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INSEGNAMENTO, COSTITUZIONE, E MESSAGGIO EVANGELICO ....

EXPO 2015: LA SCUOLA DELLA "BUONA CARESTIA"! ECCO PERCHE’ NON PORTEREI I MIEI ALUNNI. Una nota di Alex Corlazzoli - a c. di Federico La Sala

Chi fa il maestro ha il dovere di chiedersi: cosa voglio insegnare ai ragazzi? Come voglio parlare loro del cibo, della terra, dell’aria? Vogliamo dire la verità ai futuri cittadini o mostrare loro una cartolina patinata del mondo?
venerdì 18 settembre 2015
[...] A citare i problemi della terra ci ha pensato il Vaticano, presente ad Expo: 330 metri quadrati per dire ai cittadini attraverso una mostra fotografica e un tavolo interattivo che esiste il problema della sete, dell’ingiustizia, della fame. Tutto per slogan, nulla di più. E’ a quel punto che mi è venuta una curiosità, alla fine della rapida spiegazione dell’addetto della Santa Sede [...]
ULTIMA CENA ED ECONOMIA VATICANA: LA CARESTIA AVANZA!!! Benedetto XVI "cambia la formula (...)

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> EXPO 2015: IL MESSAGGIO DELLA "BUONA CARESTIA"! --- IL NOSTRO GRIDo. Documento finale delle organizzazioni sociali riunite nel secondo incontro mondiale dei movimenti popolari

martedì 15 settembre 2015

LA LETTERA DI SANTA CRUZ. IL NOSTRO GRIDO

      • Pubblichiamo di seguito in una traduzione italiana il testo del documento finale consegnato al Papa durante l’incontro con i movimenti popolari. *

Noi, organizzazioni sociali riunite nel secondo incontro mondiale dei movimenti popolari, a Santa Cruz de la Sierra, Bolivia, nei giorni 7, 8 e 9 luglio 2015, concordiamo con Papa Francesco sul fatto che la problematica sociale e quella ambientale emergono come due facce della stessa moneta.

Un sistema che non può offrire terra, casa e lavoro a tutti, che mina la pace tra le persone e minaccia la sussistenza stessa della madre terra, non può continuare a reggere il destino del pianeta. Dobbiamo superare un modello sociale, politico, economico e culturale in cui il mercato e il denaro sono divenuti l’asse regolatore dei rapporti umani a tutti i livelli.

Il nostro grido, quello di quanti sono più esclusi ed emarginati, obbliga i potenti a comprendere che così non si può andare avanti. I poveri del mondo si sono sollevati contro l’esclusione sociale che subiscono ogni giorno. Non vogliamo sfruttare né essere sfruttati. Non vogliamo escludere né essere esclusi. Vogliamo costruire uno stile di vita in cui la dignità si levi al di sopra di ogni altra cosa.

Perciò ci impegniamo a:

1.Stimolare e approfondire il processo di cambiamento
-  Riaffermiamo il nostro impegno nei processi di cambiamento e di liberazione come risultato dell’azione dei popoli organizzati che, a partire dalla loro memoria collettiva, prendono la storia nelle proprie mani e si decidono a trasformarla, per dare vita alle speranze e alle utopie che ci invitano a rivoluzionare le strutture più profonde di oppressione, dominazione, colonizzazione e sfruttamento.

2. Vivere bene in armonia con la madre terra
-  Continueremo a lottare per difendere e proteggere la Madre Terra, promuovendo l’«ecologia integrale» di cui parla Papa Francesco. Siamo fedeli alla filosofia ancestrale del “vivere bene”, nuovo ordine di vita che propone armonia ed equilibrio nei rapporti tra gli esseri umani e tra questi e la natura.
-  La terra non ci appartiene, siamo noi ad appartenere alla terra. Dobbiamo prendercene cura e lavorarla a beneficio di tutti. ---Vogliamo norme ambientali in tutti i Paesi in funzione della cura dei beni comuni.
-  Esigiamo la riparazione storica e un quadro giuridico che tuteli i diritti dei popoli indigeni a livello nazionale e internazionale, promuovendo un dialogo sincero al fine di superare i diversi e molteplici conflitti che attraversano i popoli indigeni, nativi, contadini e afrodiscendenti.

3. Difendere il lavoro dignitoso
-  Ci impegniamo a lottare per la difesa del lavoro come diritto umano. Con la creazione di fonti di lavoro dignitoso, con il disegno e l’attuazione di politiche che restituiscano tutti i diritti lavorativi eliminati dal capitalismo neoliberale, quali i sistemi di sicurezza sociale e di pensionamento e il diritto alla sindacalizzazione.
-  Rifiutiamo la precarizzazione e la terziarizzazione e cerchiamo di far sì che si superi l’informalità attraverso l’inclusione, e mai con la persecuzione o la repressione.
-  Allo stesso tempo, peroriamo la causa dei migranti, degli sfollati e dei rifugiati. Sollecitiamo i Governi dei Paesi ricchi ad abrogare tutte quelle norme che promuovono un trattamento discriminatorio contro di loro e a stabilire forme di regolazione che eliminino il lavoro schiavo, la tratta, il traffico di persone e lo sfruttamento infantile.
-  Promuoveremo forme alternative di economia, sia nelle aree urbane sia nelle zone rurali. Vogliamo un’economia popolare e sociale comunitaria che tuteli la vita delle comunità e in cui la solidarietà prevalga sul lucro. A tal fine è necessario che i Governi intensifichino gli sforzi emergenti dalle basi sociali.

