano ormai come sia tempo di aprire una discussione senza pregiudizi su tutti questi fronti. E ancora: un uomo che pur essendo stato un protagonista da posizioni innovatrici del Concilio, si colloca ora alla testa di tutti coloro che caparbiamente negano la portata rivoluzionaria che ebbe.

Un Papa eurocentrico, terrorizzato dagli «ismi» che vive come una minaccia mortale per la Chiesa e mai come una occasione. E per questo fu in fondo eletto. Un Papa, ed è il motivo ricorrente di ogni capitolo, incapace e forse anche disinteressato al governo concreto di una comunità mondiale di un miliardo e duecento milioni di fedeli sparsi in tutto il mondo, che per di più si è circondato di collaboratori non all’altezza del compito e non lo aiutano nemmeno ad evitare errori diplomatici. L’ultima fatica di MarcoPoliti - forse il più acuto, informato e colto fra i vaticanisti italiani - giunta da pochi giorni in libreria (Joseph Ratzinger Crisi di un papato, Edizioni Laterza, pagine 328, €18) è un libro che merita tutta l’attenzione richiesta dalla sua complessa, anche se scorrevolissima e appassionante, lettura.

Si presenta con un titolo netto ma non gridato, parla di un papato in «crisi». Ma a ben vedere, nel ripercorrere gli episodi più salienti del settennio ratzingheriano, tutti documentati in maniera certosina, con una messe di materiali davvero imponente, degna di uno storico più che di un giornalista, viene fuori un affresco impietoso che fa spesso pensare ad un vero e proprio fallimento. Sfilano capitolo dopo capitolo la crisi col mondo islamico, quella, ricorrente, con gli ebrei, la revoca della scomunica comminata agli ultraconservatori - negazionisti - anticonciliari di Marcel Lefebvre, nomine inopportune di vescovi indegni e, il cancro della pedofilia, tollerato, occultato per tanti, troppi anni.

Politi dà atto ovviamente a Benedetto XVI delle ultime, durissime posizioni e dei provvedimenti conseguentemente adottati contro la pedofilia e i preti pedofili ma constata, suffragando l’affermazione con moltissimi documenti, con colpevole ritardo. Ecco, questi aspetti negativi hanno ormai caratterizzato il papato e prevalgono, sostiene il vaticanista, su quelli, pure importanti, positivi. Una tesi certamente opinabile che ovviamente non è da tutti condivisa. Da parte soprattutto di chi pensa che debba prevalere, nel giudizio, il ruolo di denuncia del Papa contro il capitalismo finanziario impazzito, contro il liberismo che produce miseria e povertà, contro la deriva di un mondo che sembra avere smarrito i valori forti e che si muove senza bussola. Ma certamente le argomentazioni e i fatti sciorinati da Politi, sono macigni che non possono assolutamente essere elusi.


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