Caro Emiliano
San Giovanni in Fiore sta vivendo una delle pagine più brutte della sua storia. La stupida divisione personalistica della classe dirigente ( un complimento ? ) sta coinvolgendo i residenti trasformati in tifosi. un minestrone sociale insipido fatto di operai e precari in lotta senza coscienza di classe e strattonati a destra e a sinistra, frequentatori del web pronti ad offendersi e a sparare cazzate, il legame contorto con politici di livello regionale e nazionale che "inzuppano il pane" nella crisi di San Giovanni in Fiore... Mi dispiace caro Emiliano che questa volta la tua visione delle cose, dello status quo e del che fare, risenta troppo della tua condizione di "emigrato", del fatto di non vivere il quotidiano degrado sociale-economico-politico che la nostra città. E’ normale caro Emiliano che tu non riesca ad accorgerti di tutto questo, e da nichilista quale tu sei ( perchè lo sei ancora o è finita la visione debolista e vattimiana del mondo? ) stai osservando San Giovanni in Fiore da un punto di vista troppo ideale e metafisico. Ti invito fraternamente a ritornare ad una visione ontologica della città: guardare quindi alla San Giovanni in Fiore in quanto tale. Per far questo bisogna per forza tener conto del vissuto quotidiano, elementare e giornaliero. la giusta comprensione dello stato di cose presenti, potrà permettere un superamento dello stato di cose. Caro emiliano, sono convinto che la giusta analisi dul Sud, dell’entroterra meridionale, della povertà economica e morale che pervade alcune zone del mezzogiorno, possano darla intellettuali impegnati che scelgono di vivere nel Sud, il proprio quotidiano impegno politico e sociale.
Con affetto Francesco