4. Migliorare i nostri quartieri e costruire abitazioni dignitose
-  Denunciamo la speculazione e la mercificazione dei terreni e dei beni urbani. Rifiutiamo gli sgomberi forzati, l’esodo rurale e la crescita dei quartieri emarginati. Rifiutiamo ogni tipo di persecuzione giudiziaria contro quanti lottano per una casa per la loro famiglia, perché riteniamo l’abitazione un diritto umano fondamentale, che deve essere di carattere universale.
-  Esigiamo politiche pubbliche partecipative che garantiscano il diritto all’abitazione, l’integrazione urbana dei quartieri emarginati e l’accesso integrale all’habitat per edificare case in sicurezza e dignità.

5. Difendere la Terra e la sovranità alimentare
-  Promuoviamo la riforma agraria integrale per distribuire la terra in modo giusto ed equo. Richiamiamo l’attenzione dei popoli sulla nascita di nuove forme di accumulazione e di speculazione della terra e del territorio come merce, legate all’agribusiness, che promuove la monocultura distruggendo la biodiversità, consumando e contaminando l’acqua, spostando popolazioni contadine e utilizzando agrotossici che contaminano gli alimenti.
-  Riaffermiamo la nostra lotta per l’eliminazione definitiva della fame, la difesa della sovranità alimentare e la produzione di alimenti sani. Allo stesso tempo rifiutiamo con decisione la proprietà privata dei semi da parte di grandi gruppi agro-industriali, come pure l’introduzione di prodotti transgenici in sostituzione di quelli originari, poiché distruggono la riproduzione della vita e la biodiversità, creano dipendenza alimentare e causano effetti irreversibili sulla salute umana e sull’ambiente.
-  Allo stesso modo, riaffermiamo la difesa delle conoscenze tradizionali dei popoli indigeni sull’agricoltura sostenibile.

6. Costruire la pace e la cultura dell’incontro
-  Ci impegniamo, a partire dalla vocazione pacifica dei nostri popoli, a intensificare le azioni collettive che garantiscono la pace tra tutte le persone, i popoli, le religioni, le etnie e le culture.
-  Riaffermiamo la pluralità delle nostre identità culturali e le nostre tradizioni che devono convivere armoniosamente senza che le une sottomettano le altre. Ci leviamo contro la criminalizzazione della nostra lotta, perché stanno criminalizzando le nostre usanze.
-  Condanniamo ogni tipo di aggressione militare e ci mobilitiamo per la cessazione immediata di tutte le guerre e delle azioni destabilizzanti o i colpi di Stato, che attentano contro la democrazia e la scelta dei popoli liberi. Rifiutiamo l’imperialismo e le nuove forme di colonialismo, siano esse militari, finanziarie o mediatiche. Ci pronunciamo contro l’impunità dei potenti e a favore della libertà dei combattenti sociali.

7. Combattere la discriminazione
-  Ci impegniamo a lottare contro ogni forma di discriminazione tra gli esseri umani, basate su differenze etniche, colore della pelle, genere, origine, età, religione od orientamento sessuale. Tutti noi, donne e uomini, dobbiamo avere gli stessi diritti. Condanniamo il machismo, qualsiasi forma di violenza contro la donna, in particolare il femminicidio, e gridiamo: Ni una menos! (Non una in meno!).

8. Promuovere la libertà di espressione
-  Promuoviamo lo sviluppo di media alternativi, popolari e comunitari, di fronte all’avanzata dei monopoli mediatici che occultano la verità. L’accesso all’informazione e la libertà di espressione sono diritti dei popoli e fondamento di qualsiasi società che vuol essere democratica, libera e sovrana.
-  La protesta è anche una forma legittima di espressione popolare. È un diritto e noi che lo esercitiamo non dobbiamo essere perseguitati per questo.

9. Mettere la scienza e la tecnologia al servizio dei popoli
-  Ci impegniamo a lottare affinché la scienza e la conoscenza siano utilizzate al servizio del benessere dei popoli. Scienza e conoscenza sono conquiste di tutta l’umanità e non possono essere al servizio del profitto, dello sfruttamento, della manipolazione o dell’accumulazione di ricchezza da parte di alcuni gruppi. Facciamo sì che le università si riempiano di popolo e le loro conoscenze siano volte a risolvere i problemi strutturali più che a generare ricchezze per le grandi corporazioni; a denunciare e a controllare le multinazionali farmaceutiche che, da un lato lucrano con l’espropriazione delle conoscenze millenarie dei popoli nativi e, dall’altro, speculano e generano profitti con la salute di milioni di persone, anteponendo gli affari alla vita.

10. Rifiutiamo il consumismo e difendiamo la solidarietà come progetto di vita
-  Difendiamo la solidarietà come progetto di vita personale e collettivo. Ci impegniamo a lottare contro l’individualismo, l’ambizione, l’invidia e l’avidità che si annidano nelle nostre società e molte volte in noi stessi. Lavoreremo instancabilmente per sradicare il consumismo e la cultura dello scarto.
-  Continueremo a lavorare per costruire ponti tra i popoli, che ci permettano di abbattere i muri dell’esclusione e dello sfruttamento!

* Pubblicato il 09/08/2015 da radiomugello
-  http://www.radiomugello.it/blog/la-lettera-di-santa-cruz/


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