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INSEGNAMENTO, COSTITUZIONE, E MESSAGGIO EVANGELICO ....

EXPO 2015: LA SCUOLA DELLA "BUONA CARESTIA"! ECCO PERCHE’ NON PORTEREI I MIEI ALUNNI. Una nota di Alex Corlazzoli - a c. di Federico La Sala

Chi fa il maestro ha il dovere di chiedersi: cosa voglio insegnare ai ragazzi? Come voglio parlare loro del cibo, della terra, dell’aria? Vogliamo dire la verità ai futuri cittadini o mostrare loro una cartolina patinata del mondo?
venerdì 18 settembre 2015
[...] A citare i problemi della terra ci ha pensato il Vaticano, presente ad Expo: 330 metri quadrati per dire ai cittadini attraverso una mostra fotografica e un tavolo interattivo che esiste il problema della sete, dell’ingiustizia, della fame. Tutto per slogan, nulla di più. E’ a quel punto che mi è venuta una curiosità, alla fine della rapida spiegazione dell’addetto della Santa Sede [...]
ULTIMA CENA ED ECONOMIA VATICANA: LA CARESTIA AVANZA!!! Benedetto XVI "cambia la formula (...)

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> EXPO 2015: LA SCUOLA DELLA "BUONA CARESTIA"! ECCO PERCHE’ NON PORTEREI I MIEI ALUNNI. --- Da docente ho provato le stesse inquietudini.

sabato 19 settembre 2015

Expo 2015 si sposa bene con la “Buona Scuola”. Da docente ho provato le stesse inquietudini ... *

Corlazzoli non solo ha ben descritto l’incredulità del visitatore attento alle tematiche sociali connesse alla produzione del cibo, qualora visitasse Expo 2015, ma anche le difficoltà di stimolare il senso critico e la responsabilità degli alunni a causa della contrapposizione tra il mondo reale, che il docente cerca di far conoscere, ed un altro ipotetico, autoreferenziale e schizofrenico creato ad arte dalla politica connivente.

Il rischio di partecipare a tali eventi, per chi si occupa di formazione e di educazione operando in un contesto, la scuola, in cui la contrapposizione è resa ancor più esplicita, è quello di trasformare inconsapevolmente la funzione pedagogica e informativa della comunicazione in funzione conativa.

Da docente ho provato le stesse inquietudini del Corlazzoli di fronte alle terribili omissioni di informazioni di Expo e un senso di disgusto per la fallacia dell’intero evento; di riflesso mi sono chiesto se la funzione che svolgo, fagocitata dal contrasto tra reale e ipotetico, non si stia trasformando in quella dell’informatore tout court. E’ difficile non porsi delle domande quando si ha coscienza di ciò che accade intorno.

“Nutrire il pianeta, energia per la vita” questo il tema dell’esposizione universale che dovrebbe far “riflettere e confrontarsi sui diversi tentativi di trovare soluzioni alle contraddizioni del nostro mondo”. Ci si aspetterebbe, da un evento di tale portata, una panoramica completa sul cibo, che oltre a presentare la varietà di prodotti e culture alimentari espliciti le relazioni tra i processi produttivi e i risvolti sociali, ambientali ed economici sui vari paesi del mondo.

Ci si aspetterebbe un percorso tematico capace di spostare l’attenzione del visitatore dalle spettacolari architetture dei padiglioni alla coscienza personale, per suscitare almeno qualche considerazione sul proprio stile di vita in relazione, per esempio, alla salute, alla fame o all’impiego dei bambini per raccogliere i fiori di zafferano. Sono questi i temi di cui, da docente, avrei voluto discutere con gli alunni ricollegandomi all’Esposizione Universale, ma che purtroppo ho trattato senza poter fare alcun riferimento all’importante evento. Si prova un senso di amarezza quando ci si sente “presi per il naso”!

Expo 2015 si presenta come un colossale business a partire dagli scandalosi prezzi del biglietto, del parcheggio e dei punti di ristoro targati Eataly; OGM, agricoltura industriale, deforestamento, lavoro minorile, sono concetti assenti perchè non in linea con la realtà edulcorata presentata dalla mostra. Non ci si può fare un’idea delle problematiche, purtroppo drammatiche, connesse alla produzione e alla distribuzione del cibo visitando Expo 2015, poiché l’esposizione semplicemente non lo prevede; l’unico padiglione che denuncia fame, guerre, conflitti è quello della Santa Sede, sarà un caso ?

Eventi di tale portata dovrebbero avere - spesso ce l’hanno - almeno una funzione pedagogica, purtroppo si è scelto di prediligere quella conativa, tipica della pubblicità e abilmente celata dal tema dell’Esposizione, il fine è sempre lo stesso: il profitto.

“Continuiamo a nutrirci a spese di altri”, questo dovrebbe essere il tema di Expo 2015.

Expo 2015 si sposa bene con la “Buona Scuola”, una riforma insipida che porta in sé i semi di una trasformazione verso il profitto mediante la creazione di un mercato dell’istruzione. Anche in questo caso penso sia abbastanza evidente il medesimo ed ingannevole schema: sostituire la realtà con la fiction, sostenendo la verità e la bontà di quest’ultima. Purtroppo la regia è sempre la stessa, anche se travestita ora da Forza Italia ora da PD, due facce della stessa medaglia.

Il tentativo delle menti poco brillanti che hanno organizzato l’Esposizione Universale sembra essere (e nei fatti lo è) quello di contrastare il pensiero critico, la capacità di riflessione e tentare di allontanare il più possibile il momento del risveglio delle coscienze che determinerà, loro malgrado e per sempre, la fine della fiction.

*

Antonio C., docente di scuola primaria


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