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VITA FRANCESCANA. "La Romita" di Cesi è un Eremo situato a 800 metri di altezza sul Monte di Torre Maggiore, nel comune di Terni.

RIBELLE PER AMORE DELL’EREMO "LA ROMITA": UN FRANCESCANO COSTRETTO A LASCIARE L’ORDINE E L’EREMO. Un invito e una comunicazione agli amici - di Frate Bernardino

Dallo scorso novembre vivo in una situazione di estrema precarietà. Dopo 58 anni di permanenza nell’Ordine (mi sono fatto frate nel 1955 all’età di 16 anni), ne sono stato estromesso per reiterata e ostinata disobbedienza.
domenica 24 marzo 2013 di Federico La Sala
[...] A distanza di mesi sono
convinto di aver fatto la scelta giusta. So perché l’ho fatta e non torno indietro. Ho avuto ed ho la
passione per Cristo e per il suo Vangelo, dietro le orme di Francesco. Questo provvedimento
improvvido e violento non scalfisce minimamente la mia fede, anzi la rafforza e la tempra [...]
La scelta del nuovo Vescovo di Roma di
chiamarsi “Francesco” incoraggia, conferma e stimola la mia vocazione francescana. Con “Papa
Francesco” arriva (...)

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> RIBELLE PER AMORE DELL’EREMO "LA ROMITA": UN FRANCESCANO -- NATALE 2018. Il Progetto dell’economia e della cultura del Dono è affascinante, coinvolgente e contagioso. E’ un Progetto per il Futuro (di frate Bernardino).

domenica 23 dicembre 2018

LA ROMITA

NATALE 2018

      • Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10, 8)

Care amiche, cari amici della Romita!

Alla vigilia di Natale giunga a voi dal silenzio e dalla solitudine dell’Eremo sulla Montagna un messaggio di luce, di gioia e di pace. Voglio condividere con voi idee, esperienze, sogni. In breve.

1. Il Natale illumina il cammino della nostra vita. Ci ricorda che Lui è venuto in mezzo a noi per stare e restare con noi. Come Amico, Fratello, Guida, Compagno di viaggio. Il Natale: Festa piena di fascino e di poesia. Per Francesco d’Assisi la “Festa delle Feste”. Provava stupore e commozione e s’inventò il Presepio. Quel Bambino che contempliamo nel Presepio ci scalda il cuore. Ci trasmette fiducia e coraggio. Se facciamo del Presepio la nostra casa spirituale, saremo in buona Compagnia e non ci sentiremo soli.

2. La vita è Dono e Mistero. E’ un Miracolo continuo. E’ meravigliosa. Tra poco compio 80 anni. Mi sembra incredibile, ma è vero. Mi è stato detto che sono nato nel 1939. Non mi ricordo, ma c’ero. Questo è il primo ed il più grande miracolo della mia vita: che sono nato. Se non fossi nato, mi sarebbe dispiaciuto. E pensare che neppure me ne sarei accorto. Il nulla assoluto. Tutti noi siamo degli scampati al nulla. Il secondo grande miracolo della mia vita è che sono giunto a questa età e ci sono ancora. Tanti amici e compagni, anche più giovani di me, non sono più. Perché? Non ho risposta. La vita non si spiega e non si piega. Si accetta, si vive e si racconta. Vissuto in modo pericoloso e spericolato, sono scampato a molti pericoli: ho fatto (con la Vespa) incidenti (quasi) mortali, sono sopravvissuto a qualche naufragio. Sono vivo per miracolo. Qualcuno mi ha sempre protetto. Provo grande stupore per il mistero e profonda gratitudine per il Dono della Vita. Non capisco, ma è bello. Sento di poter dire al Signore della Vita: “Mi hai fatto come un prodigio. A te la mia lode senza fine” (Sal 139,14). Sono contento di vivere e mi auguro che lo siate anche voi.

