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E’ MORTO LUCIO DALLA. A Montreux il suo ultimo concerto ...

LUCIO DALLA. E’ morto Lucio Dalla. Lo ha stroncato un infarto durante il tour in Svizzera

Choc nel mondo della musica e dello spettacolo. Era nato a Bologna, come aveva scritto in una delle sue canzoni più belle, il 4 marzo 1943.
sabato 3 marzo 2012 di Federico La Sala
E’ morto Lucio Dalla, addio a un poeta
A Montreux il suo ultimo concerto
Lo ha stroncato un infarto
durante il tour in Svizzera
"Ieri sera era felice e in forma"
La sua casa era sull’Etna *
Choc nel mondo della musica e dello spettacolo. E’ morto Lucio Dalla. Era nato a Bologna, come aveva scritto in una delle sue canzoni più belle, il 4 marzo 1943.
Lo ha stroncato un attacco cardiaco a Montreaux, in Svizzera, dove si trovava per una serie di concerti. Il 4 marzo avrebbe compiuto 69 (...)

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> LA CARRIERA. Lucio Dalla, canzoni camaleontiche tra jazz, Caruso e Gesù Bambino.... una carriera di cambiamento costante, da camaleonte della musica, capace di assorbire e mescolare i colori del suono in maniera unica.

giovedì 1 marzo 2012

LA CARRIERA

-  Lucio Dalla, canzoni camaleontiche
-  tra jazz, Caruso e Gesù Bambino

di TIZIANO TONIUTTI *

IL TITOLO vero di quella che tutti chiamano "Gesù bambino" è 4/3/1943, la data di nascita di Lucio Dalla, cantautore, musicista, artista popolare e colto. E diverse sono le canzoni di Dalla che vengono ricordate con altri titoli, L’anno che verrà è per tutti "Caro amico ti scrivo", la straordinaria Caruso è rimasta incisa nella memoria della gente come "Te voglio bene assai". Forse perché Dalla ha sempre saputo, nell’arco di una discografia lunga e variegata, evitare la banalità del prevedibile, dare all’opera e al chorus due valori distinti e ugualmente importanti. E accanto al valore dei testi, curati all’inizio della carriera da Roberto Roversi, nei dischi di Dalla la musica non è mai stata accompagnamento, proveniendo dalla passione per il jazz, sbocciata già da giovanissimo. Prima di incidere dischi, Dalla suona il clarinetto in un ensemble jazz bolognese, quella star-band Rheno Dixieland diventata famosa negli ultimi tempi, quando il grande pubblico ha potuto scoprire che tra i membri c’era anche Pupi Avati.

I brani e i dischi. E’ all’inizio degli anni 60 che Lucio Dalla arriva in studio di registrazione con i Flippers, incide e suona dal vivo con Edoardo Vianello, anche nella notissima "i Watussi". E’ Gino Paoli che poco tempo dopo incoraggia Dalla a proseguire da solo, e nel 1964 arriva il primo singolo scritto da Paoli per la voce di Dalla, "Lei (non è per me)", con il lato b "Ma questa sera". Al Cantagiro di quell’anno il brano non viene accolto bene, ma Dalla prosegue e con la band "gli Idoli" lavora al primo album, "1999", che contiene Paff Bum, portata con gli Yardbirds a Sanremo. Tre anni dopo sempre al Festival, Dalla partecipa con "Bisogna saper perdere", rimasta nelle orecchie dell’Italia intera fino a oggi. Il successo, sotto forma di terzo posto a Sanremo, si inizia a intravedere nel 1971 proprio con 4/3/1943, e l’anno dopo con un altro brano importante eintenso sempre presentato alla kermesse ligure, Piazza Grande. Tra il 1970 e il 75, Dalla incide una manciata di album tanto sperimentali quanto fenomenali, coi testi di Roversi su musiche intricate ma non difficili, imprevedibili eppure leggere. Terre di gaibola, Storie di casa mia e il giorno aveva cinque teste permettono a Dalla di farsi le ossa e definire la voce, il suono delle parole, per arrivare a perle come Anidride solforosa e Automobili, il primo con una "title track" da brividi assoluti, il secondo con un orizzonte sonoro in allungo indeterminato, guidato da Il motore del 2000.

