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FEDELTA’ ALLA REPUBBLICA E ALLA COSTITUZIONE. In Parlamento un solo partito e un solo urlo: "Forza Italia"!!! Viva il "Popolo della libertà"!!!

ITALIA, 2012. "UN DEPUTATO COME NOI": IL COSENTINO DI NAPOLI, IL COSENTINO DEL PARLAMENTO, E IL PATTO SCELLERATO. Una nota di Furio Colombo e l’ IO SO di Roberto Saviano - a c. di Federico La Sala

Roberto Saviano:Onorevole Cosentino, lei per me è colpevole di cose che vanno al di là della fedina penale "(...) lei, Onorevole Cosentino, rappresenta la storia di Forza Italia in Campania e la storia del Pdl. E lei può raccontare, qualora si sentisse tradito dai suoi sodali, molto sulla gestione dei rifiuti, e sulle assegnazioni degli appalti in Campania (...)".
venerdì 13 gennaio 2012 di Federico La Sala
Parlamento malato
di Furio Colombo (il Fatto, 13.01.2012)
"Un deputato come noi". Così l’on. Contento, a nome di tanti, ha concluso alla Camera la sua appassionata arringa in difesa dell’on. Nicola Cosentino, imputato (leggo dalle carte processuali) “di concorso in falso in atti pubblici, di concorso in falso bancario, di concorso nel tentativo di reimpiego di denaro di illecita provenienza, tutti reati aggravati dall’essere stati commessi per favorire le organizzazioni camorristiche (...)

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> ITALIA, 2012: IL COSENTINO DI NAPOLI, IL COSENTINO DEL PARLAMENTO, E UN PATTO SCELLERATO. --- Alla Camera 309 deputati contrari 298 favorevoli.Ci pensano Bossi e i Radicali a salvare Cosentino. La base gli dice “venduti” e urla “vergogna”

venerdì 13 gennaio 2012

Ci pensano Bossi e i Radicali a salvare Cosentino

Alla Camera 309 deputati contrari 298 favorevoli

di Paola Zanca (il Fatto, 13.01.2012)

Sul banco da deputato ha un farmaco contro l’influenza. È senza voce, febbricitante. Ma contro la tosse insistente che gli ha rovinato la giornata, per Roberto Maroni non c’è medicinale che tenga. Il primo attacco gli è venuto poco prima di entrare in Aula a votare sull’arresto di Nicola Cosentino. Non sapeva ancora come sarebbe andata a finire ma il groppo in gola è arrivato in anticipo. Marco Milanese, il deputato Pdl che al carcere preventivo è sfuggito quest’estate, lo ha braccato per una ventina di minuti. Ha provato in tutti i modi a convincerlo che mandare in galera un collega non ha senso, che i giudici non hanno prove contro di lui, lo vogliono solo far parlare. Ma l’ex ministro dell’Interno non ha cambiato idea.

VOTA SÌ, e lo fa con il dito indice, lo stratagemma che rende palese il voto. Ma è il solo a farlo: sui 309 che hanno detto no all’arresto del coordinatore del Pdl campano resterà il segreto. L’unica certezza è che tra loro ci sono i sei radicali. E che sono stati determinanti. Senza il loro “no”, ora, Cosentino sarebbe in carcere. “Scorretti”, li bolla Rosy Bindi, presidente del Pd, il partito entro le cui liste sono stati eletti. “Inaccettabile”, replicano i Radicali, che le nostre scelte siano “criminalizzate” solo perché “diverse” dal “conformismo imperante”. Su loro cala la rabbia, ma non il mistero: attorno ai 51 voti che hanno salvato Cosentino (al di fuori di Pdl, Responsabili, Noi Sud e parte del gruppo misto), invece, è un fiorire di congetture. Sicuramente lì dentro c’è la Lega, ma il peso che il Carroccio ha avuto nella decisione è tutto da vedere.

Luca Paolini dice che ci sono almeno 25/30 camicie verdi che hanno votato “no”, come lui del resto: “Sono molti quelli che non se la sono sentita di dire sì alle manette. Molti di più di quelli che si vogliono far credere”. Avrebbero riflettuto sulle parole che Umberto Bossi (che al voto non si è fatto vedere) ha pronunciato solo poco prima, in una riunione convocata alle 11. A dir la verità, mentre Paolini illustra in Aula la sua arringa in difesa di Cosentino (cita perfino Mastella, per un leghista un tempo sarebbe stata un’eresia) dai banchi del Carroccio applaudono in pochissimi. Lui è di spalle, non vede i suoi compagni di partito, sente solo battere le mani.

A un certo punto lo sveglia Roberto Simonetti: “Coglione! Non lo vedi che ti applaude solo il Pdl? ”. Maroni non alza la testa dal suo I-Pad. È visibilmente nervoso, dice che la base non capirà. Lo trattano da sconfitto, ma i suoi raccontano un’altra storia: “Cosentino l’hanno salvato i reguzzoniani (dal nome del capogruppo fedelissimo di Bossi, ndr) I nostri ’no’ sono stati 42”. Quindi, chi lo ha salvato Cosentino? “I voti sono arrivati dall’Udc e dal Pd’’, accusa Maroni in persona. Si sarebbero spaventati, spiegano dietro le quinte, perchè avevano paura che con l’arresto il Pdl avrebbe staccato la spina al governo Monti (lo aveva minacciato Fabrizio Cicchitto solo l’altro ieri). Casini e Bersani negano con forza: noi siamo stati compatti.