3. Non solo mi stupisco e sono contento di vivere, ma mi considero fortunato e onorato della chiamata a ricostruire la Romita insieme a migliaia di giovani generosi e coraggiosi, anzi audaci. Dopo anni di immane fatica, il rudere abbandonato nei boschi, è tornato al suo antico splendore. Utopia realizzata. Miracolo vivente. Le Celle dei Frati, povere e raccolte; la Chiesa luminosa e spaziosa; il Chiostro piccolo e accogliente; il Campanile che si staglia solitario nel cielo a indicarci la direzione: fanno della Romita un gioiello di Architettura francescana del XV. Sec. (sobria, elegante, essenziale). Ma la Romita è preziosa anche per il passaggio di Francesco (1213) che vi restaurò l’antica Cappella Benedettina e compose un testo (“Exhortatio ad laudem Dei”), anticipazione del Cantico delle Creature; per la presenza laboriosa dei suoi Frati; per il maestoso Cedro del Libano che sovrasta e protegge l’Eremo; per la fertilità degli orti; per il sorprendente microclima; per la forza possente e lussureggiante dei boschi; per il Belvedere dai vasti orizzonti; per la

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bellezza del paesaggio; per la posizione unica. Pur in assenza di comodità, è per me un onore poter vivere su questa Santa Montagna.

4. In questa cornice di bellezza naturale e di tradizione francescana s’inserisce il Progetto di vita della Romita. Sin dall’inizio (maggio 1991) il progetto di restauro era finalizzato al progetto di vita. Non si voleva creare un Museo da mostrare a turisti e visitatori, ma un Luogo pieno di vita, di idee e di attività. La ricostruzione degli edifici fatti di pietre era al servizio delle persone, le pietre vive del Tempio. Questo compito la Romita l’ha assolto già in parte, ma ora che la fase della ricostruzione è terminata e la struttura è funzionante e accogliente, diventerà un Centro di Spiritualità francescana vissuta. Ispirato al pensiero e allo stile di vita di Francesco. Sono profondamente convinto che il Santo di Assisi, vissuto 800 anni fa, ha molto da dire e da dare alla nostra società. E’ rimasto vivo. Il suo messaggio affascina ancora. Io che ho avuto la fortuna di conoscere Francesco già a 11 anni, di stare ad Assisi per 30 anni e di essermi occupato a lungo della sua vita (sono 64 anni che sono Frate), sento il desiderio e la responsabilità di trasmettere alle generazioni future gl’insegnamenti preziosi che ho ricevuto. Noi Frati Francescani abbiamo un patrimonio spirituale enorme da gestire. E’ la ricchezza spirituale e umana che abbiamo ereditato da Francesco.

5. Il Progetto di vita francescana vissuta è una proposta di società altra, un’alternativa alla società del consumismo sfrenato, dell’opulenza dannosa, dello spreco demenziale, dello sfruttamento incontrollato della Natura, della concorrenza spietata, della corsa affannosa verso il nulla, del profitto ad ogni costo. La proposta francescana prevede: non contrapposizione, ma collaborazione; non avidità e accaparramento, ma generosità e condivisione dei beni; non accumulazione ingombrante, ma distribuzione liberante; non profitto personale, ma ricerca del bene comune; non disprezzo e sfruttamento, ma rispetto e amore alla Natura. Lavorare e guadagnare per vivere e non vivere per lavorare e guadagnare. Vivere del lavoro e non per il lavoro. La nostra vita è troppo preziosa. A volte anche corta. E noi siamo sprecati per abbassarci a vivere per le cose materiali. Essere contenti e fare contenti altri è priorità assoluta nella vita. Chiamati ad essere “collaboratori della gioia comune” (cfr 2Cor 1,24). Ispirato da Francesco, il progetto della Romita vuole diffondere queste idee. La nostra società è diventata complicata. Sa la prendiamo troppo sul serio, ci complichiamo la vita. “Francescano” vuol dire semplificare la vita per rendere il nostro cammino più libero, leggero e spedito. Vedo la Romita come un progetto per il futuro della nostra società, per lo sviluppo spirituale, intellettuale, culturale, artistico e umano delle nuove generazioni. “Francescano” vuol dire originale, alternativo, creativo, (pro)positivo. E’ una filosofia e uno stile vita: “fraternità e sororità”, comunione e condivisione dei beni, ricerca del bene comune, ritorno alla Terra, vita nella e con la Natura, riduzione dei consumi e della Tecnologia al minimo indispensabile per lasciare spazio alla comunicazione reale, alla connessione con l’Assoluto e l’Infinito nella Preghiera, alla Contemplazione delle meraviglie del Creato, al Silenzio, alla conoscenza della Bibbia, della Storia e delle Erbe medicinali, alla Musica, al Canto

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Gregoriano e alla Poesia. Formula breve dello stile di vita francescano: scalzo, selvaggio e saggio. Com’è vissuto Francesco appunto.

