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CHI INSEGNA A CHI CHE COSA COME?! QUESTIONE PEDAGOGICA E FILOSOFICA, TEOLOGICA E POLITICA

INSEGNAMENTO E COSTITUZIONE: "CHI INSEGNA AI MAESTRI E ALLE MAESTRE A INSEGNARE?"! Una nota - di Federico La Sala

Una ’risposta’ e un omaggio a una ragazza napoletana frequentante la classe prima della scuola media, incontrata a Certaldo, in occasione del “Premio Nazionale di Filosofia” (VI Edizione, 20.05.2012), che ha posto la domanda
venerdì 14 settembre 2012
SONNAMBULISMO STATO DI MINORITA’ E FILOSOFIA COME RIMOZIONE DELLA FACOLTA’ DI GIUDIZIO. Una ’lezione’ di un Enrico Berti, che non ha ancora il coraggio di dire ai nostri giovani che sono cittadini sovrani. Una sua riflessione
KANT E SAN PAOLO. COME IL BUON GIUDIZIO ("SECUNDA PETRI") VIENE (E VENNE) RIDOTTO IN STATO DI MINORITA’ DAL GIUDIZIO FALSO E BUGIARDO ("SECUNDA PAULI").
FOTO ACCANTO AL TITOLO: GIOVANNI BOCCACCIO.
CERTALDO: PREMIO NAZIONALE DI FILOSOFIA (VI EDIZIONE - LE FIGURE DEL (...)

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> INSEGNAMENTO E COSTITUZIONE --- RETTIFICARE I NOMI: RILEGGERE IL "CRATILO" DI PLATONE E IMPARARE A MEGLIO "FARE LA SPOLA".

lunedì 4 marzo 2024

FILOLOGIA, FILOSOFIA, E PEDAGOGIA:

UN "INVITO" A USCIRE DAL LETARGO (Par. XXXIII, 94) E A RILEGGERE IL "CRATILO" DI #PLATONE, A RIASCOLTARE "LA VOCE DELLA SPOLA NEL #TEREO DI #SOFOCLE" (#ARISTOTELE), A INSEGNARE E IMPARARE A COME MEGLIO "FARE LA SPOLA", E, ANTROPOLOGICAMENTE, A CONCEPIRE UN ALTRO MODO DI #TESSERE IL RAPPORTO SOCIALE DI PRODUZIONE E RIPRODUZIONE, IN GENERALE:

      • SUL RETTIFICARE I NOMI, UNA LEZIONE DI #CONFUCIO. Un giorno un giovane discepolo gli fece questa domanda: «Maestro, se vi fosse affidato un regno da governare secondo i vostri principi, che fareste per prima cosa?». Confucio rispose: «Per prima cosa rettificherei i nomi». A questa risposta il discepolo rimase molto perplesso: «Rettificare i nomi? Con tante cose gravi e urgenti che toccano a un governante voi vorreste sprecare il vostro tempo con una sciocchezza del genere? È uno scherzo?». Confucio dovette spiegare: «Se i nomi non sono corretti, cioè se non corrispondono alla realtà, il linguaggio è privo di oggetto. Se il linguaggio è privo di oggetto, agire diventa complicato, tutte le faccende umane vanno a rotoli e gestirle diventa impossibile e senza senso. Per questo il primo compito di un vero uomo di Stato è rettificare i nomi».

"[...]
-  SOCRATE: Se io ora domandassi: «Che strumento è la spola?». Non quello con cui tessiamo?
-  ERMOGENE: Sì .
-  SOCRATE: E, tessendo, che cosa facciamo? Non distinguiamo forse la trama e gli stami confusi insieme?
-  ERMOGENE: Sì .
-  SOCRATE: E non avrai modo di dire così anche del trapano e degli altri strumenti?
-  ERMOGENE: Certo.
-  SOCRATE: E hai modo di dire lo stesso anche del nome? Quando diamo denominazioni con il nome, che è uno strumento, che cosa facciamo?
-  ERMOGENE: Non so cosa rispondere.
-  SOCRATE: Non insegniamo qualcosa gli uni agli altri e distinguiamo le cose come stanno?
-  ERMOGENE: Certo.
-  SOCRATE: Il nome dunque è un mezzo suscettibile di insegnare e di farci cogliere l’essenza come la spola a proposito del tessuto?
-  ERMOGENE: Sì .
-  SOCRATE: La spola è un mezzo per tessere?
-  ERMOGENE: Come no?
-  SOCRATE: Il tessitore si servirà bene della spola: e bene vuol dire da tessitore, così chi è atto a insegnare si servirà bene del nome e bene vuol dire da insegnante.
-  ERMOGENE: Sì . [...]" ("Cratilo", 388 b-c)

