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LA GRECIA, LA MEDIAZIONE DELLA CALABRIA, E IL RINASCIMENTO ITALIANO ED EUROPEO. In memoria di Barlaam (Bernardo) e di Leonzio Pilato ...

PER BOCCACCIO, NEL 2013, UNA GRANDE FESTA IN TUTTA L’ITALIA E L’EUROPA!!! Dopo 700 anni (dalla nascita), tutta viva la sua sacrosanta indignazione e tutto libero il suo spirito critico. Materiali sul tema - di Federico La Sala

giovedì 2 maggio 2013
BOCCACCIO, POETA TEOLOGO E FILOSOFO CRITICO.
Breve nota introduttiva ad alcune pagine, riprese dalla "De Genealogiis deorum gentilium" e dalla "Vita di Dante" *
Di Giovanni Boccaccio (1313-1375), a 699 anni dalla nascita, l’indignazione contro gli oltraggiatori dell’amore della verità (del "Sapere aude!" del suo tempo), che lo accusavano di riaprire e riallacciare i rapporti con la cultura e la lingua dell’antica Grecia, è tutta integra e fortissima - e quanto mai attuale!
Quanto sia (...)

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> PER BOCCACCIO, NEL 2013, UNA GRANDE FESTA IN TUTTA L’ITALIA E L’EUROPA!!! ---- La peste del 1348, che causò trenta milioni di morti, veniva attribuita agli ebrei (di Pietro Citati - Ebrei e cristiani, il muro assurdo)

venerdì 3 agosto 2012

Ebrei e cristiani, il muro assurdo

di Pietro Citati (Corriere della Sera, 2 agosto 2012)

Marina Caffiero ha pubblicato un libro di grandissimo interesse sui rapporti tra ebrei e cristiani, Chiesa cattolica e rabbini, dal sedicesimo secolo al diciannovesimo secolo (Legami pericolosi. Ebrei e cristiani tra eresia, libri proibiti e stregoneria, Einaudi). Ha lavorato per anni negli archivi: ne ha desunto infiniti particolari, novità, scandali, storie romanzesche, che modificano sensibilmente le nostre idee tradizionali sull’argomento. Credevamo che ebrei e cristiani avessero vissuto per secoli come popoli isolati, religioni contrapposte; e dal libro della Caffiero apprendiamo che sono stati legati da rapporti strettissimi nelle idee e nella vita quotidiana.

Per diciannove e più secoli, gli ebrei sono stati, per la maggioranza dei cristiani, un popolo perverso, perfido, che uccise Gesù sulla croce, e da allora complottò incessantemente contro i cattolici. Il loro crimine consisteva, in primo luogo, nei libri che avevano scritto. Le autorità ecclesiastiche sostenevano che il Talmud nascondeva pratiche magiche e stregonesche: se le prime tre parti erano tollerabili, la quarta conteneva «favole ingiuriose nei confronti di Gesù Cristo, la Vergine, i santi e la fede cristiana».

Si temeva che i cristiani fossero contaminati e contagiati dalla lettura. C’era soltanto un rimedio: requisire i Talmud presenti nelle sinagoghe e nelle case; nel maggio 1753, a Roma, trentotto carri portarono via i testi talmudici e cabbalistici. Alcuni di questi libri erano espurgati da censori, spesso di origine ebraica. La maggior parte venivano mandati al rogo, come raccomandava un decreto del 1553, «de combustione Talmud», promulgato dall’Inquisizione romana. I cristiani, che stampassero o leggessero questi testi, venivano scomunicati.

Se gli ebrei avvelenavano le anime, avvelenavano anche i corpi dei cristiani. La peste del 1348, che causò trenta milioni di morti, veniva attribuita agli ebrei, che avrebbero diffuso la malattia per mezzo di polveri e veleni gettati nelle acque.

Nei secoli successivi, questa accusa non li abbandonò più. Adulteravano e avvelenavano i cibi, per cui venne proibito loro di gestire negozi alimentari; e i loro medici, per i quali si aveva tuttavia una grandissima considerazione, potevano avviare egualmente alla morte. Tutto ciò che era magico e stregonesco discendeva dall’insegnamento ebraico: in parte non senza ragione, perché i testi cabalistici risuonarono di allusioni magiche. Credevano nella trasmigrazione delle anime, nella trasformazione delle anime dei malvagi in demoni: interpretavano i sogni; conoscevano formule misteriose e indecifrabili con le quali addentrarsi nella vita quotidiana; scoprivano i tesori nascosti nella terra. Tutti quelli che erano affascinati dalla magia e dalla stregoneria, si rivolgevano agli ebrei come ai loro maestri naturali. Tra i cristiani erano diffuse le più diverse specie di superstizioni antisemite, che avevano una maggiore eco negli ambienti popolari. Vi era una leggenda antica e famosissima.

Gli ebrei venivano accusati di confezionare il pane azzimo della Pasqua impastando la farina col sangue di bambini cristiani, che venivano uccisi a questo scopo. Un’altra leggenda era meno nota. Quando balie cristiane allattavano i figli degli ebrei, venivano costrette, per alcuni giorni dopo aver ricevuto il sacramento dell’eucarestia, a gettare nelle latrine il latte dei loro seni, così da impedire che i bambini venissero impregnati e contagiati dall’ostia. Un gruppo sociale era ferocemente antisemita: i pescivendoli. Specialmente durante il periodo del Carnevale, inscenavano carri e rappresentazioni teatrali, dette giudiate, che deridevano i riti, le istituzioni, le immagini, le credenze, le preghiere, i personaggi del mondo ebraico.

Specie in alcuni periodi, la Chiesa cattolica coltivò un sogno impossibile: quello di abolire ogni rapporto tra mondo ebraico e mondo cristiano. Una bolla del 1555 proibiva agli ebrei di avere una sia pur minima famigliarità con i cristiani: non dovevano frequentarli, visitarli, parlare con loro, giocare con loro, mangiare con loro, e soprattutto avere rapporti sessuali. Le pene erano severissime: multe pesanti, evirazione. Nel 1606, un teologo famoso, Prospero Farinacci, giunse a sostenere che il rapporto sessuale di un ebreo con una donna cristiana doveva venire punito con la morte.

Il sogno della Chiesa cattolica non si realizzò mai. Gli ebrei, che si pretendeva di chiudere nei ghetti, andavano e venivano attraverso lo Stato Pontificio e l’Italia senza nessuna soggezione e timore, e senza chiedere licenza al vescovo o all’inquisitore, come avrebbero dovuto. Gli ebrei visitavano le monache e monasteri: i cristiani visitavano amici e amiche nei ghetti; e li amavano, sebbene contro la legge. Discorrevano di argomenti religiosi, che li affascinavano profondamente: ora erano d’accordo su alcuni punti essenziali, specie di natura morale; ora litigavano con violenza, soprattutto a proposito della morte di Gesù o della venuta del Messia.

Alcuni ebrei si fingevano cattolici, e si confessavano e si comunicavano: oppure si spacciavano per sacerdoti, e giungevano a confessare e assolvere i cristiani. Molto spesso cambiavano nome. Secondo la legge, avrebbero dovuto esercitare le loro attività commerciali solo all’interno dei ghetti: invece affittavano case e magazzini fuori dai ghetti, avevano servitori cristiani, acquistavano proprietà immobiliari, non portavano il segno giallo che doveva distinguerli. Tutto era mobile, mescolato, confuso, illegale, come se ebrei e cristiani volessero deridere le leggi antisemite che cercavano di separarli.


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