6. La Spiritualità francescana conosce e pratica la Cultura del Dono. Se siamo attenti alla vita, ci accorgiamo che ogni giorno riceviamo tutto gratis: la luce, il calore e l’energia del Sole, la bellezza della Luna e delle Stelle, l’aria che respiriamo, la Terra che ruota gratis alla velocità di 1.800 km per trasportaci da un punto all’altro del cosmo, le montagne, i boschi, i mari, gli oceani, i colori degli uccelli che volano e cantano, i ghiacciai, i fiumi, la neve, l’acqua, il fuoco, il vento, i fiori, gli animali...Da aggiungere, tra l’altro, il dono dell’intelligenza e della Fede; la conoscenza di Gesù e di Francesco; la Musica di Bach e di Verdi; la Poesia di Dante e di Leopardi; l’affetto delle persone care; gli occhi ed il sorriso dei bambini. Siamo già ricchi, a prescindere da quello che possediamo. Senza possedere niente, Francesco è vissuto libero e morto felice. E’ l’Economia del Dono. Non quello che “realizziamo” è in grado di farci sentire “realizzati”, ma accorgersi del Dono, apprezzarlo e goderselo. E’ uno spreco di vita non accorgersi di essere felici. La mia felicità dipende dalla felicità di altri. Avete mai visto un avaro felice? Donare e donarsi è il senso della vita, come ci ha insegnato Gesù, dandosi a noi come Pane e Vino.

Quando non vediamo e non apprezziamo le cose meravigliose che ci vengono donate gratis, diventiamo frustrati, scontenti e scontrosi. E cominciamo a pretendere. “Pre-tendere” crea tensioni e conflitti. Ci sentiamo svantaggiati, derubati e impoveriti, anche se possediamo tante cose, e allora inizia la corsa ad arraffare alla rinfusa quante più cose possiamo. L’infelicità dell’uomo dipende dalla sua cecità, avidità, ignoranza e stupidità. La felicità è dentro, non fuori di noi. Basterebbe la constatazione che ogni giorno della nostra vita è nuovo, gratis ed unico per dare luce, gioia e smalto alle nostre giornate. Se siamo svegli e attenti, abbiamo sempre motivi sufficienti per essere grati e riconoscenti. Anche quando sperimentiamo incomprensioni e umiliazioni. Se viviamo in modo consapevole, non finiremo mai di stupirci e di essere grati per le meraviglie che sono in noi e intorno a noi. “Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici” (Sal 103,2).

7. Alla Romita c’è già chi vive la cultura e l’economia del Dono: Caterina. Un Dono del Cielo per la Romita. E’ la sorpresa e la novità dell’anno. La persona giusta al momento giusto. Ha le tre C (“contenta, convinta, costante”) indispensabili per chi vuole vivere a lungo alla Romita. Ammiratrice e seguace di Santa Ildegarda di Bingen (1098-1179), dirigeva una Banca. A 36 anni ha lasciato tutto per mettersi in cammino, alla ricerca della sua strada. Ha fatto 3.500 km di cammino a piedi prima di trovare la Romita. Qui ha trovato il suo posto, la sua casa, la sua missione, la sua dimensione. La fatica del lungo cammino l’ha temprata e preparata alla vita della Romita. Ha mente lucida, cuore caldo, mani operose. Non va con la moda, ma con la propria testa. Donna libera, coraggiosa e determinata, sa quello che vuole, dice quello che pensa e fa quello che dice. Alla Romita si occupa dell’accoglienza dei Pellegrini, della cucina, dell’ordine, degli orti e delle erbe medicinali e aromatiche. E’ sempre presente e non pretende l’Angelo Custode visibile della Romita.