      • Testo greco: "[...]
        -  ΣΩ. Εἰ οὖν ἐγὼ ἐροίμην "Τί ἦν ὄργανον ἡ κερκίς;" οὐχ ᾧ κερκίζομεν;
        -  ΕΡΜ. Ναί.
        -  ΣΩ. Κερκίζοντες δὲ τί δρῶμεν; οὐ τὴν κρόκην καὶ τοὺς στήμονας συγκεχυμένους διακρίνομεν;
        -  ΕΡΜ. Ναί.
        -  ΣΩ. Οὐκοῦν καὶ περὶ τρυπάνου ἕξεις οὕτως εἰπεῖν καὶ περὶ τῶν ἄλλων;
        -  ΕΡΜ. Πάνυ γε.
        -  ΣΩ. Ἔχεις δὴ καὶ περὶ ὀνόματος οὕτως εἰπεῖν; ὀργάνῳ ὄντι τῷ ὀνόματι ὀνομάζοντες τί ποιοῦμεν;
        -  ΕΡΜ. Οὐκ ἔχω λέγειν.
        -  ΣΩ. Ἆρ’ οὐ διδάσκομέν τι ἀλλήλους καὶ τὰ πράγματα διακρίνομεν ᾗ ἔχει;
        -  ΕΡΜ. Πάνυ γε.
        -  ΣΩ. Ὄνομα ἄρα διδασκαλικόν τί ἐστιν ὄργανον καὶ [c] διακριτικὸν τῆς οὐσίας ὥσπερ κερκὶς ὑφάσματος.
        -  ΕΡΜ. Ναί.
        -  [...]"
        -  (cfr. PLATO - Cratylus)

CONTRO "LA MISURA" DELL’#ANTROPOLOGIA (DI #ERACLITO E #PROTAGORA), L’#ALIBI DEL DEMIURGICO "SO-CRATILO" #DIALETTICO DI ESSERE #ALTROVE, NEL MONDO DELL’#IDEE, DOPO OLTRE "#VENTICINQUESECOLI" (#DANTEALIGHIERI), NON E’ ANCORA CHIARO CHE E’ UNA "STORICA" #APOLOGIA DELL’ #ANDROCENTRISMO PROPRIO DELLA #TRAGEDIA"?:

-  "SOCRATE: Ascolta dunque, [...] dopo la #giustizia di che cosa ci resta da #parlare? Il #coraggio, "andreia", non l’abbiamo ancora esaminato, io credo. è chiaro infatti che l’ingiustizia, "adikia", è di impedimento per l’ente ’che passa attraverso’, "diaion"; "andreia", invece, ’il coraggio’, significa come se questo nome di coraggio gli fosse stato attribuito in battaglia; e battaglia è nell’ente, se questo scorre, niente altro se non la ’corrente contraria’, "enantia rhoe"). Se dunque si elimina il "delta" dal nome di "andreia", il nome "anreia" significa proprio questa opera. E pur sempre chiaro che non la corrente contraria a ogni corrente è coraggio, ma quella che contrasta alla corrente che si oppone al giusto: diversamente infatti non verrebbe lodato il coraggio. E così "arren" (’#virilità’) e #aner (’#uomo’) si riferiscono a un qualcosa simile a questo, "ano rhoe" (’corrente verso l’alto’). #Gyne (’#donna’), poi, pare a me voglia significare ’#generazione’, "gone", e "thely" (’femminile’) pare che sia chiamato così da "thele" (’mammella’). E la "thele", Ermogene, non ritieni che sia detta così perché ’fa fiorire’, "tethelenai",) come tutto quello che viene annaffiato?
-  ERMOGENE: Mi pare di sì , o Socrate.
-  SOCRATE: E anche lo stesso thallein (’fiorire’) mi sembra che rapresenti la crescita dei giovani perché è rapida e improvvisa. Ed è proprio quello che il legislatore ha imitato con il nome componendolo con il thein (’correre’) e hallesthai (’saltare’). Ma tu non ti rendi conto che io mi lascio trascinare fuori dal seminato non appena imbocco un tratto liscio. E sì che restano ancora molte questioni di quelle che sembrano impegnative.
-  ERMOGENE: Dici il vero.
-  SOCRATE: E una di queste è vedere anche #techne (’#arte’) che cosa mai vuol dire.
-  ERMOGENE: Ma certo.
-  SOCRATE: E non significa dunque techne "hexis nou" (’condizione della mente’), per chi toglie il tau e vi aggiunge ou tra il ch e il n e tra il n e l’eta?
-  ERMOGENE: Sì , ma in modo molto cavilloso, o Socrate. [...]" ("Cratilo", 413 d-e/414 a-b).

Federico La Sala


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