A MONTI, in verità, pare che del voto su Cosentino non interessi un granché. I banchi del governo, pieni fino a un paio di ore prima per l’informativa “europea” del premier, sono stati deserti per tutto il resto della seduta. Quelli del Pdl, al contrario, si sono riempiti solo quando Monti se n’è andato. Berlusconi è arrivato qualche minuto prima che si aprisse la votazione.

Non ha partecipato alla processione di abbracci e pacche sulle spalle che ha sfilato per due ore sotto allo scranno di Cosentino quando ancora non si sapeva che fine avrebbe fatto: Amedeo Laboccetta, Bruno Cesario, Mariastella Gelmini, Nunzia De Girolamo, Maria Rosaria Rossi, Claudio Scajola, Francesco Pionati. Al microfono si sperticano le sue lodi: “Nicola Cosentino, eterno indagato mai processato”, dice il Pdl Maurizio Paniz. “Noi siamo amici di Nicola Cosentino”, scandisce Arturo Iannaccone di Noi Sud.

Poi Gianfranco Fini dichiara aperta la votazione. Si alzano le mani di chi ha problemi con la tessera elettronica. Urlano “Io! ” “Qui! ”. In ballo c’è la libertà del loro collega. “Onorevoli colleghi, calma! C’è tutto il tempo! ”, si stupisce il presidente della Camera. Poi il tabellone si accende: 309 no, 298 sì. L’ex detenuto Alfonso Papa, che in Parlamento è tornato da due giorni, si commuove e corre ad abbracciarlo.

Quattro deputati campani escono dall’Aula gongolando: “Anna’ passà sul nostro cadavere! ”. Un altro capannello attorno a Denis Verdini: “Adesso che abbiamo i numeri possiamo tornare”. Roberto Maroni esce quasi per ultimo. Dice: “Non so se l’elettorato della Lega capirà”. Poi si allontana: “Scusate, sono senza voce”.


Da Radio Padania e Radicale

La base gli dice “venduti” e urla “vergogna”

di Elisabetta Reguitti (il Fatto, 13.01.2012)

Chi l’avrebbe detto? Militanti radicali e leghisti insieme, uniti nella lotta nel-l’insulto dopo il “no” della Camera all’arresto di Cosentino. Lanciano improperi ai rispettivi leader di partito. Frasi “contro” pronunciate all’unisono rimbalzate ieri dalle frequenze di Radio Radicale così come da Radio Padania.

I leghisti, per la verità, stravincono per la qualità delle pittoresche frasi con le quali hanno dato del “venduto” al loro capo massimo Umberto Bossi come Franco da Bergamo che ha poi aggiunto un elegante: “Buffoni”. Più diplomatici i radicali nella loro danza del malcontento. “Vergogna” scrive un utente. E ancora “vero che adesso Cosentino vi permetterà di trasmettere stereo in Campania? ” oppure ancora “complimenti, avete iniziato bene il 2012”, siete disgustosi”.

L’apice della prosa padana è però: “Il salvataggio di un altro mafioso! Stronzi, non vi voterò più” che farebbe il paio con il Giulio-pensiero da Milano che domanda: “Cosentino è un altro rospo per il federalismo? ” Ma torniamo alle voci. Carlo da Brescia irrompe sul conduttore di Che aria tira (costretto a difendere il voto-salvagente degli onorevoli leghisti). “Cosentino era da arrestare. Come capiterebbe a tutti gli altri poveri cristi. Altro che privilegio perché è un parlamentare”. Da Varese un giovane padano non ha dubbi: “Avete salvato un altro camorrista nonostante aveste letto le carte”. Il commento suscita la reazione del “sobrio” conduttore di Radio Padania che chiede: “Scusi ma se vengo a cena con lei che è uno stronzo, divento uno stronzo pure io? ” (inteso come curioso caso di transfert visto che Cosentino sarebbe, tra l’altro, andato a cena con mafiosi).

Che il dissenso non fosse gradito in Lega era chiaro già da tempo ma ieri, in diretta radio, i militanti contrari alla scelta di “coscienza” per il non-arresto di Cosentino, uscita da via Bellerio (un cambio di indicazione avvenuto alla vigilia del voto, voluto dal “cerchio magico” e annunciato dallo stesso Bossi) si sono presi in ordine, prima dell’ignorante e poi del cretino. Povera Lega salvata dal satellite (che secondo il conduttore ieri non funzionava bene) in grado però di interrompere quel rosario di parolacce. Solo Ciro da Napoli riesce a dire: “Ringrazio Bossi e il trota per aver salvato Cosentino”. Il partenopeo si prende del “cefalo” dal giornalista della radio padana che, alla fine, dopo avere trascorso un pomeriggio in difesa finalmente abbassa la guardia e stremato ammette: “Io sono solo contento che i vari Papa, Cosentino e Tedesco non facciano parte della Lega”. Ma come? Non erano solo degli onorevoli perseguitati dalla magistratura?


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