8. Pur sentendo il limite e la fragilità dell’età, sono molto fiducioso nel futuro. Con la venuta di Caterina, alla Romita sorgerà una Comunità di persone creative, coraggiose e generose. In grado di continuare e trasmettere l’economia e la cultura del Dono. Sogno anche che possano addirittura ricostruire altri ruderi e di dare vita ad altri Centri di Spiritualità francescana vissuta. Un progetto ambizioso e audace. Utopia? Mettendo a confronto l’ideale alto della Romita con la cruda realtà della nostra società, è senz’altro una follia, una ingenua illusione. Eppure sono convinto dell’attualità del “Progetto Romita”.

Viviamo un momento difficile nella storia dell’umanità. Fase di transizione o declino della nostra “civiltà”? Di agonia o di nuovo inizio? Ci sono, sì, segnali positivi di gruppi e di comunità che vivono e propongono stili di vita alternativi al trend generale. Ma si notano anche molti segnali negativi di re-gresso della nostra società del pro-gresso. Non c’è solo l’inquinamento atmosferico, ma anche l’inquinamento dei rapporti umani. Molti nella nostra società civile vivono ormai in modo incivile: degrado del linguaggio e dei comportamenti (brutali, aggressivi, violenti). Lo smog non è solo nell’aria, ma anche nelle menti e nei cuori. La confusione regna sovrana. Incalzati e bombardati dalla pubblicità, presi dalla frenesia di acquistare i prodotti proposti, occupati dalla

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tecnologia sempre più pervasiva, non abbiamo più tempo di fare silenzio, di pensare e di ascoltare la nostra anima. I luoghi dove ci raduniamo in massa (discoteca, stadio, centro commerciale, maxi concerto...), il caos del traffico, il rumore dei motori, il chiasso: non ci aiutano a mettere ordine nei pensieri e nei sentimenti. Che fare in questa situazione?

9. Non arrendersi, non rassegnarsi. Continuare a credere che in ogni persona c’è la capacità di cambiare mentalità e comportamenti. Sviluppare e applicare terapie efficaci per i mali del nostro tempo: contro il chiasso e lo schiamazzo il Silenzio; contro le tante parole vane e vuote l’ascolto della Parola; contro i comportamenti scomposti e sgraziati l’Arte; contro lo stress la Meditazione; contro i rumori la Musica; contro l’ignoranza la lettura e la Cultura; contro l’overdose di tecnologia la Natura.

In questo processo di ravvedimento e di cambiamento, possono svolgere una funzione importante luoghi come la Romita. Oasi nel deserto, isole nel mare in tempesta, piccole luci nel buio. Resteranno comunque una minoranza, minuscole entità nell’immensità del deserto, del mare e del buio. L’importante è esserci. La Romita c’è. All’inizio sembrava utopia irrealizzabile, una pazzia. Ora è utopia realizzata. Quello che oggi sembra utopia, domani potrà diventare realtà. Le utopie non sono altro che verità premature. I sogni, le visioni, le utopie hanno grande potere sul nostro pensare ed agire: ci tengono svegli e attenti alla vita, ci fanno percepire i segni premonitori del futuro, ci rendono sensibili alle pulsioni della storia, stimolano la nostra fantasia e creatività, liberano in noi energie nascoste e imprevedibili. L’utopia è follia. Incendio della mente e del cuore. Non è stato forse tutto questo Francesco? Basta non farsi bloccare dalla paura e dalla pigrizia che ci tarpano le ali. A noi fatti per volare alto e liberi. Alle nostre idee e convinzioni, ai nostri sogni dobbiamo crederci. “Vivi il sogno e lascia il segno”.

Ognuno deve sapere e decidere per chi e per che cosa investire il proprio tempo e le proprie energie. Ognuno è artefice, artista e protagonista della propria vita. Fare della propria vita un’opera d’arte è un investimento intelligente. In questo processo creativo la Fede è una forza formidabile. Il Progetto dell’economia e della cultura del Dono è affascinante, coinvolgente e contagioso. E’ un Progetto per il Futuro.

Grato per il vostro contributo alla ricostruzione e manutenzione della Romita, vi auguro ogni bene.

Vostro frate Bernardino

La Romita 05100 CESI (TR)


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