La seconda fase. Ma il vero, enorme successo inizia a definirsi con l’album successivo nel 1977, Come è profondo il mare, prodotto da Alessandro Colombini, figura chiave per il riscontro popolare che Dalla otterrà negli anni a venire. Dalla cambia la scrittura e arrivano le canzoni vere, quelle che durano tempi non calcolabili, di cui inizia a scrivere i testi. Una virata che spiazza i fan raccolti con i lavori più ricercati, che pensano a una ricerca di facile successo. Che arriva, inondante, senza cedere nulla al commercio con l’album autointitolato del 1979, che porta nella storia della musica italiana perle come Anna e Marco, il bolero de L’anno che verrà, le visioni oniriche e il jazz sottopelle di Stella di mare. Un album meraviglioso dall’inizio alla fine, con i pregevoli arrangiamenti di archi di Giampiero Reverberi, che mette in ombra qualunque ipotesi di tradimento commerciale. Nel 1979 esce anche il disco del tour Banana Republic con Francesco de Gregori, un evento epocale per il pop italiano, una navigazione a due in repertori pieni di perle, bissato con sapori e intenzioni differenti nel 2010.

Dove il mare luccica. Gli anni 80 sono ancora occasione di svolta, quasi un disco all’anno. Del 1980 è Dalla, con lo spunto rock di Balla balla ballerino,e la splendida Cara. Nel 1983 c’è 1983 con la bella Camion, e nell’84 Dalla pubblica Viaggi organizzati, con il singolo Washington, quasi modernariato sonoro contemporaneo. Ma il vero capolavoro arriva solo nel 1986 quando il cantautore pubblica Bugie, che contiene Caruso. Il brano, dedicato al tenore Enrico Caruso, diventa quasi un inno nazionale italiano, famosissimo all’estero e probabilmente la canzone identificativa dell’intera carriera. Seguirà il tour e l’album Dalla-Morandi, con la popolarissima Vita scritta da Lavezzi e Mogol.

Attenti a Lucio. Con gli anni 90, c’è un nuovo Lucio Dalla pronto ad emergere dagli studi di registrazione. E’ quello che pubblica un album dal titolo inequivocabile come Cambio, che contiene la celeberrima Attenti al lupo, scritta da Ron, e la fascinosa Apriti cuore. il successo deflagrante del singolo porta l’album in cima alle classifiche per lungo tempo, ma Lucio nel 1993 cambia ancora e pubblica Henna, che si apre con la commovente Ayrton, dedicata al pilota di formuna Uno scomparso in pista. Un album umbratile e passato sottotraccia, non in linea con l’estroversione di quello che lo aveva preceduto, eppure pieno di sentimenti e di ironia, come accade in Merdman. Poi nel 96 tornano le classifiche grazie a Canzone, brano di Samuele Bersani che traina l’album Canzoni. Che porta in dote almeno una gemma, Tu non mi basti mai. L’album che saluta il millennio è Ciao, con la ritmata canzone che intitola il disco e la spaziale Là, che riporta Dalla ai momenti di lirismo popolare più compiuti.

Gli ultimi lavori. Luna Matana è del 2001, Lucio arriva nel 2003, Il contrario di me è del 2007, e poi l’ultimo album, Angoli nel cielo, del 2009. In mezzo a questi raccolte, riproposizioni, riarrangiamenti e riproposte di livello, come in Questo è amore del 2011. Nulla che riporti Dalla ai livelli degli anni 90 come riscontro, ma sono comunque anni che vedono una penna e un pianoforte ancora fertili e pieni di tonalità. Ancora una volta, cangianti, come dalle prime note incise. Nell’arco di oltre mezzo secolo di musica, la discografia di Lucio Dalla presenta un artista dalla tavolozza espressiva di cui è difficile percepire il limite, e che ha dipinto una carriera di cambiamento costante, da camaleonte della musica, capace di assorbire e mescolare i colori del suono in maniera unica.

* la Repubblica, 01 marzo 2012


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